L’esponente del Miur ha spiegato che la carenza di progettazione è alla base della bocciatura delle richieste di finanziamento delle scuole di Spoleto. Con dirigenti scolastici, cittadini, studenti si è parlato di edilizia e di innovazione didattica. “L’educazione è la prima infrastruttura del Paese”
Riceviamo e pubblichiamo:
Carenza di progettazione, mancanza dei progetti preliminari, definitivi, esecutivi: questo il motivo per il quale non sono state finanziate le proposte di ristrutturazione di oltre 20 scuole avanzate dal Comune di Spoleto. Dopo le tante illazioni da parte di amministratori e le ipotesi e lo smarrimento da parte di dirigenti scolastici, docenti e famiglie, finalmente sono state svelate le carte della bocciatura: a spiegarlo con chiarezza è stata la viceministra all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca Anna Ascani che venerdì è stata a Spoleto. Invitata dai gruppi consiliari del Partito Democratico e di Ora Spoleto, la viceministra con delega all’edilizia scolastica ha incontrato dirigenti scolastici e cittadini in una iniziativa aperta a tutti e svoltasi alla Sala Monterosso di Villa Redenta, rispondendo alle tante domande e questioni poste dai presenti. In primis al quesito posto dall’assessore ai Lavori pubblici Angelo Loretoni, che nel suo intervento ha portato all’esponente del governo i saluti del sindaco Umberto De Augustinis in missione nella città gemellata di Schweztingen. L’assessore Loretoni ha lamentato lo stato disastroso delle scuole spoletine, smentendo dunque il sindaco che asserisce che le scuole sono sicure. Lo stesso assessore si è scagliato contro la viceministra perché “i bandi del Miur sono troppo complicati”. Non sarà che ad essere inadatti siano proprio i governanti di questa città?
Ascani, nell’incontro coordinato dalle consigliere Carla Erbaioli e Luigina Renzi, ha risposto alle numerose domande e questioni poste dai dirigenti scolastici ed ha argomentato sui temi posti da amministratori di segreterie didattiche, personale Ata, docenti universitari, genitori e professionisti, operatori nel campo dei beni culturali, studenti del quinto anno delle scuole superiori in merito alle modalità del test di accesso alla facoltà di Medicina.
La viceministra Ascani, attenta e preparata, ha spiegato che sono 40mila i plessi scolastici italiani e che, secondo una stima della Fondazione Agnelli, occorrono 40 miliardi di euro per poter sistemare tutte le scuole italiane che ne hanno bisogno. Come si è arrivati fin qui? “Sono vent’anni che nella scuola non si fa manutenzione ordinaria – ha ricordato la viceministra -. Fino al 2016, prima del terremoto del Centro Italia, non avevamo nemmeno un quadro dell’anagrafe edilizia scolastica. Adesso lo abbiamo. Nel 2020 siamo in grado di investire 4 miliardi sull’edilizia scolastica”.
Tra le questioni poste dai partecipanti al dibattito anche il carico dei compiti, l’inclusione, la scuola per i ragazzi stranieri.
“L’ambiente ha a che fare con la didattica”, ha aggiunto Ascani. La viceministra ha annunciato come dal prossimo anno, in collaborazione con Indire – Istituto nazionale Documentazione, Innovazione, Ricerca educativa si punta a migliorare l’ambiente di apprendimento per un obiettivo importante su cui risiede la missione della scuola: essere non un distributore di nozioni, ma aiutare a distinguere, a sviluppare il pensiero critico e le competenze di cittadinanza. “Oggi tutti hanno accesso alle informazioni ma non tutti sanno come gestirle, non tutti sanno distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. E il tema che ci deve preoccupare è l’esclusione ed è un problema che ci deve riguardare tutti”.
“Nei decenni passati ci si è crogiolati sul fatto che ‘comunque la scuola andrà avanti’ e, nonostante la ‘riformite’ dei ministri che si sono succeduti, non si sono apportati grossi cambiamenti. Ora vogliamo partire da una domanda: a cosa serve l’educazione nel XXI secolo? L’educazione è la prima infrastruttura del Paese e lo sanno bene gli 8 mila dirigenti scolastici che abbiamo in Italia. Per questo ho chiesto che i fondi Pon siano incentrati il più possibile sulla formazione degli insegnanti. Le avanguardie educative le abbiamo viste, ora dobbiamo diffonderle su larga scala, far sì che siano praticabili per tutti”.
In merito al nuovo accesso a medicina, Ascani ha riferito che il governo sta esaminando nuovo orientamento per far sì che il test si possa svolgere durante il quinto anno della scuola superiore, in modo da non concentrarsi soltanto nel periodo estivo. “Negli anni sono state perse quasi 5mila borse di studio di specializzazione – ha detto la viceministra – finiti nel bilancio del Mef e non più reperibili per questo scopo. Ora ci sono 31 milioni in più per le borse di studio, deve esserci una copertura in tutta Italia”.
Ascani ha ribadito come il diritto per tutti a poter accedere al più alto livello di istruzione è sancito dalla Costituzione. A fronte di questo, brucia constatare come siamo lontani da una delle prospettive dell’Eurozona che ci spronava ad arrivare nel 2020 al 40% di laureati.
L’incontro con la viceministra al Miur Anna Ascani ha rappresentato una occasione di confronto diretto importante per Spoleto, sul tema che negli ultimi anni ha riguardato in maniera urgente la nostra città e più la riguarderà nel prossimo futuro: parlare di scuola significa parlare di tessuto sociale, progresso e sviluppo della collettività.
Esprimiamo soddisfazione per aver dato il nostro contributo a smuovere una situazione che ancora sembra immobile nella nostra città: dopo che si era millantato un canale diretto con il precedente governo, i cittadini si chiedono ancora quali esiti questo canale diretto abbia portato.
Come gruppi consiliari dell’opposizione, e in sintonia con la cittadinanza, abbiamo chiesto ripetutamente e continuiamo a chiedere un consiglio comunale aperto e restiamo del parere che sia necessario discutere di questo tema nel più alto consesso della politica cittadina, dove si assumono le decisioni che riguardano la collettività cittadina tutta: la scuola non è un fatto privato.
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