Spoletini all’estero: Lucrezia Del Papa da Spoleto a New York, Parigi, Londra e… ritorno

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  • Dopo anni fuori dall’Italia ha deciso di tornare a Spoleto: «se ce ne andiamo tutti cosa ne resterà di questo bellissimo posto? »

    (DMN)  – nuovo appuntamento con “Spoletini all’estero” la rubrica di Due Mondi News ideata per incontrare i nostri concittadini sparsi per il globo.

    Oggi conosciamo meglio, con la nostra intervista, la storia di Lucrezia Del Papa, giovanissima spoletina con alle spalle un brillante percorso di studi e di lavoro all’estero.

    Raccontaci Lucrezia, dopo il liceo, come hai maturato l’idea di studiare in America? Quali sono i vantaggi di una formazione del genere rispetto ad un’università italiana? Parlaci del tuo percorso universitario.

    Sono sempre stata affascinata dagli Stati Uniti, mia madre prima di insegnare chimica e biologia faceva la ricercatrice nel dipartimento di genetica della Sapienza e mi raccontava fin da piccola di come sarebbe dovuta andare a lavorare a New York, e di come poi per amore abbia deciso di rimanere qua.
    Quando sono arrivata a New York inizialmente dovevo rimanere solo otto mesi per perfezionare l’inglese li poi ho conosciuto persone fantastiche che mi hanno convinta a studiare per i test d’ingresso. Allo step finale sono andata al colloquio con la commissione della Columbia University e ricordo i professori colpiti di vedere sul curriculum una ragazza così giovane discutere tranquillamente di autori greci e latini. Quindi diciamo che la mia laurea in Economia Finanziaria la devo alla formazione classica che mi ha dato il nostro liceo di Spoleto. Dell’università Americana ho amato la praticità, i così detti “problem sets” settimanali, sono simili a dei compiti a casa con i quali si fa applicazione pratica di modelli economici teorici. Ad esempio modelli macroeconomici di crescita come il Solow-Swan o l’AK, che sono spesso spiegati solo a livello teorico vengono resi molto pratici sul modello americano con queste applicazioni settimanali. Stessa cosa avviene per materie come Econometria, dove grazie all’utilizzo di software come STATA si fanno delle simulazioni reali e dunque ricerca. Il voto finale d’esame considera anche queste prove settimanali pratiche, il che sicuramente alleggerisce l’ansia dell’esame finale, tuttavia c’è da ricordarsi che in America il voto non si può rifiutare e una volta rovinata la media non c’è nulla da fare.

    Passare dalla vita in un piccolo centro come Spoleto a New York è un bel cambiamento! Come ti sei trovata? Qualche aneddoto curioso sulla frenetica vita metropolitana? Dicci un pregio e un difetto della “Grande Mela”.

    Ero molto spaventata all’inizio. Ricordo l’arrivo nel mio dormitorio sulla 123 e Claremont avenue, condividevo la stanza con una ragazza di Istanbul al ventottesimo piano di questo grattacielo, il bagno era diviso in due docce e due toilet per 12 persone, non c’era la cucina. Bell’impatto rispetto alla vita comoda che facevo qua a Spoleto! Ho chiesto come mai nessuno avesse pensato di mettere almeno una cucina comune, ho capito poco dopo che il tempo di cucinare è qualcosa che si possono permettere in pochi a Manhattan.
    Un pregio è che se vuoi veramente qualcosa per quanto difficile possa essere nessuno prova a scoraggiarti, tutto è possibile e tutti lavorano duramente raggiungere i propri sogni. Sognare in grande è possibile, e c’è molta positività. Un difetto è non avere mai abbastanza tempo per godersi le piccole cose, tutto è in grande e spesso si perde di vista il piccolo. Cucinarsi una pasta a casa con gli amici, andare al cinema senza organizzarsi una settimana prima, fare una passeggiata in campagna. Inoltre gli affetti vengono spesso messi in secondo piano quando si corre così tanto.

    Al termine dell’università sappiamo che hai lavorato a Parigi e a Londra, di cosa ti sei occupata e in quali aziende? Raccontaci le tue esperienze professionali in Europa.

