Successo per gli eventi allo SpoletoNorcia Village e sulle strade del Bike District: Spoleto ha confermato di avere risorse per poter essere una delle capitali del cicloturismo a livello nazionale
Di particolare interesse anche l’ultimo dei tre SpoletoNorcia Bike Days. È filato veramente tutto liscio nell’organizzazione di quello che è diventato un vero e proprio evento, a dispetto delle ovvie problematiche da affrontare.
Molte le scommesse vinte da Luca Ministrini e dal comitato organizzatore. La prima, la più importante, sicuramente quella riguardante il lato sportivo della manifestazione, il cambio di format imposto dalle normative anti-Covid: ebbene Spoleto è stata, comunque, invasa dai cicloturisti, nonostante la rinuncia alla maxipartenza di massa che contraddistingueva le precedenti edizioni. Macchie di colore dei vari gruppetti che hanno percorso il tracciato della Vecchia Ferrovia hanno riempito la città fino al tardo pomeriggio di domenica. In assenza di iscrizioni, non si potrà mai avere un numero ufficiale dei presenti, ma il contatore posto all’inizio del tracciato aveva superato i duemila già nella tarda mattinata; senza dimenticare altri bikers che hanno usufruito della vera novità del 2020: i tracciati del Bike District presenti nel sito e che non tutti prevedevano il passaggio davanti all’ingresso della Vecchia Ferrovia. Numeri da vero e proprio boom, che hanno anche giustificato l’utilizzo di una nuova location come quartier generale, quella Casina dell’Ippocastano, che rappresenta la seconda scommessa vinta: l’idea di SpoletoNorcia Village sembrava azzardata per una manifestazione che doveva evitare assembramenti; invece l’educazione dei singoli partecipanti e l’organizzazione meticolosa hanno permesso che tutto filasse liscio. Peraltro, la concomitanza con il Festival delle Birre Artigianali, ha permesso ai bikers di trovare un modo originale per rifocillarsi dopo le fatiche in sella.
Infine riuscitissimo l’esperimento di parlare di ciclismo nel formato dei talk: l’Aperibike del terzo giorno, nonostante si sia svolto in un clima piuttosto caldo, ha confermato l’alto livello dei giorni precedenti e la presenza, a disposizione di Ludovica Casellati nella SpoletoNorcia Arena, di un ospite come Osvaldo Bevilacqua, ha sicuramente reso il tutto di maggiore spessore. Il popolare conduttore ha definito il cicloturismo un qualcosa di intelligente e consapevole ed in grado di regalare emozioni, riassumendo il tutto in una sorta di do ut des del territorio nei confronti del biker: quest’ultimo non inquina ed il territorio gli può rendere indietro molte ricchezze sotto tutti i punti di vista. Molto interessante quanto esposto dalla professoressa Pasqualini dell’Università di Perugia che non ha nascosto l’obiettivo di creare un unico “distretto bike” dell’Umbria, in grado di migliorare i servizi a disposizione degli utenti, magari anche suggerendo dei percorsi personalizzati per i singoli ciclisti, in base alla loro preparazione fisica da valutare tramite appositi macchinari. Preziosa la testimonianza di Giada Bollati della Ciclostorica La Francescana, che ha come obiettivo quello di mettere in rete i territori dei dodici comuni coinvolti nella sua iniziativa. L’Aperibike si è concluso con gli interventi dello scrittore sportivo Gino Cervi, autentica antologia vivente del ciclismo agonistico e non solo, e del grande amico de LaSpoletoNorcia Luca Panichi, che, ha portato, per il quinto anno consecutivo, l’ascesa fino a Caprareccia con la sua carrozzina.
Insomma Spoleto ha confermato di avere risorse per poter essere una delle capitali del cicloturismo a livello nazionale. Spetterà, ora, alle istituzioni mantenere le promesse.
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