Ammissione al sacerdozio di due seminaristi
«Cristiano di Spoleto-Norcia, non chiedere che cosa la nostra Chiesa diocesana può fare per te, chiediti che cosa puoi fare tu per la nostra Chiesa». È stato questo, in sintesi, il messaggio che l’arcivescovo Renato Boccardo ha consegnato ai sacerdoti e ai fedeli riuniti nel Duomo di Spoleto, sabato 20 ottobre 2018, per l’Assemblea diocesana dal tema “Amate questa Chiesa. Siate questa Chiesa”, momento che ha segnato l’avvio ufficiale dell’anno pastorale 2018. Un messaggio che il Presule chiede venga fatto risuonare nelle pievanie e nelle parrocchie perché, ha detto, «per tutti c’è posto nella Chiesa, nessuno deve sentirsi escluso». I numerosi fedeli, come è oramai tradizione da qualche anno, sono stati accolti in Cattedrale dagli stendardi raffiguranti i principali Santi e Beati della Diocesi, sistemati ai lati della navata centrale.
«Sono lieto di accogliervi – ha detto mons. Boccardo nel saluto iniziale – in questa che è la chiesa madre della Diocesi e di riconoscere in voi il volto delle nostre comunità, chiamate sempre di nuovo ad interpretare il messaggio del Signore Gesù nell’oggi del nostro pellegrinaggio verso la Patria. Un saluto fraterno e riconoscente ai sacerdoti, che portano con me quotidianamente il peso e la gioia dell’annuncio del Vangelo e del servizio della Chiesa. Ritrovarci insieme questa sera per la consueta Assemblea annuale significa rivolgere uno sguardo d’amore alla nostra Chiesa diocesana».
Sul tema dell’Assemblea, le parole di S. Agostino “Amate questa Chiesa. Siate questa Chiesa” è intervenuto don Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma. Il sacerdote ha detto con chiarezza che «abbiamo questa Chiesa perché l’ha voluta Cristo, per essa ha dato il suo sangue. E noi dobbiamo amarla, è nostra madre in quanto ci genera alla fede. La Chiesa oggi deve tornare a presentare la novità di Gesù, perché senza di lui non possiamo essere felici. Dobbiamo ridire con forza che le persone, in un mondo che frana, hanno urgente bisogno di Dio. Come preti e operatori pastorali siamo caldamente invitati a preferire l’esperienza alle attività: ad esempio far ascoltare ai ragazzi della catechesi il racconto di vita di un nonno, di una famiglia numerosa, di una realtà caritativa ecc… È poi necessario, ha proseguito, che alziamo l’asticella della proposta di fede: ci facciamo schiacciare troppo dalle piccole cose e trascuriamo l’infinita sapienza e sostanza che la Chiesa ha. La Chiesa non è un “io” ma un “noi”: no quindi all’individualismo pastorale che ci rinchiude nel nostro piccolo mondo. Senza il “noi” non esistiamo ed ecco perché in ogni Messa preghiamo, dicendo il nome, per il Papa e per il Vescovo. La Chiesa che amiamo, ancora, non è perfetta, non è immune dal peccato. Essa ricorda anche l’importanza della dimensione sociale, fa scoprire l’amore per la vita, per l’arte, per la cultura. Infine, la Chiesa ci invita ad amare la gente semplice, quella che non è qui stasera, ma che è ugualmente bisognosa di grazia».
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Al termine dell’intervento di don Lonardo c’è stata la celebrazione eucaristica. Per la prima volta sul presbiterio, dinanzi all’altare, c’erano tutti e tre i principali patroni dell’Archidiocesi: la Santissima Icone (conservata proprio in Cattedrale) e le reliquie di S. Ponziano (la sacra testa, conservata nella basilica a lui intitolata a Spoleto) e di S. Benedetto (incastonata nello splendido reliquiario che generalmente viene esposto per la venerazione a Norcia in occasione dei festeggiamenti del 20 e 21 marzo e che a seguito dei terremoti del 2016 è conservato nel deposito dei beni culturali a Santo Chiodo di Spoleto). Nel corso della liturgia, animata dal coro diocesano, due seminaristi hanno manifestato pubblicamente il loro desiderio di dedicarsi al servizio di Dio e della Chiesa nel sacerdozio ministeriale: Luca Gentili della parrocchia di S. Pietro in Bovara di Trevi e Salvatore Ficarra della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Spoleto. Nell’omelia l’Arcivescovo ha ricordato che «ad una logica consolatoria e utilitaristica del discepolato, Gesù contrappone una vita radicata nel servizio; ad una cultura di ambizioni, rivalità e privilegi, Gesù sostituisce una attenzione a chi è nel bisogno e nella necessità; ad una vita cristiana pensata come garanzia da ogni rischio, Gesù ricorda che la regola fondamentale della comunità resta la sua vita. Il servizio del cristiano non è rivolto a un “cliente” in vista di un guadagno, è invece il risultato di una concezione relazionale e solidale dell’esistenza, attenta alla cura di chi è piccolo e povero; con il suo comportamento, egli intende comunicare un messaggio semplice: tu sei per me un fratello, una sorella; tu sei importante per me; insieme, rendiamo più bella questa vita». Poi mons. Boccardo ha delineato ai presbiteri e ai fedeli presenti il sogno da realizzare anche a Spoleto-Norcia: «una Chiesa che si nutre e si rigenera nella Parola di Dio e nell’Eucaristia; un corpo armonico e ben articolato che cresce nella ricchezza di tutte le sue diverse membra, in cui ciascuno può e deve offrire il proprio apporto prezioso, nessuno inutile o secondario, ognuno anzi da promuovere nel suo servizio e da riconoscere nella sua dignità». Ai due seminaristi che si avviano verso il sacerdozio il Presule ha detto: «corrispondendo alla sollecitudine del Signore e alla necessità del popolo cristiano, sono pronti ad accogliere la divina chiamata con le parole del profeta Isaia “Eccomi, manda me!”. Riconosciuta l’autenticità della loro vocazione, potremo un giorno consacrarli con il particolare sigillo dello Spirito Santo e associarli al nostro ministero, per edificare con la Parola e i Sacramenti le comunità alle quali saranno inviati. Noi tutti, confidando nel Signore, li sosteniamo con la preghiera e l’amicizia fraterna perché proseguendo nel cammino della formazione imparino a vivere secondo l’insegnamento del Vangelo per guadagnare a Cristo tutti gli uomini».
Nel corso della liturgia non poteva mancare un gesto di attenzione per i poveri: all’offertorio rappresentati di tutte le Pievanie hanno portato all’Arcivescovo cesti alimentari per la Mensa della Misericordia di Spoleto. Al termine della Messa, mons. Boccardo ha dato appuntamento a tutti giovedì prossimo, 25 ottobre, alle 21.00 in Duomo: «Il Santo Padre – ha detto – ha deciso di invitare tutti i fedeli, di tutto il mondo, a pregare il Santo Rosario ogni giorno durante l’intero mese mariano di ottobre e a unirsi così in comunione e in penitenza, come popolo di Dio, nel chiedere alla Santa Madre di Dio e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, che sempre mira a dividerci da Dio e tra di noi. Intendiamo unirci idealmente a tutta la Chiesa in questa supplica con questo momento diocesano».
Fonte: www.spoletonorcia.it
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