Il Teatro Musicale di Jeanne Candel e Samuel Achache per la prima volta in Italia al Festival di Spoleto

In programma Le Crocodile trompeur / Didon et Énée, vincitore del Premio Molière
nel 2014, e le nuove creazioni
Demi–Véronique e Sans tambour

Va in scena per la sessantacinquesima edizione del Festival dei Due Mondi il Teatro Musicale dei registi francesi Jeanne Candel e Samuel Achache, per la prima volta in Italia con tre delle loro originali creazioni che mescolano parola cantata e parlata, musica e teatro, classica e jazz, affidate ad attori che sono sempre anche musicisti. Le Crocodile trompeur / Didon et Énée e attingendo ad ambiti diversi quali la letteratura (dall’Eneide di Virgilio ai Sonetti di Shakespeare) il cinema, il documentario e la pittura, lo spettacolo intreccia il teatro shakespeariano e il dramma musicale in un grande affresco dove la follia e la stravaganza rappresentano il battito pulsante. «La prima volta che ho ascoltato il canto finale di Didone ero al conservatorio e ancora mi vengono i brividi» commenta Jeanne Candel «La storia è semplice, diretta, senza fronzoli: lui arriva, i due si innamorano, lui riparte, lei muore. Ciò che a me interessa maggiormente è capire come rappresentare le vicende evitando il naturalismo e il troppo diretto “ti amo, ti odio”, facendo ricorso ad allegorie per entrare nelle scene in modo più suggestivo».

Con la stessa attenzione per la musica Jeanne Candel, con Caroline Darchen, Lionel Dray e la compagnia la vie brève, concepisce lo spettacolo Demi-Véronique – dal 30 giugno al 3 luglio all’Auditorium della Stella – un’epopea musicale scritta collettivamente a partire dalla Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler. Tutto può rapidamente trasformarsi, come accade ai toreri con la figura della mezza veronica che dà il titolo allo spettacolo: così, da una distruzione, un altro mondo in gestazione si ricompone.
Anche Sans tambour di Samuel Achache – dal 1° al 3 luglio a San Simone – si interroga su come ricostruire la realtà dopo un crollo, ispirandosi ad alcuni cicli di Lieder di Robert Schumann. Il poeta, separato dall’amato o dalla patria come da un confine invalicabile, deve farsi strada attraverso una geografia reinventata, in cui il canto e la musica diventano la forza trainante dell’azione.

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Carlo Alberto Bussoni 2024-07-23 16:38:22
Sottoscrivo in pieno (e chi non lo farebbe?). E a proposito di "bitume mal posato, con possibilità di cadute per.....
Carlo neri 2024-07-06 09:48:20
La trave nel....l'occhio altrui è sempre una pagliuzza.
Aurelio Fabiani 2024-07-04 18:04:00
Chiunque incontri la Tesei e non rivendichi la riapertura immediata di tutti i reparti del San Matteo chiusi nel 2020,.....
Carlo neri 2024-06-30 17:36:48
Bocci senza lo sponsor Comune di Spoleto/PD farebbe la fame.
Carlo Neri 2024-04-23 07:23:14
Liberazione da cosa? da chi? dallo "straniero" per cui è stato combattuto il Risorgimento e la prima guerra mondiale? In.....