Il nuovo parroco potrà contare sulla collaborazione dei Frati Minori Cappuccini. L’Arcivescovo rassicura tutti sulla parrocchia di S. Sabino: «Rimane viva e vegeta»
Nel pomeriggio di domenica 18 ottobre 2020 don Davide Travagli ha preso possesso delle parrocchie del Sacro Cuore di S. Sabino in Spoleto. Negli ultimi otto anni è stato parroco di Arrone e Polino. Prende il posto di don Alessandro Lucentini, don Mirco Boschi e don Mahimai Dass Irudajam. Don Davide potrà contare sulla collaborazione dei Frati Minori Cappuccini di Spoleto. L’ingresso è avvenuto nella palestra del Sacro Cuore (la chiesa è inagibile a causa del terremoto del 2016) con una Messa presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo e concelebrata dagli altri parroci della zona. Da Ferrara, città natale di don Davide, sono giunti la mamma Violetta e il fratello.
Omelia dell’Arcivescovo. «L’avvicendamento di un parroco – ha detto mons. Boccardo – al servizio di una comunità parrocchiale è sempre un momento di grazia. Al di là del cambiamento e dunque della riorganizzazione necessaria e dei sentimenti di gratitudine per chi va e di curiosità per chi arriva, è un evento che aiuta e provoca la comunità parrocchiale a prendere coscienza del grade patrimonio del quale è custode. Ogni parrocchia, infatti, eredita una grande ricchezza di testimonianza di fede e di opere. Questa eredità viene passata alle generazioni che si susseguono e ai parroci che le accompagnano. Non è però un pezzo da museo, non è da custodire immutabile: deve rimanere viva e continuare a generare frutti di vita cristiana. Per questo l’arrivo di un nuovo parroco rimette in movimento, il parroco stesso e la comunità. Queste comunità del Sacro Cuore e di S. Sabino dove don Davide inizia il suo ministero, insieme a quelle di S. Nicolò e di S. Venanzo, Maiano e Morgnano, sono chiamate a costituire una bella e luminosa testimonianza di vita cristiana». Poi, il punto dell’Arcivescovo sulle chiacchiere circolate riguardo ad una possibile soppressione della parrocchia di S. Sabino: «È vero – ha detto con chiarezza mons. Boccardo – che i soliti bene informati, o probabilmente coloro che erano stati maliziosamente informati, hanno temuto e annunciato la morte e la dissoluzione della parrocchia di S. Sabino. Qualcuno mi ha anche scritto in merito. La parrocchia di S. Sabino rimane viva e vegeta, certo con un parroco che sarà condiviso con la parrocchia del Sacro Cuore. Queste due comunità quindi sono ora chiamate a lavorare insieme sempre di più, superando invidie, gelosie e contraddizioni. Non ci sono quelli buoni e quelli cattivi, quelli che possono leggere in chiesa e quelli che non possono, quelli che possono cantare e quelli che non possono. Ognuno ha diritto di cittadinanza nella comunità cristiana. Nessuno è perfetto, né autosufficiente. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. E dunque avviamo questa sera un progetto esigente per queste comunità. Don Davide viene in mezzo a voi per dire che l’unico pastore è Gesù Cristo; lui non avrà la soluzione a tutti i problemi, verrà qui per ripetere le parole e i gesti di Gesù attraverso i segni sacramentali». Prima della benedizione finale una ragazza ha dato il benvenuto a don Davide a nome delle due parrocchie e alcuni ragazzi gli hanno donato a nome delle comunità un calice e una pisside.
Saluto di don Davide. «Il Signore ha sempre pronto qualcosa di bello e di meraviglioso per tutti. Certo, sono preoccupato: sarò capace di dare a Dio ciò che è di Dio? Ma la certezza è Gesù, l’unico che rivela l’uomo per quello che è, figlio e fratello. Con questa consapevolezza vengo tra voi. L’avventura più bella per noi cristiani è poterci dire fratelli, capaci di amarci con l’amore di Dio. La cosa più preziosa che porto con me sono le persone incontrate, le relazioni che il Signore mi ha concesso di intrecciare in questi anni: a Norcia, a Cesi di Terni, a Spoleto nella pastorale giovanile e infine ad Arrone e Polino. Il desiderio che ho, allora, è allargare ancora di più la mia fraternità. Grazie al Vescovo della fiducia che mi ha dato. Quando mi ha proposto di venire qui, gli ho detto: non ne sono degno, ma dico sì, provo a fare questo servizio alla Chiesa. La missione è grande, ma con l’aiuto di Dio tutto è possibile».
Fonte www.spoletonorcia.it
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