Il dialogo tra arte e scienza nel Bosco Sacro di Monteluco in occasione della “Festa dei Boschi”. L’appuntamento è in programma domenica 9 luglio dalle 15 alle 19
In linea con la vocazione didattica del Museo delle Scienze e del Territorio e delle sue attività, l’artista Giulia Mangoni (Isola del Liri, 1991) propone Il Soffio del Gatto, una “mostra effimera” allestita nel Bosco Sacro di Monteluco domenica 9 luglio.
Dopo aver effettuato dei sopralluoghi nello spazio espositivo e nell’area di Monteluco – accompagnata dagli operatori di Int.Geo.Mod. e Hyla, le due realtà che gestiscono il Museo – Giulia Mangoni ha realizzato una serie di opere di piccolo formato (dipinti e sculture) ispirate al fondo conservato al Museo delle Scienze e del Territorio, basato sulle collezioni del conte Francesco Toni e del professor Bernardino Ragni.
Domenica 9 luglio, dalle 15.00 alle 19.00, l’artista installerà le opere all’interno del Bosco Sacro di Monteluco, in concomitanza con la “Festa dei Boschi”: i dipinti e le sculture saranno di supporto alle attività didattiche del personale del Museo previste per la giornata, offrendo un’ulteriore possibilità di narrazione del patrimonio naturalistico.
Al termine della giornata, parte delle opere realizzate dall’artista entreranno a far parte del fondo del Museo delle Scienze e del Territorio: in questo modo Giulia Mangoni offre in dono le proprie creazioni, che potranno essere utilizzate dal personale del Museo in occasione delle diverse attività didattiche, sancendo così una stretta interazione tra arte e scienza.
“L‘unione tra scienza e arte è una connessione intrinseca che ha radici antiche e si è evoluta nel corso dei secoli. Questa sinergia ha permeato la storia, coinvolgendo numerosi artisti e scienziati che hanno abbracciato l’interdisciplinarietà tra queste due discipline – ha spiegato lo staff del Museo delle Scienze e del Territorio – Oggi, la relazione tra scienza e arte continua a evolversi e ci offre non solo una maggiore comprensione del mondo, ma anche la possibilità di esplorare nuovi territori creativi. Questa combinazione di rigore scientifico e immaginazione artistica, come dimostra il progetto di Giulia Mangoni, ci permette di accedere a una visione più completa e profonda della natura e della nostra esperienza umana”.
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