La nota stampa della consigliera comunale di Ora Spoleto
Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
1) le lungaggini per la riparazione della scalinata di Piazza Pianciani, con lo strascico dovuto alla interminabile querelle su chi deve pagare il danno, che ha messo in primo piano l’aspetto economico facendo arretrare il danno di immagine che ne consegue
2) lo smontaggio del ponteggio sulla parte sinistra della facciata del Teatro Nuovo, installato per riparare una gronda, ha lasciato la facciata notevolmente macchiata. Già ha dell’incredibile pensare che vada installato un ponteggio per riparare una gronda; se si valuta il lungo periodo che è rimasto il ponteggio a fronte dell’intervento effettivamente svolto, non sembra plausibile che si lasci la facciata in questo stato
3) i lavori di riparazione eseguiti senza alcuna competenza di natura estetico-conservativa della torre di proprietà dei signori Luconi, che fu abitazione di Casimiro Pentozzi e che Annibale (Luconi) fece ristrutturare da Vincenzo Rinaldi. Anche qui, una volta liberata la costruzione dai ponteggi, si è resa palese la sommarietà dell’intervento, con la perdita del coronamento e con l’installazione di un discendente tra le due finestre arcuate, visivamente molto impattante. Inoltre, gli sporti decorati e/o i brani della gronda rovescia di coronamento sono diventati il supporto di orribili respingenti metallici per volatili, rinunciando anche alla semplice e veloce rimozione delle scolature e scialbature biancastre di lavorazione, cosa che non consente una corretta visione delle decorazioni superstiti.
Se all’immobilismo si somma la cecità o quantomeno una preoccupante caduta di tensione rispetto ad una tradizione culturale cittadina che, a partire dal secolo scorso ad oggi, si è espressa nella conoscenza storica e nella tutela del patrimonio monumentale del centro antico, c’è poco da star tranquilli riguardo al futuro della nostra città. Sollecitiamo dunque l’amministrazione e gli organismi tecnici ad un maggior controllo ma, soprattutto, a riannodare i fili di un discorso – che sembra essersi interrotto – con le istituzioni culturali della città preposte alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio monumentale. Tale dialogo è stato molto vivace fino a due anni fa e ora sembra improvvisamente spento: al ricco tessuto associativo culturale sembra essere stata messa la sordina.
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