Umbria dimenticata: storia e misteri di Mucciafora

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  • La frazione di Poggiodomo, comune più piccolo dell’Umbria, connubio perfetto tra arte, storia, natura e leggenda. Oggi il 78° anniversario dell’efferato eccidio nazifascista

    (DMN) Poggiodomo – Il borgo di Mucciafora è la frazione più elevata del comune di Poggiodomo. Il castello medievale, sorto circa nel XIII secolo in una zona impervia, nella quale erano presenti precedenti nuclei abitativi, è collocato a 1070 metri d’altitudine ed è tra le piccole frazioni più alte della Valnerina. Incastonato tra le montagne è un luogo magico, circondato da una natura incontaminata e permeato da un’aura di misticismo, come gran parte dell’Umbria.
    Questa rocca medievale di confine ebbe una storia travagliata, essendo stata centro di aggregazione per i ghibellini della zona e successivamente distrutta nell’agosto del 1489. Ricostruita in seguito, tornò alla sua normale vita fino al triste e grave episodio del 1943. Il 4 novembre di quell’anno un gruppo di partigiani fece ingresso nell’abitato e si asserragliò tra le case. Il 30 novembre tre colonne nazifasciste attaccarono il paese e cacciarono i partigiani dopo una serie di scontri, accanendosi poi sugli abitanti inermi ed uccidendone sei. L’eccidio efferato, di cui oggi ricade il 78° anniversario, è ricordato da un monumento e da una targa posti al centro del paese, per non dimenticare la barbarie di questo avvenimento.
    Al centro del paese si trova la chiesa di Santa Giuliana, costruita nel 1300. Fino all’editto di Saint Cloud, che stabilì il divieto di sepoltura dei defunti all’interno delle mura, Santa Giuliana fu la tomba dei Mucciaforini.
    La chiesa, composta da una pianta rettangolare con volta a botte, ha sulla parete di fondo un unico altare. Attraverso due botole si accede alla camera sotterranea preposta all’inumazione delle salme. Al piano superiore ospita quella che era la vecchia canonica, divenuta ora abitazione privata.
    Lasciamo la storia per approdare nella leggenda.
    Le leggende che ammantano questo luogo, collocato fuori dal tempo, sono diverse e tutte affascinati.
    La tradizione popolare racconta di una cittadina che venne sepolta qui agli inizi del 1800. La sventurata sembra fosse un caso di morte apparente e si trovò praticamente sepolta viva. Secondo i racconti la sua salma fu ritrovata, durante l’inumazione in una posizione strana, mossa rispetto a quella originaria. Si dice la sfortunata donna abbia provato ad uscire, alzando le pesanti botole di pietra della cripta, ovviamente senza riuscirci. Una storia da brividi!
    Di fronte alla cripta troviamo la chiesa principale del paese, San Bartolomeo. L’edificio, in stile romanico, è stato arricchito da altari e soffitti a cassettoni in legno, ricostruito nel 1703 dal noto parroco di Mucciafora Don Mattia Amadio. Questa figura di sacerdote è molto particolare e conosciuta in zona. All’interno della chiesa in cui è sepolto troviamo l’iscrizione, da lui stesso voluta: “Qui giace Don Mattia Amadio che non amò abbastanza iddio, calpestate le sue ossa ma pregate per lui”. Il sacerdote predicò a lungo in tutto il territorio nursino, si dice compiendo anche miracoli. Tra questi l’episodio accaduto nel 1735 quando il sacerdote si trovava a Norcia per una missione e dalla ferita al petto della Madonna Addolorata, una tela che portava sempre con lui, uscirono lacrime color argento. I nursini interpretarono l’accaduto come un particolare segno di benevolenza della Madonna nei loro confronti. Da allora la Madonna viene anche invocata come protettrice dai terremoti.
    Altre storie misteriose raccontano di un parroco dei primi del 1900, ormai defunto, che sembra ancora vegliare sulla sua canonica sopra Santa Giuliana, apparso in passato in più occasioni.
    Ovviamente il confine tra realtà e fantasia è sempre molto sottile in questi racconti, che però contribuiscono positivamente a tener vive tradizioni e memorie di paesi che oggi soffrono il fenomeno dello spopolamento e che devono poter tornare a vivere e fiorire attraverso un turismo culturale e naturalistico sostenibile.
    Mucciafora e tutto il suo territorio rappresentano un perfetto connubio tra arte, storia, natura e leggenda. Un tesoro da valorizzare e conoscere.

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    Carlo Alberto Bussoni 2024-07-23 16:38:22
    Sottoscrivo in pieno (e chi non lo farebbe?). E a proposito di "bitume mal posato, con possibilità di cadute per.....
    Carlo neri 2024-07-06 09:48:20
    La trave nel....l'occhio altrui è sempre una pagliuzza.
    Aurelio Fabiani 2024-07-04 18:04:00
    Chiunque incontri la Tesei e non rivendichi la riapertura immediata di tutti i reparti del San Matteo chiusi nel 2020,.....
    Carlo neri 2024-06-30 17:36:48
    Bocci senza lo sponsor Comune di Spoleto/PD farebbe la fame.
    Carlo Neri 2024-04-23 07:23:14
    Liberazione da cosa? da chi? dallo "straniero" per cui è stato combattuto il Risorgimento e la prima guerra mondiale? In.....