Gabriele Vacis è voce recitante con Stefania Rocca e Valeria Solarino.
Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi dirigono i 100 Cellos
C’è grande attesa per il debutto di Tucidide. Atene contro Melo, il nuovo spettacolo con il testo e la regia di Alessandro Baricco in scena in Piazza Duomo domani giovedì 29 giugno alle ore 21. Gabriele Vacis si aggiunge al cast come voce recitante accanto a Stefania Rocca e a Valeria Solarino, per la nuova produzione che vede sul palcoscenico anche i 100 Cellos, il prodigioso ensemble di cento violoncellisti fondato da Giovanni Sollima. Tra i più rilevanti musicisti della scena contemporanea, Sollima, violoncellista e compositore, è anche autore delle musiche originali oltre che interprete. La direzione musicale è affidata anche a Enrico Melozzi.
«Per ragioni di salute non potrò essere io in scena» ha fatto sapere Alessandro Baricco. «Ho desiderato e chiesto a Gabriele Vacis di interpretarlo, è un testo perfetto per lui e questo mi permette di concentrarmi sulla regia. Sarò a Spoleto per dirigerlo e portarlo in scena».
La vicenda raccontata nello spettacolo accadde durante la Guerra del Peloponneso, che per più di trent’anni vide scontrarsi Ateniesi e Spartani in un conflitto senza via d’uscita. L’episodio su cui punta l’attenzione Baricco, e su cui riflette ormai da diversi anni, è quello in cui una delegazione di ambasciatori ateniesi si presentarono sull’isola di Melo, fino a quel momento alleata di Atene, ma colpevole di volersi sfilare dal conflitto per diventare neutrale. I negoziati tra le due parti sono riportati da Tucidide in maniera quasi drammaturgica, facendo rivivere al lettore tutta la tensione dell’ultimatum nel dibattito tra Melii e Ateniesi prima dell’assedio e della distruzione dell’isola.
La scelta tra assoggettarsi al dominio del più forte rinunciando alla propria libertà o lottare pur sapendo di essere distrutti diventa perciò una riflessione sulla Giustizia e sul Diritto, e il pubblico di oggi non può che pensare a quello che sta succedendo in Europa, anche se lo spettacolo è nato molto prima che cominciasse la guerra odierna. Nelle parole degli ambasciatori del 416 a.C. è presente un’eredità fondamentale nella cultura occidentale, e le nostre menti non sono diverse da quelle degli uomini di allora nell’esercizio della politica e della guerra di fronte a un aggressore e un aggredito, a un forte contro un debole, a un vincitore e un vinto.
Se c’è una speranza, questa risiede nell’ultimo episodio evocato da Baricco: la rivolta di Mitilene contro Atene. Una vicenda che avrebbe potuto finire esattamente come la prima, ma che per un insieme di coordinate del destino, di ripensamenti, volontà, forti braccia, desideri e venti favorevoli, finì col riuscire completamente diversa. Un invito, per noi oggi, ad aver fiducia che sia sempre possibile correggere la rotta.
Come già in passato, per questo spettacolo Baricco ha scelto di far interpretare a due attrici la parte di Melii e Ateniesi: Valeria Solarino dà voce ad Atene, così come in Palamede nel 2015 aveva vestito i panni dell’eroe greco, mentre Stefania Rocca è la voce degli ambasciatori di Melo. Con loro sul palco ci sarà il Narratore, interpretato dal regista Gabriele Vacis: sia lui che Stefania Rocca avevano già collaborato con Baricco in Totem nel 1998.
Anche i 100 Cellos sono stati fondamentali nella nascita dello spettacolo: 90 violoncelli faranno sia da colonna sonora che da scenografia, saranno una sorta di falange acustica che porterà avanti i momenti più drammatici dello spettacolo mettendo in scena battaglie, assedi, inseguimenti sul mare, sentenze di vita e di morte. Giovanni Sollima, con cui Baricco ha già collaborato per l’Iliade nel 2004, sarà sul palco insieme al direttore d’orchestra Enrico Melozzi.
«Curiosamente» spiega Baricco «Tucidide racconta questo incontro di ambasciatori come se vi avesse partecipato: riferisce le parole esatte pronunciate dagli ambasciatori, e ricostruisce fin nei dettagli, e in modo drammaticamente vivissimo, lo scontro verbale tra i due schieramenti. Benchè fosse uno storico (anzi, il primo degli storici) finì in quelle pagine per scrivere del teatro e del bellissimo teatro. Per questo, portare in scena quelle pagine appare quasi un modo di portarle a compimento, facendole arrivare là dove oscuramente sognavano di andare».
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