(DMN) Spoleto – Proseguono gli appuntamenti della tappa umbra di ‘Panorama d’Italia’, il tour del settimanale Panorama, diretto dallo spoletino d’adozione Giorgio Mulè, caratterizzato da cinque giorni di eventi, in programma tra i comuni di Spoleto, Scheggino, Norcia e Montefalco e dedicati alla musica, all’arte, alla politica, all’enogastronomia, all’ambiente all’impresa ed allo sport. Proprio ad un noto personaggio del mondo dello sport era dedicato l’appuntamento di ieri pomeriggio al Teatro Romano. A ridosso del Museo Archeologico nazionale, dove sono custoditi i reperti che narrano millenni di Storia di Spoletium, è stata raccontata la storia di un giovane spoletino, figlio di un ex pallavolista russo che tra il 1987 ed il 1989 scrisse una pagina indelebile della pallavolo spoletina e mondiale. Stiamo parlando di Ivan Zaytsev, nato a Spoleto il 2 ottobre 1988 dal campione olimpico della Olio Venturi, Vjaceslav Zajcev e dalla nuotatrice, primatista mondiale, Irina Pozdnjakova, tornato nella propria città natale per presentare il suo libro, scritto a quattro mani con Marco Pastonesi ed edito da Rizzoli, ‘Mia’.
Mia – Intervistato dal giornalista Ivan Zazzaroni, lo Zar ha raccontato i suoi “ventinove anni non ancora compiuti”, il suo primo approccio con la pallavolo grazie ad un padre che lo voleva palleggiatore a tutti i costi, la sua ‘ribellione’ verso questo sport, al quale preferiva, inizialmente, il beach volley, le gioie ed i dolori di una carriera in ascesa ma ancora avara di trofei importanti.
lo Zar e la sua Spoleto – dopo aver illustrato i contenuti di ‘Mia’, Zazzaroni ha chiesto al pubblico presente di porre domande allo Zar, la prima, neanche a dirlo, l’ha formulata una ragazza che ha chiesto a Zaytsev se esiste in un futuro, la possibilità di rivederlo in città per indossare la maglia della Monini Marconi. “Purtroppo Spoleto è rimasta in serie A2 – ha risposto lo Zar – mai dire mai, giocare nella mia città natale sarebbe bellissimo”. “Sono legato tantissimo a Spoleto – ha detto Zaytsev rispondendo ad una seconda domanda – anche se ammetto che non ci passo spesso, qui ho diversi amici con cui ho mantenuto rapporti, fa sempre un effetto speciale entrare nella città anche solo passando in macchina, mi emoziona particolarmente”.
Fa.Gas.
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