Presentato a Spoleto il primo Festival FREE WOR(L)D per la Libertà di Espressione

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  • Grande interesse per la conferenza stampa all’Urban Center

    Presentato ieri mattina presso l’Urban Center di Spoleto in Corso Mazzini la prima edizione del Festival FREE WOR(L)D per la Libertà di Espressione cui la cittadinanza e la stampa erano state invitata a partecipare. Interesse che di fatto si è manifestato con grande coinvolgimento di pubblico e il ritrovamento di un più vasto “umanesimo” tra le persone.

    L’antitesi per creare a Spoleto un Festival dedicato alla Libertà di Espressione, in tutte le sue forme e senza alcuna distinzione, nasce nell’aprile del 2019 dalla giornalista freelance Valentina Tatti Tonni, romana trapiantata in Umbria che, nel suo discorso di apertura ha tenuto a ringraziare  tutte le persone e le associazioni che hanno aderito al progetto e senza le quali il Festival non sarebbe mai nato. Un giorno, lei, spronata dalla lettura delle cronache recenti sentì l’esigenza di fare qualcosa, di (re)agire e rispondere con la cultura e l’informazione al sopruso delle paroledell’odio, della violenza, della maleducazione, della mancanza di rispetto, chiamando in causa e in modo sinergico cittadini attivi e 15 tra associazioni, centri culturali e una libreria (in particolare: Libera Spoleto, Centro Anti Violenza e Donne contro la guerra, Cittadinanza Attiva, Urban Center, Associazione Ziua Unirii, Co-working, Associazione Teude, Associazione A sinistra per Spoleto, Associazione Ora Spoleto, Sala Frau, Associazione BeHuman, Legambiente Spoleto, la sezione Archivio di Stato di Spoleto, il Centro Culturale Poli d’Arte e la libreria Ubik). Accoglienza infine avuta anche dal Comune di Spoleto che, riconoscendone l’alto valore sociale e inclusivo, ha patrocinato l’intera iniziativa.

    È nostra convinzione che in un momento storico come quello in cui viviamo, sia necessario che tutti si riapproprino dei propri diritti, dei propri doveri e dei valori universali. I fatti di cronaca, gli episodi di violenza sempre meno rari (dal giornalista aggredito nello svolgimento del proprio lavoro, al capotreno malmenato, all’anziano picchiato per noia e delinquenza, al ragazzino bullizzato e istigato al suicidio, etc.), ci inducono a (ri)pensare una democrazia che non possa essere ancora calpestata. Il Festival ambisce allora a diffondere nella cittadina un modo di fare che possa essere esportato in altri luoghi, perché la cittadinanza torni a sentirsi parte di qualcosa di reale e di concreto con convinzione di apertura e di confronto.

    Se in una democrazia la libertà di manifestare il proprio pensiero è assente o, peggio, minacciata dal potere forte di turno (che sia istituzionale, di lobby, di criminalità) vi è dunque l’urgenza che la cittadinanza tutta si riunisca, collabori e prenda posizione.

    E dunque, un’azione che di impatto può sembrare banale assume invece un carattere sovversivo.

    Noi crediamo che censurare le idee non educhi al pensiero critico ed è quindi per tale ragione che in modo esteso e itinerante il Festival si propone di rimettere al centro la cultura e le persone con le loro idee facendo confluire cittadini, studenti, professori, esperti, giornalisti e associazioni di categoria, una scorta mediatica fatta di coscienze, continuità e consapevolezza sotto quell’unico cappello illuminato del diritto/dovere alla libertà di espressione, distribuendo al pubblico punti di vista differenti.

    Centrale in questo contesto e che ci rende fieri delle iniziative messe a punto – un’edizione zero perlopiù autofinanziata, anche se stiamo ancora cercando sovvenzioni esterne – la partecipazione e il coinvolgimento di giovani studenti, come chi ha frequentato o frequenterà il Corso propedeutico in giornalismo “Walter Tobagi” con l’eccezionale collaborazione dei loro professori. Il gran valore di questi ragazzi sarà quello di  mettersi in gioco moderando, di volta in volta insieme ad un adulto, i convegni organizzati. Uno dei quali, ad esempio, dedicato alla libertà di stampa ha ottenuto il riconoscimento Sigef ed è entrato nella formazione deontologica dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria che darà ai partecipanti 6 crediti.

    Una prima edizione perlopiù autofinanziata – “tralasciando alcuni contributi esterni che potrebbero arrivare, come è accaduto con la Meccanotecnica Umbra che ringraziamo” dicono dal Festival – a cui si è deciso di affiancare una campagna di crowdfunding tramite la piattaforma buonacausa.org, una raccolta fondi utile a sostenere le attività in programma e i futuri eventi off “che speriamo possano continuare nel tempo, altrimenti non ha senso” sottolinea Tatti Tonni. Il link di riferimento è visibile alla pagina Facebook ufficiale del Festival (@Festivalfreeworld), oppure sul sito della piattaforma nella sezione “cause” sotto “festival per la libert di espressione”.

    Un Festival, dunque, che è sinonimo di apertura e riflessione costante, adatto a tutti e pensato per la comunità, soprattutto per chi è in disaccordo ma che all’attacco preferisce il confronto.

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    Carlo Alberto Bussoni 2024-07-23 16:38:22
    Sottoscrivo in pieno (e chi non lo farebbe?). E a proposito di "bitume mal posato, con possibilità di cadute per.....
    Carlo neri 2024-07-06 09:48:20
    La trave nel....l'occhio altrui è sempre una pagliuzza.
    Aurelio Fabiani 2024-07-04 18:04:00
    Chiunque incontri la Tesei e non rivendichi la riapertura immediata di tutti i reparti del San Matteo chiusi nel 2020,.....
    Carlo neri 2024-06-30 17:36:48
    Bocci senza lo sponsor Comune di Spoleto/PD farebbe la fame.
    Carlo Neri 2024-04-23 07:23:14
    Liberazione da cosa? da chi? dallo "straniero" per cui è stato combattuto il Risorgimento e la prima guerra mondiale? In.....