Dipendenti autorganizzati ex Novelli: «non siamo assolutamente soddisfatti»

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  • Riceviamo e pubblichiamo:

    NON SIAMO ASSOLUTAMENTE SODDISFATTI
    NO ALL’ACCORDO TRA ALIMENTITALIANI E SINDACATI CONFEDERALI

    La versione “ufficiale” sull’ipotesi di accordo firmato il 13 aprile 2017 a Roma dalla nuova proprietà Alimentitaliani srl e dai sindacati confederali di settore, nella sede del MISE, esprime soddisfazione, ma noi dipendenti autorganizzati della exNovelli del SITO di TERNI ci chiediamo della soddisfazione di chi si parli, dato che questo accordo è tutt’altro che una fumata bianca e va respinto.
    Dopo la discutibile cessione del 22 dicembre 2016 dell’azienda umbra alla calabrese Alimentitaliani s.r.l.”, il sito di Terni è stato indicato come la principale fonte di ridondanza occupazionale, ma nonostante la volontà di tagli al personale ha continuato un percorso di pesanti sacrifici per i lavoratori, contrassegnato da incertezze sulla fruizione dei contratti di solidarietà, dalla sospensione di accordi sindacali già sottoscritti e, soprattutto, da un clima di continue vessazioni ed atteggiamenti intimidatori da parte della proprietà.
    Nonostante lattacco ai diritti acquisiti, le minacce di riduzione del personale ed il caos organizzativo determinato dal nuovo management, i lavoratori hanno continuato ad affiancare la nuova proprietà e sono stati determinati per la prosecuzione dellazienda.
    La situazione è però degenerata fino a divenire del tutto insostenibile il 29.03.2017 quando, prima di unassemblea sindacale, la nuova proprietà ha cercato di dividere i lavoratori chiamando a colloquio riservato solamente i dipendenti che, a loro giudizio, sarebbero dovuti rimanere in forza nellazienda.
    Questo tentativo di divisione tra i lavoratori ha prodotto limmediato rifiuto tra i lavoratori ed ha portato ad un inevitabile sciopero ad oltranza. Durante lo sciopero si è però purtroppo determinata una divisione dei dipendenti, tra coloro che, considerando lassenza di piani industriali e lattacco frontale ai diritti, ai salari ed alla dignità dei lavoratori ritenevano fondamentale arrivare a forme di lotta condivise per garantire un futuro dignitoso a chi lavorava e coloro che hanno abbassato la testa sottostando ai ricatti della nuova proprietà nella speranza di mantenere un posto di lavoro ad ogni costo. Nella storia delle lotte dei lavoratori la divisione è sempre stato un elemento che ha favorito i vertici e ha indebolito le lotte e le conquiste dei dipendenti.
    In questa situazione si è arrivati al 10 aprile scorso, giorno in cui gli scioperanti sono stati puniti e messi in ferie forzate, con una condotta senzaltro ritorsiva e chiaramente antisindacale, con atteggiamento più da padroni delle ferriere dell800 che non da moderni manager.

    Ciò premesso, CONFERMIAMO le nostre forti perplessità rispetto allaccettazione dellipotesi di accordo firmata al MISE il 13 aprile in quanto:
    1-prevede un approssimato piano industriale”, del tutto insoddisfacente e carente degli elementi fondanti un piano che possa essere definito tale;
    2- Relativamente alla riorganizzazione interna, esordisce con la previsione del pieno mantenimento dei livelli occupazionali, circostanza subito dopo disattesa da tutta una serie di pesanti interventi, per altro, descritti in maniera sommaria:
    riqualifica dei rapporti contrattuali (e quindi perdita dei diritti acquisiti e dei salari)
    affidamento a società terza dei servizi amministrativi al netto delle risorse considerate ridondanti (e quindi licenziamenti del personale amministrativo per esternalizzare i servizi, con perdita delle conoscenze e delle professionalità accumulate, in contrasto con limpegno di mantenere i livelli occupazionali);
    quantificazione degli esuberi in numero di 75 dipendenti al netto dei dirigenti (anche qui in contrasto con quanto dichiarato al momento della cessione, che si sarebbero garantiti i livelli occupazionali);
    voltura contratto di solidarietà con utilizzo dei massimali possibili;
    ricorso alla CIGS per area di crisi complessa con deroga alla rotazione, ai criteri di scelta e a zero ore;
    azzeramento dei superminimi, dei benefit di qualsiasi natura e annullamento degli scatti danzianità;
    A fronte di tutto questo, non possiamo che ribadire la nostra delusione verso i sindacati che dovrebbero garantire i diritti e loccupazione dei lavoratori e la nostra indignazione rispetto ad un accordo lesivo della dignità, dei salari, delloccupazione e dei diritti fondamentali dei lavori.
    Per questo vorremmo avere maggior tempo per riflettere e ci sembra troppo ravvicinata la data per le assemblee dei lavoratori indetta dai confederali il 22 aprile, in data prefestiva. Invitiamo tutti i lavoratori della ex-Novelli ad esprimere una posizione critica verso un accordo-capestro che legittima pesanti licenziamenti, la perdita dei diritti acquisiti, dellanzianità di servizio e di notevoli quote salariali.
    Se accetteremo questa logica aziendale il futuro dellazienda e dei lavoratori sarà pesantemente ipotecato.

    I DIPENDENTI EX-NOVELLI AUTORGANIZZATI

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    Aurelio Fabiani 2024-03-30 00:34:34
    I cerotti non nascondono le amputazioni, neanche i campagna elettorale. La città di Spoleto vuole il ripristino di tutti reparti.....
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