Il Caporal Maggiore Scelto Lucidi ci racconta la sua carriera militare e l’esperienza nella radio della Forza Armata
di Alessio Cao
(DMN) – Volti di Spoleto incontra oggi la nostra concittadina Marta Lucidi, Caporal Maggiore Scelto dell’Esercito in servizio a Pesaro, nella redazione di Radio Esercito. Marta, classe 1987, dieci anni fa lascia l’Umbria ed inizia giovanissima il suo percorso militare.
Buongiorno Caporal Maggiore Scelto Lucidi, ci racconti come nasce la scelta di una carriera professionale nell’Esercito? Un sogno da sempre nel cassetto?
La mia carriera nell’Esercito nasce poco più di 10 anni fa, il 23 marzo 2010. Quello di indossare questa divisa, è un sogno che mi porto dietro da quando ero piccola. Quando tutte le mie amichette sognavano di fare la maestra o la ballerina io mi “allenavo” a fare il saluto militare immaginando un futuro da soldato. Da cosa deriva questa passione esattamente non lo so, è un po’ come il grande amore, lo ami e basta!
La sua è una professione che l’avrà portata a girare molto per l’Italia, lontana dalla Valnerina e da Spoleto. Dove ha prestato servizio e che incarichi ha ricoperto?
Amo molto viaggiare quindi non mi pesa affatto! I primi tre mesi sono stata ad Ascoli, al Reggimento Addestramento Volontari, poi a Roma al 6° Genio Pionieri, dopo di che ho avuto la mia prima assegnazione da vfp1 alla scuola NBC di Rieti, un reparto che mi ha dato moltissimo sotto il profilo professionale e soprattutto umano. In seguito ho vinto il concorso da volontario in ferma prefissata di 4 anni e sono stata trasferita al 28° Reggimento “Pavia”, che si occupa di Comunicazioni Operative a Pesaro, dove sono tutt’ora. Negli ultimi anni ho trascorso sei mesi a Parma per il servizio di Strade Sicure e altri sei mesi in missione in Kosovo. Ho avuto vari incarichi e lavorato in vari uffici, sono passata dal fuciliere, all’operatore per le comunicazioni operative.
Quali emozioni prova una giovane ragazza a trovarsi lontana da casa, in un ambiente pieno di sfide e di impegni come quello militare?
Diciamo che nel nostro lavoro non ci si annoia mai, amo questa vita anche per questo! Ovviamente come tutti credo che quando ci si trova di fronte a qualcosa di nuovo la paura c’è, ma se non si prova, si rischia di rimanere con il rimpianto. L’Esercito è un mondo molto variegato, si può trovare la propria dimensione ovunque, basta solo credere nei valori fondamentali per chi indossa le stellette: spirito di corpo, sacrificio, fedeltà, coraggio. Non ci sono né robot né super uomini in questo ambiente, solo persone che provano a fare del bene per la nostra Nazione ogni giorno, che cercano di migliorarsi sotto tutti i punti di vista e lavorano come una grande famiglia! Sono sempre più orgogliosa di farne parte ed è questo che mi dà la carica tutti i giorni, anche in quelli in cui si ha più paura o ci si sente lontani da casa.
Arriviamo al presente, Pesaro e Radio Esercito. Fare lo speaker è sicuramente una professione curiosa, diversa dal solito, soprattutto in ambiente militare. Ci spieghi come funziona questa emittente radiofonica e di cosa si occupa lei nel dettaglio.
Radio esercito è la web radio dell’Esercito Italiano ed uno strumento di comunicazione interna. Fondamentale per le sue caratteristiche di flessibilità, versatilità e velocità, con cui l’informazione arriva a tutta la comunità militare. Io faccio parte della redazione della radio e mi occupo della rassegna stampa e delle notizie a carattere militare, che poi leggo ogni ora nello spazio delle news. La radio è gestita totalmente da personale militare, c’è un direttore dei programmi, speaker, tecnici di regia e una redazione. Siamo in onda h24, 7 giorni su 7.
Come scegliete la musica? Quali generi preferite? E le notizie? Che tipo di approfondimenti fate?
Il processo di creazione della radio è stato lungo ed è passato per una valutazione dall’audience che dovevamo raggiungere, è calibrata sulle abitudini, che sono legate ovviamente agli orari di caserma. Il claim della radio è “la radio che marcia al tuo fianco”. Abbiamo un pubblico molto vario, quindi si ascolta un po’ di tutto, dalle hit del momento al pop e rock anni 80 italiano e straniero. L’informazione ha un suo preciso appuntamento, ogni inizio ora con la rassegna stampa che ci invia lo Stato Maggiore dell’ Esercito e poi raccontiamo tutto ciò che accade nella Forza Armata, da nord a sud e anche all’estero.
Come è giunta a fare questa professione particolare? Un percorso formativo mirato?
La comunicazione è un ramo che mi affascina da sempre, ci credo molto. In questa realtà mi ci sono trovata, prima con il trasferimento nel 2012, poi qui, a Radio Esercito. Qualche anno fa ho fatto un corso speaker al Reggimento, ma è stato il mio Comandante di Compagnia, il Magg. Alessandro Faraò che mi ha fortemente voluto, forse piace l’accento spoletino! Battute a parte sono molto contenta di quello che faccio ora e spero di esserne all’altezza.
Progetti ed ambizioni per il futuro. Continuerà nel ramo della comunicazione?
Progetti per il futuro, tanti, come sempre! Proverò a fare altri concorsi nell’Esercito, mi piacerebbe studiare il tedesco, fare esami di inglese, specializzarmi sempre più in quello che faccio e poi non lo so, vedremo strada facendo, ma non credo mi fermerò. Nel ramo della comunicazione, come già detto, mi ci sono ritrovata, essendo laureata in altro, ma al Reggimento abbiamo fatto molti corsi, interessantissimi e unici nel loro genere. Siamo i soli che si occupano di questo in Italia, oltre a questi corsi, ho avuto il piacere di frequentare un master universitario presso l’Università di Urbino in comunicazione strategica, un master frutto di un accordo tra la Difesa e l’ateneo.
Chiudiamo con il nostro saluto di rito alla città, cosa le manca di Spoleto? Vorrebbe tornare a vivere in zona? La descriva con un pregio ed un difetto.
Di Spoleto mi mancano i miei amici, noi umbri siamo testardi ma con un gran cuore e credo che più della nostra magnifica Rocca, del nostro stupendo fiume Nera, dei nostri borghi, mi mancano le persone, gli amici di una vita, mi manca la mia famiglia e mio fratello. Per ora non vorrei tornare a vivere in zona ma in un futuro chissà. Citare un pregio è riduttivo, come non amare il nostro cibo, le nostre sagre estive, il nostro modo di divertirci con niente, il nostro accento, il Festival dei Due Mondi! Come unico difetto, direi che sappiamo sfruttare poco l’immensa bellezza e le innumerevoli attività immersi nella natura che ci offre la nostra amata UMBRIA!

Brava Marta, continua così.