Nel loro ultimo libro “La relazione generosa”, un vero e proprio manuale, ci prendono per mano fino al raggiungimento del delicato scopo del terzo settore
di Manuele Fiori
Che il loro Dio gliene renda merito, è proprio il caso di dirlo.
Con questo contributo di 185 pagine, chiaro, diretto, fluido e scorrevolissimo, Bortoluzzi Dubach e Tinonin sono andate ben oltre il libro, ben oltre l’utile sociale e sono riuscite a spiegare la filantropia e il mecenatismo mentre fanno anche beneficenza (il ricavato delle vendite sosterrà l’Orchestra Senzaspine e il Fondo di Solidarietà per gli studenti del Conservatorio della Svizzera italiana).
Hanno dato vita ad uno strumento di lavoro capace di fare da ponte tra Fondazioni, enti o semplicemente privati e il mondo dei filantropi e mecenati. Il valore aggiunto, a parere di chi scrive, è l’esperienza che, senza gelosia, sono riuscite a mettere “sul piatto”. l’opera edita dalla FrancoAngeli infatti, con rigore e scrupolosità, parte dalla differenza tra filantropia e mecenatismo (concetti e termini spesso creduti analoghi nonché sinonimi) ricostruendone la storia e il loro originale contesto e spiega in maniera approfondita anche le motivazioni e le aspettative sia dal punto di vista di chi dona (il filantropo-mecenate) e di chi riceve (il richiedente). Concetti che, nel quotidiano possono sembrarci scontati ma che, approfondendo la lettura, non lo risultano affatto. Quindi, le autrici, “scomodano” il mondo della scienza e della psicologia per farsi spiegare connessioni reali e comprovate tra il dono e la felicità, roba da neurobiologia.
Ancora, appellano economisti ed esperti di fund raising per spiegarci anche come predisporre l’attività (dall’organizzazione alla strategia, senza tralasciare gli strumenti operativi) utili per prepararsi al dialogo con un mecenate; e, per ridurre al minimo (se non per annullare) ogni eventuale rischio di insuccesso, ci sintetizzano in sette passi la costruzione della relazione con il mecenate fino al primo incontro (sensibilizzazione e gestione della propria immagine).
Convincere per vincere sul dialogo e poter arrivare ad avviare una partnership (e qui, il contributo nel contributo è tutto sulla PNL e sulla comunicazione verbale e non verbale, scusate se è poco) fino ai risvolti post-collaborazione: la saggia preparazione delle scrittrici infatti, permette di pensare e pianificare anche la gestione del “dopo”. Come riuscire a mantenere e gestire la gratitudine senza che la relazione diventi ingombrante (aspetto rischioso del tandem richiedente-filantropo che mostra un’altra faccia della filantropia) e come studiare l’origine dei patrimoni.
Infine, con ulteriore studio antropologico, il libro-guida chiude dando uno sguardo al futuro e analizzando quindi tutte le nuove prospettive di lavoro con annessi e connessi sul mecenatismo e sulla finanza sostenibile che, suddette relazioni, possano generare.
insomma, le due autrici non hanno lasciato nulla al caso e, soprattutto in un periodo pandemico come quello attuale, hanno dato speranza, idee e riportato luce nelle menti dei più positivi che, in un modo o nell’altro, credono in una ripartenza post-Covid19.
Prefazione di Viviana Kasam, postfazione di Ernst Fehr e tante checklist di mondi a confronto.
Assisteremo ad una nuova era di visionari e di start-up 3.0? Ai posteri l’ardua sentenza.
Elisa Bortoluzzi Dubach, non nuova a contributi di questa portata, ha scritto: Lavorare con le fondazioni. Guida operativa di fundraising (Franco Angeli) e, con Hansrudolf Frey, Sponsoring dalla A alla Z. Manuale operativo (Skira) e “Mäzeninnen-Denken-Handeln-Bewegen” (Haupt Editore).
Docente universitario in Italia e Svizzera, è consulente di relazioni pubbliche, sponsorizzazioni, fondazioni, per mecenati, consiglieri di fondazione, amministratori delegati di aziende nazionali e internazionali, governi e amministrazioni pubbliche. Fa parte della giuria del Premio austriaco “Mecenate”. Autrice di articoli sullo sponsoring, le fondazioni erogative e il mecenatismo – pubblicati in riviste specializzate, in lingua tedesca, inglese, italiana e araba – .
Chiara Tinonin è consulente di fondazioni e organizzazioni non profit in ambito artistico e culturale, ambasciatrice di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto per l’Australia, dove è consulente storica dell’Arts Learning Festival di Melbourne. Scrive di mecenatismo, filantropia e politiche culturali.
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