Umbria dimenticata: il sentiero delle fate a Castelluccio di Norcia

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  • Leggende e miti dei monti Sibillini si intrecciano con la realtà in questi luoghi incantati – galleria fotografica 

    di Alessio Cao 

    (DMN) Norcia- Il monte Vettore e Castelluccio di Norcia sono luoghi ormai famosi in tutta Italia. La bellezza dei panorami e la meraviglia dei colori della fioritura della lenticchia, nella piana di Castelluccio, creano un caleidoscopio di sfumature, un’immersione nelle emozioni che porta sempre più persone a visitare questi luoghi incantati. Dalla cima del monte Vettore con un trekking duro, ma affrontabile anche dai meno allenati, si può godere di una vista unica, dei profumi della montagna e soprattutto del silenzio. Un silenzio assordante, che riempie il cuore, incredibile per chi, come noi, vive ormai immerso nel rumore, nel caos della quotidianità e della frenetica vita cittadina.
    Non è solo la natura ad essere rimasta intatta in questi luoghi, ma anche la tradizione e le leggende che la accompagnano, tramandate di bocca in bocca, di generazione in generazione da tempo immemore.
    Oggi vi raccontiamo quella del “Sentiero delle Fate” e della Sibilla.
    Secondo la leggenda, la Sibilla era una donna, una maga dotata di capacità divinatorie, grande conoscitrice dell’astronomia e della medicina che viveva nell’omonima grotta sui monti Sibillini. La maga, a cui gli antichi usavano rivolgersi per conoscere il proprio futuro, era solita esprimersi in maniera vaga ed interpretabile. In queste sue attività magiche la Sibilla non era sola, si accompagnava con delle fate, donne giovani, bellissime, ma con piedi caprini. Queste creature magiche erano però solite frequentare i villaggi umani, per trasmettere una parte del loro sapere e per incontrare i giovani pastori. Una notte, la Sibilla permise loro di recarsi ad una festa, con l’obbligo però di tornare alla grotta prima dell’alba. Le fate, perse nelle danze e nel divertimento al villaggio si distrassero e non si resero conto del passare del tempo. Appena si accorsero che il sole stava per sorgere iniziarono una folle corsa per tornare alla grotta e con i loro piedi caprini solcarono in profondità la montagna, creando la spaccatura che attraversa il Vettore, ancor oggi perfettamente visibile.
    Ovviamente la zona era popolata prevalentemente da pastori, quindi è facile capire l’origine di storie e misteri legati al mondo della pastorizia.
    Questi luoghi celano comunque molti altri segreti, tra cui i misteri della grotta della Sibilla, forse porta per il purgatorio, la leggenda che aleggia intorno al lago di Pilato, i misteri delle streghe e dei negromanti che frequentarono queste montagne. Vi racconteremo anche queste storie, appena potremmo tornare in questi luoghi incantevoli, in cui l’uomo ritrova inconsapevolmente la sua dimensione, la vicinanza alla natura e la serenità che solo la montagna permette di assaporare. Un viaggio nel tempo e nel verde da annoverare tra i primi da fare appena sarà possibile, anche per sostenere una comunità forte che non ha mai mollato, nemmeno dopo le profonde ferite subite con il terremoto.

     

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    Commentiultimi pubblicati

    Carlo Alberto Bussoni 2024-07-23 16:38:22
    Sottoscrivo in pieno (e chi non lo farebbe?). E a proposito di "bitume mal posato, con possibilità di cadute per.....
    Carlo neri 2024-07-06 09:48:20
    La trave nel....l'occhio altrui è sempre una pagliuzza.
    Aurelio Fabiani 2024-07-04 18:04:00
    Chiunque incontri la Tesei e non rivendichi la riapertura immediata di tutti i reparti del San Matteo chiusi nel 2020,.....
    Carlo neri 2024-06-30 17:36:48
    Bocci senza lo sponsor Comune di Spoleto/PD farebbe la fame.
    Carlo Neri 2024-04-23 07:23:14
    Liberazione da cosa? da chi? dallo "straniero" per cui è stato combattuto il Risorgimento e la prima guerra mondiale? In.....