    Ho lavorato prima a New York per Green Building Worldwide dove mi occupavo di ricerca su finanza verde come green ETF o Green Bonds. Poi ho deciso di fare un Master in Europa all’ École Spéciale de Commerce et d’Industrie ESCP. Ho fatto una breve esperienza a Parigi presso la banca Société générale dove con i miei colleghi di master abbiamo lavorato a un progetto sul rischio assicurativo nei veicoli autonomi, come cambiano le variabili assicurative quando il rischio passa dalla persona fisica all’autovettura. Poco dopo ho accettato un’offerta di lavoro a Bloomberg LP a Londra dove la situazione era molto simile a quella di un call-center super tecnologico, io mi ero specializzata nel settore FX and Economics, un calderone di nozioni su forwards, futures, e tassi delle banche centrali. Il dipartimento dove lavoravo, quello di Analytics, è focalizzato sul cliente quindi fondi, banche, privati, e istituzioni. Bisogna conoscere i prodotti finanziari e risolvere le domande dei clienti in maniera rapida e (ovviamente) corretta.

    Tre grandi metropoli a confronto, New York, Parigi e Londra, dove ti sei trovata meglio e perchè?

    Assolutamente New York, perché ti dà l’idea che tutto sia non solo possibile ma anche fattibile.
    Se dovessi dare vita e personalità alle tre città Parigi sarebbe sicuramente una donna bellissima e raffinata, Londra una ragazza nobile che scrive ancora con la piuma d’oca ma è dipendente da internet, e New York sarebbe una ragazza in carriera che sfida ogni giorno gli stereotipi che la società le vuole imporre.

    Veniamo a una scelta sicuramente importante nella tua vita e diversa da quella di molti altri giovani “emigranti”, il rientro in Italia. Cosa ti ha spinto a tornare?

    Ci sono diversi motivi, il primo è che a livello lavorativo non mi sentivo più appagata, ed il secondo è che la mia vita privata in tutti questi anni ha sofferto di vari “strappi”.
    Amicizie ed affetti forti ma sempre temporanei, destinati a non consolidarsi mai per paura del momento “dell’addio”. Chi inizia ad andare via, a sentirsi soffocare nell’ambito lavorativo tende poi a farlo anche nella vita privata, ma ad un certo punto bisogna avere il coraggio di restare.. o nel mio caso di tornare.

    Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

    Sono rientrata in Italia da pochissimi mesi e non mi sono ancora fatta un’idea chiara sul futuro. Per il momento sono tornata nell’azienda di famiglia sperando di poter utilizzare le conoscenze che ho acquisito all’estero in ambito finanziario e commerciale. Nel lato commerciale devo ammettere non ho molta esperienza, e mi sto avvicinando alle vendite grazie alla linea di skincare Olivella che abbiamo sempre spinto nel mercato americano con mio fratello Giorgiomaria. Tornando ai progetti per il futuro ho capito che con il concetto di “per sempre”, io non sono molto brava, preferisco il “per ora”, e per ora il mio futuro lo vedo qua in Italia.

    Alla luce della tua esperienza di studio e di lavoro all’estero, che prospettiva vedi per i giovani in Italia e in Umbria in particolare? Cosa suggeriresti ad un tuo coetaneo per realizzarsi? Valigia e partire o stringere i denti e restare?

    Mentirei se dicessi che ci sono molte prospettive per i giovani in una regione come l’Umbria, ma se ce ne andiamo tutti cosa ne resterà di questo bellissimo posto? Le compagnie aeree emettono preferibilmente biglietti di “andata e ritorno” piuttosto che di “sola andata”, forse non c’è solo una spiegazione economica.
    Suggerisco a chi è in dubbio di provare a fare come le compagnie aree, si fa sempre in tempo a cambiare idea, non siamo alberi possiamo spostarci.

    Ringraziamo Lucrezia per sua disponibilità e le chiediamo tre aggettivi per descrivere Spoleto.

    Grazie a voi per aver pensato di contattarmi! come aggettivi direi sicuramente Armoniosa (dal punto di vista estetico), Preparata (per la formazione che ha sempre dato sia scolastica che culturale), e Leale (quando si torna è come se non si fosse mai partiti).

    Alessio Cao

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    Commentiultimi pubblicati

    gianni burli 2025-03-19 07:31:27
    ciao Aurelio, penso a giocarci!!!!!!
    Aurelio Fabiani 2025-03-19 05:50:04
    Bravo Gianni! Ma i 4 campi da Padel a che servono?
    Patrizia 2025-03-12 13:44:27
    Guardi, Signor Lisci, noi fedeli, al PD vi aspettiamo, con mosse azzeccate, con un occhio alle persone, che non si.....
    Guerrino Fioretti 2025-03-11 19:30:10
    Riuscirà, codesto pseudo politico, a sprecare due parole per l ospedale? Perche prima delle elezioni regionali, e della sua elezione.....
    Aurelio Fabiani 2025-03-08 20:07:31
    Avete già fatto abbastanza danni per l' ospedale. Riposatevi.