Il Codice di Diritto Canonico – si legge nel sito ufficiale dell’Arcidiocesi – non impone la figura del padrino/madrina, ma la prevede «per quanto possibile»(can. 872) e specifica che le persone scelte devono condurre «una vita conforme alla fede e all’incarico che si assume» ed essere esenti da impedimenti canonici stabiliti dal diritto (cf can. 874). E la Nota pastorale CEI “L’iniziazione cristiana/3″, dell’8 giugno 2003, chiede che la scelta del padrino e della madrina avvenga «curando che sia persona matura nella fede, rappresentativa della comunità, approvata dal parroco, capace di accompagnare il candidato nel cammino verso i sacramenti e di seguirlo nel resto della vita con il sostegno e l’esempio».
Nell’attuale mutato contesto socio-ecclesiale, la presenza dei padrini/madrine risulta spesso una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale, in cui rimane ben poco visibile la dimensione della fede. Scelti abitualmente con criteri e finalità diverse da quelle che intende la Chiesa (relazioni di parentela, di amicizia, di interesse, ecc.), risulta che essi non hanno piena consapevolezza ed effettiva idoneità a svolgere un ruolo efficace e credibile nel trasmettere la fede con la testimonianza della vita. Inoltre, la situazione familiare complessa o irregolare di tante persone proposte per assolvere questo compito rende la questione ancora più delicata.
In diverse occasioni i parroci hanno segnalato in proposito difficoltà e disagi ed ha preso forma la proposta di affidare agli stessi catechisti il ruolo di padrini/madrine o anche di abolirne o sospenderne la presenza e il ruolo.
I Pievani hanno consultato in merito tutti i Parroci e nel corso della riunione del Collegio del 14 novembre 2019 hanno riferito il loro unanime consenso circa l’abolizione o sospensione del ruolo di padrino/madrina fin dalle prossime celebrazioni.
Visto che i Prænotanda al Rito della Confermazione definiscono che «spetterà comunque all’Ordinario del luogo, tenute presenti le circostanze di tempo e di luogo, stabilire il criterio da seguire nella sua diocesi» (n. 5) e sentito il Consiglio Episcopale nella riunione del 7 gennaio 2020,
con il presente Decreto
dispongo che, a far data dalla sua pubblicazione, sia sospeso ad experimentum per tre anni il ruolo di padrino/madrina per il sacramento della Cresima. I cresimandi saranno presentati al Vescovo dal parroco e da uno dei catechisti, espressione della comunità che accompagna le giovani generazioni ad approfondire e vivere la loro adesione a Cristo nella Chiesa. In occasione dell’Assemblea annuale del Clero, prevista a Roccaporena nei giorni 15-17 giugno 2020, si terrà una prima valutazione.
Chiedo ai Parroci di illustrare opportunamente alle comunità parrocchiali – con onestà, fedeltà e chiarezza – le motivazioni che hanno ispirato questa decisione comune e di continuare ad individuare con particolare attenzione i catechisti a cui affidare i fanciulli che seguono il percorso dell’iniziazione cristiana.
Spoleto, dal Palazzo Arcivescovile, il 12 gennaio 2020, festa del Battesimo del Signore.
+ Renato Boccardo
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