Spoletini all’estero: Carlo Tugni fisioterapista a Hereford

  • Letto 2622
  • Storia di un giovane spoletino in Inghilterra 

    di Alessio Cao 

    (DMN) -Spoletini all’estero, la rubrica di Due Mondi News che da più di un anno vi narra le storie dei nostri concittadini in giro per il mondo, torna oggi in Inghilterra per conoscere Carlo Tugni, fisioterapista a Hereford.

    Buongiorno Carlo, piacere di conoscerti. Iniziamo con una domanda sul tuo lavoro che potrebbe essere stimolante per tanti ragazzi in Italia, come te laureati in vari settori del mondo della salute. Perchè hai deciso di esercitare la professione di fisioterapista in Inghilterra?
    Buongiorno Alessio, piacere mio.
    In Inghilterra mi ci hanno portato molteplici ragioni, non tutte strettamente legate all’ambito lavorativo.
    Tuttavia, una ragione su tutte, è stata il dispiacere nel vedere la fisioterapia italiana, in particolare il settore privato, troppe volte tanto distante dall’evidenza scientifica.
    Troppo lo spazio e la risonanza dati ad una serie di approcci passivi e privi di alcun supporto scientifico, metodologie e apparecchiature la cui assenza di documentazione scientifica a riguardo ci lascia facilmente intendere come il loro impiego e costo non sia minimamente giustificato, un esempio calzante in fisioterapia puo essere quello della tecarterapia.
    L’evidenza scientifica possiamo grossolanamente definirla come una “libreria” nella quale sono riportati e soprattutto, dimostate “scoperte” e informazioni che dovrebbero guidare la nostra pratica clinica.In Inghilterra, in particolare nel sistema sanitario pubblico, per quanto visto e percepito finora, mi sembra ci sia tanta più coerenza in tal senso.

    Quali sono le principali differenze lavorative nel tuo settore con l’Italia?
    Una differenza ed altra ragione per cui mi sono spostato è il supporto dei miei mentori, fisioterapisti specializzati in differenti aree anatomiche o approcci riabilitativi remunerati per trattare, tanto quanto per insegnare. Seguo lezioni settimanali durante l’orario lavorativo, quando voglio vedo i pazienti più complessi con i miei superiori o assisto a loro valutazioni e trattamenti, ore di lavoro dedicate alla revisione dei mei progressi e debolezze e una fantastica squadra che mi da spunti e feedback quotidiani in merito al mio operato. Tutto ciò gioca un ruolo chiave nella mia crescita professionale e nel piacere che ho la mattina nell’andare a lavoro.
    Detto questo, non voglio alludere al fatto che in Italia non esistano realtà di questo tipo, non sono in grado di affermarlo, ma sono in grado di asserire che se ci sono, non sono molto frequenti.
    Si tratta, da parte dello stato, di concepire le ore di lavoro in cui ricevo formazione, come un investimento per il sistema sanitario; investimento che mi immagino attuabile anche in Italia, per esempio risparmiando sulle strutture riabilitative private convenzionate, non entro chiaramente nel merito.

    Crescita professionale e prospettive future sono migliori rispetto all’Italia?
    Si, qui ogni fisioterapista, così come ogni altra figura professionale sanitaria si colloca all’interno di un diagramma “gerarchico”. Ad ogni livello si correlano determinate capacità, responsailità e salario; si progredisce più che per esperienza, per conoscenza e capacità, le figure ai livelli più alti formano i livelli più bassi. Il tutto porta ad una configurazione che oltre ad essere fortemente meritocratica, è maggiormente organizzata ed efficace, quindi in grado di emettere una migliore offerta riabiliativa.
    In Italia non ho fatto fatica a trovare contesti nei quali professionisti con curriculum di differente peso ricevevano stesso salario e soprattutto ricoprivano eguali mansioni. In alcuni casi può essere giustificato, in altri semplicemente ingiusto, in altri ancora arrivare a compromettere la qualità del servizio ricevuto dal paziente.
    Consiglieresti ad un giovane neolaureato di provare un’esperienza all’estero odi farsi prima un bagaglio in Italia?
    Ogni caso è unico, prima di tutto considererei la propria volontà o meno ad intraprendere un viaggio che deve andare oltre la pura e mera esperienza professionale.
    Personalmente sono contento di aver lavorato in Italia prima di partire, mi ha dato vaga cognizione di ciò che stavo lasciando, mi ha dato la confidenza per potermi offrire il più appropriatamente possibile a questa differente realtà lavorativa.
    Detto questo, non credo di essere nella posizione di dare grandi consigli, è ancora tutto in divenire. Potrei essere un pelo più affidabile fra una trentina d’anni. Ciò che mi verrebbe da dirgli, estero o Italia che sia, è di guardarsi intorno, fare differenti esperienze, inizialmente cambiare lavoro spesso, cercare differenti mentori, essere pronti a distruggere le proprie convinzioni e costruirle da capo. Se non si trova subito un lavoro inerente i propri studi, iniziare facendo il cameriere, insegna a gestire lo stress lavorativo, non pensare troppo al CV ma a costruire la propria crescita personale, i propri principi e i propri valori.

    Veniamo alla vita quotidiana, come ti trovi in Inghilterra? Descrivici Hereford. Differenze con la vita quotidiana a Spoleto? Ti manca qualcosa della tua città? Condividi con noi i tuoi progetti per il futuro. Torneresti mai a Spoleto?
    Hereford è grande come Spoleto ed è circondata da pecore, tante birrerie, tante nuvole e tanti abitanti deliziosi. Mi trovo in una zona in cui in tanti hanno votato per la Brexit e per Boris, non siamo ai livelli di integrazione che ci sono nel sud e i volti dei passanti non sono di tanti colori e forme diverse come a Londra ma, come detto, gli Herefordariani sono deliziosi. Italia o meno non credo invecchierò in questa città, ma probabilmente le vorrò per sempre bene.
    Carlo ti ringraziamo per il tuo tempo! Saluta, come ormai nostro rito consolidato, la tua città!
    Spoleto invece la amo, e la saluto con il cuore.

     

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    Carlo Neri 2024-04-23 07:23:14
    Liberazione da cosa? da chi? dallo "straniero" per cui è stato combattuto il Risorgimento e la prima guerra mondiale? In.....
    Alex 2024-04-20 21:19:21
    Dovreste invece ringraziare chi nell'aministrazione comunale si è attivato per rendere concreto questo strumento di partecipazione del quale se n'è.....
    Aurelio Fabiani 2024-04-05 21:43:38
    Delle vostre sceneggiate non ce ne frega niente. Ce lo ridate l' ospedale o no!
    Aurelio Fabiani 2024-03-30 00:34:34
    I cerotti non nascondono le amputazioni, neanche i campagna elettorale. La città di Spoleto vuole il ripristino di tutti reparti.....
    Aurelio Fabiani 2024-03-19 21:39:22
    TESEI E IL GOVERNO REGIONALE DI LEGA, FORZA ITALIA, FRATELLI D'ITALIA STANNO PER CONCLUDERE L' OPERA DI CANCELLAZIONE DEL SAN.....