Claudio Lepore, riflessioni esclusivamente personali

  • Letto 1269
  • Manifesto per un futuro possibile: oggi è subito

    Riceviamo dal dott. Claudio Lepore, direttore generale del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto e pubblichiamo integralmente:
     
    È il momento opportuno per provare a sovvertire le regole attraverso un’azione “politica” nel senso più nobile del termine;
    1. Esaltare l’attività culturale in maniera diversa, autentica e non solo attraverso le categorie che lo Stato ha imposto;
    2. Per fare quanto sopra occorre prendere posizione e non necessariamente fare “gruppo”. Non siamo tutti uguali. In questo periodo dove la riflessione sulla realtà, su me stesso, sul lavoro che faccio sono particolarmente sensibili, scelgo il rimescolamento;
    3. L’azione culturale e nello specifico la “rappresentazione” senza vincolo di stile o modalità, deve rientrare tra le azioni sociali e politiche di una nazione anzi di una comunità che solo a parole esalta la cultura;
    4. Il rappresentare deve essere istituzionalizzato, deve rientrare tra le materie scolastiche in quanto rappresentare è una modalità critica dell’espressione più profonda delle persone;
    5. Nello stesso tempo occorre privilegiare in modo selettivo chi veramente crede in un nuovo progetto sociale dove la “rappresentazione” diventa parte della vita in comunità;
    6. Estendere, moltiplicare scuole per chi decide di dedicarsi con serietà a questo tipo di attività e che la considera necessaria, comprendendo che il talento e l’abilità possano essere più diffusi, e che applicarsi per questa attività risulti essere una funzione anche maieutica a favore della comunità.
    7. Ripeto da anni che l’iniziativa Monticchiello con i dovuti assestamenti e adeguamenti debba essere preso come uno dei punti di riferimento. La moltiplicazione nelle città grandi e piccole di questo metodo attraverso un lavoro serio nei borghi e nei quartieri delle grandi città può essere uno dei modelli vincenti.
    8. L’attività maieutica dell’artista, dopo una seria formazione vasta non episodica, deve diventare necessaria per le comunità. Debbono nascere quindi mille, duemila Monticchiello o simili;
    9. E chi se ne occuperà sarà l’artista, e ripeto senza ora chiudersi in categorie (opera, musica, danza, prosa, ecc). Queste attività comporteranno anche il riconoscimento delle altre figure professionali che devono essere svolte con consapevolezza e quindi attraverso una seria formazione culturale non solo di carattere tecnico. Sapere montare un palco tra i condomini di una periferia è un atto politico, un atto culturale non la mera esecuzione di un’indicazione di carattere tecnico necessario per la parte artistica e rappresentativa.
    10. Questa categoria dell’”artista” nel senso più ampio del termine deve essere riconosciuta. Se il sistema dove accade ciò è quello attuale in Italia e cioè il sistema democratico e di rappresentanza parlamentare, sia il Parlamento a deciderlo e persino inserirlo in Costituzione. Hanno modificato di tutto nella carta costituzionale, anche quanto non doveva essere modificato quindi l’idea “sovversiva” è questa che ritengo sia giusto per finire e cioè il riconoscimento della funzione dell’artista come necessario, indispensabile, per la crescita della persona. Altrettanto deve esserci un riconoscimento sancito che consideri questa attività un lavoro a pieno titolo (non parliamo di volontariato né di terzo settore a cui non credo)
    11. Non è possibile che si parli solo di bar e ristoranti una comunità non è fatta soltanto di bar e ristoranti anche se è giusto che vivano pure loro.
    12. Occorre quindi un’azione politica affinché, essendo prevalente e sancito dalla regole un parlamento, ci siano interlocuzioni dirette con i parlamentari e lavorare in modo tale da far comprendere il concetto di “arte necessaria” per lo sviluppo delle comunità.
    E qui mi fermo. Sono considerazioni forse gratuite, ma la “situazione culturale” è troppo bassa e questo va a impattare anche sul mondo del lavoro inteso come mondo reale come bisogni, come necessità, come attività produttive. Siamo sempre alle solite. L’ignoranza prevale e nel contempo prevale sempre di più la logica del profitto. Si può tranquillamente acquistare una società, un’impresa per poi chiuderla, e togliere la concorrenza sul mercato. Probabilmente non sono idee originali, ma senz’altro si è troppo parlato senza mai fare nulla.
     
     
    Claudio Lepore
     

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    Carlo Neri 2024-04-23 07:23:14
    Liberazione da cosa? da chi? dallo "straniero" per cui è stato combattuto il Risorgimento e la prima guerra mondiale? In.....
    Alex 2024-04-20 21:19:21
    Dovreste invece ringraziare chi nell'aministrazione comunale si è attivato per rendere concreto questo strumento di partecipazione del quale se n'è.....
    Aurelio Fabiani 2024-04-05 21:43:38
    Delle vostre sceneggiate non ce ne frega niente. Ce lo ridate l' ospedale o no!
    Aurelio Fabiani 2024-03-30 00:34:34
    I cerotti non nascondono le amputazioni, neanche i campagna elettorale. La città di Spoleto vuole il ripristino di tutti reparti.....
    Aurelio Fabiani 2024-03-19 21:39:22
    TESEI E IL GOVERNO REGIONALE DI LEGA, FORZA ITALIA, FRATELLI D'ITALIA STANNO PER CONCLUDERE L' OPERA DI CANCELLAZIONE DEL SAN.....