Un viaggio tra natura, storia e misteri per cambiare punto di vista con questo meraviglioso lago in Umbria
di Sofia Salzillo
Conosco Piediluco da quando sono bambina, ma non avevo mai provato ad osservarlo da un’altra prospettiva
che non fosse quello che si ha con la classica passeggiata lungolago a qualche metro dall’acqua. Così, in un soleggiato pomeriggio di fine marzo, ho deciso di dare una svolta alla giornata, e visitare uno dei posti più particolari e nascosti del luogo: la Rocca.
Il nome del paesello significa “ai piedi del bosco sacro”, ma non per questo tutto ciò che merita la nostra attenzione si trova alla nostra altezza. Ho voltato le spalle alla distesa azzurra e alzato lo sguardo verso la vegetazione che mi era dietro, e notato qualcosa di particolarmente misterioso. Cielo azzurro e innumerevoli arbusti. E poi una strana struttura in pietra, di cui subito saltano agli occhi i due archi e la torre affiancata. In linea d’aria era a dir poco sopra di me, eppure le uniche parole che sembravano venirmi in mente erano solitudine, lontananza, austerità.
Niente a che vedere con ciò che in realtà ho provato quando una volta arrivata in cima. È proprio qui che si arriva veramente “ai piedi del bosco”. È ciò che rimane della Rocca di Piediluco, un tempo riparo di ricchi e raffinati cittadini, oggi habitat di grovigli di edera che risalgono la pietra, piante da colori brillanti, e mille finestrelle. Così, a quel sentimento di angoscia iniziale, è subentrato un senso di accoglienza e di serenità inaspettato, che è giunto all’apice osservando il magnifico panorama .
Focus sulla storia:
Anche conosciuta come Rocca Albornoz, risale al XIV secolo. Venne infatti costruita da Blasco Fernando di Belvisio intorno al 1364 per volere del cardinale Egidio de Albornoz, affinchè rappresentasse un punto strategico per la difesa dei territori dello Stato della Chiesa. Un vero e proprio monito contro ogni forma di ribellione.
È qui il cuore di Piediluco:
Il Terminillo innevato, il paese di Labbro di fronte e una distesa di dolci alture in lontananza.
E poi lui, il lago, il protagonista di questo luogo che ogni anno riesce ad attrarre centinaia di turisti, curiosi quasi quanto me. Proprio la capacità del punto di offrire una visione così ampia della vallata restituisce alla perfezione la potenza e la grandezza dell’edificio in cui ci troviamo.
È il luogo perfetto per chi cerca un momento di serenità, un momento di riflessione, un rifugio dalla frenetica vita di tutti i giorni. È il luogo perfetto per chi, come me, anche per qualche secondo, vuole elevarsi a qualcosa di altro. È il caro “ermo colle“ leopardiano? Una cosa molto simile. Probabilmente se avesse scritto lì seduto, avrebbe creato qualcosa di altrettanto grande.
Ne è valsa la pena, è impossibile negarlo. Più di mezz’ora a piedi dal parcheggio in paese, ma quello che restituisce poi lo sforzo ha un valore ben superiore. È da qui che ho immortalato i prospetti del lago più particolari, quelli che non avevo mai preso in considerazione. La discesa è stata poi più piacevole. Un sentiero ombreggiato mi ha accompagnato fino alla strada principale, alla base dell’altura.
Curiosità: La piramide di Piediluco
Ma c’è di più. C’è qualcosa di misterioso in questo luogo che sembra discostarsi dal paesaggio idillico di cui ho parlato fino ad ora. Mi riferisco alla perfetta forma piramidale della piccola montagna che si affaccia sullo specchio d’acqua. Solo riguardando questa foto ho riflettuto su quanto strana e ambigua sia questa peculiarità del luogo.
Nonostante ciò, riflettendo qualche minuto, ho capito che tale forma dell’elemento naturale, non fa che avvalorare ancor di più la mia teoria secondo cui Piediluco sia totalmente permeato da serenità ed armonia. La figura geometrica del triangolo infatti , in particolare quello equilatero, nell’antichità era direttamente collegata ai concetti di armonia e proporzione. Tale accezione si ritrova sia in ambito greco che in quello giudaico e perciò viene pienamente assimilata nella tradizione cristiana.
Alla fine è proprio questo che caratterizza questo territorio: la tranquillità e il senso di equilibrio e protezione che le montagne e le acque del lago trasmettono. Non era forse ciò che cercava il frate umbro San Francesco? Ne fece infatti una delle sue mete predilette.
Lascia un commento