Spoleto, comunità cristiana e comunità islamica insieme per invocare il dono della pace

  • Letto 909
  • Presenti l’Arcivescovo Boccardo e l’Imam di Spoleto Saouf. In rappresentanza del Comune la vicepresidente del Consiglio, Maura Coltorti 

    La comunità cristiana e la comunità islamica di Spoleto hanno invocato da Dio misericordioso il dono della pace in Ucraina e nelle altre regioni del mondo dove si combattono guerre. Il momento, semplice ma intenso, è stato organizzato dalla Caritas e dall’Ufficio Migrantes della di Spoleto-Norcia e si è tenuto nel pomeriggio di domenica 23 ottobre 2022 a Piazza Pianciani a Spoleto.

    «Abbiamo pensato a questo momento – afferma don Edoardo Rossi, direttore della Caritas e dell’Ufficio Migrantes – nel contesto delle iniziative della 108sima Giornata del Mondiale del Migrante e Rifugiato celebrata lo scorso 25 settembre. È il primo passo di un cammino che si intraprende tra la comunità cristiana e quella musulmana di Spoleto a favore della pace, nella comune consapevolezza che gli stranieri non sono invasori e distruttori, ma lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti (cfr Is 60,10-11). La nostra volontà – conclude don Edoardo – è che sia un percorso duraturo e non solo occasionale».

    Anche il Comune di Spoleto ha aderito ed era rappresentato dal vice presidente del Consiglio Comunale Maura Coltorti. Alcuni elementi della banda musicale “Città di Spoleto” hanno aperto e chiuso l’incontro con musiche che avevano come tema la pace. Dopo la lettura di alcuni brani del profeta Isaia (2, 2-4. 9, 6-9) dove tra l’altro si dice che il popolo non si eserciterà più nell’arte della guerra, sono intervenuti l’Arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e l’Imam di Spoleto Abdelilah Saouf. Il Vescovo ha sottolineato che la diversità è un’autentica ricchezza più che una minaccia. «Siamo qui – ha detto – per elevare all’unico Dio il nostro grido di pace e per ridire che mai la violenza e la guerra possono invocare il nome di Dio.  Sarebbe bello se tornando a casa ciascuno di noi facesse un proposito di pace: chiedere perdono a qualcuno, trattenere parole cattive che possono ferire l’altro, impegnarmi in qualcosa per il bene comune. Perché la pace nasce e si veicola nei piccoli gesti quotidiani». L’Imam Saouf si è detto felice di questo momento comune di preghiera: «La comunità musulmana vuole contribuire insieme alla Chiesa a far crescere la pace nel mondo». Al termine sia l’Imam che l’Arcivescovo hanno elevato a Dio preghiere per la fine della guerra.

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