Don Edoardo Rossi: “Come Chiesa, come Caritas, ci siamo, non ci tiriamo indietro”

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  • Prosegue la vicinanza della Caritas di Spoleto-Norcia alle popolazioni ferite dal sisma del 2016. Progetti a sostegno del commercio, dell’agricoltura, del terziario in genere, di famiglie e singoli

    Proseguono i progetti di prossimità della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia alle persone che vivono nei Comuni del cratere sismico: Arrone, Cascia, Cerreto di Spoleto, Ferentillo, Montefranco, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Polino, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Spoleto e Vallo di Nera.

    “Granelli di Senape”. È attivo dal 2017 ed è finanziato con una donazione della Caritas della diocesi di Bolzano-Bressanone, gemellata con quella di Spoleto-Norcia da dopo le violente scosse sismiche del 2016. L’obiettivo è sostenere i settori dell’agricoltura-allevamento, dell’artigianato e del commercio-ristorazione, ma anche famiglie e singoli in difficoltà economica. Il contributo erogato può arrivare ad un massimo di 7.500,00 euro. La dotazione iniziale era di 350.000,00 euro; il residuo ancora a disposizione è di circa 90.000,00 euro. 56 sono state finora le domande presentate: 48 accolte, 3 ritirate e 5 respinte. Per accedere è necessario compilare un’apposita domanda: una commissione dedicata valuterà le domande. Info presso la Caritas diocesana: 0743 220485; 353 4058960; caritas@spoletonorcia.it.

    Il dopo è già adesso: terremoto e Covid-19, emergenza nell’emergenza. Progetto ai nastri di partenza. È finanziato con i fondi della colletta nazionale che Caritas Italiana organizzò in occasione dei terremoti del Centro Italia del 2016. Alla Caritas di Spoleto-Norcia è stato assegnato un budget di 95.000,00 euro. Tale progetto è stato pensato in riferimento alla doppia emergenza terremoto-Covid-19: nella zona del cratere del sisma, infatti, sono emerse particolari difficoltà delle imprese del settore terziario nel riprendere le attività, con conseguente rischio di riduzione della forza lavoro o addirittura di chiusura. L’iniziativa è pertanto rivolta al settore terziario: bar, ristoranti, piccoli agriturismi, negozi, luoghi di divertimento/intrattenimento, agenzie di viaggio ecc… (a titolo esemplificativo e non esaustivo). Il contributo può arrivare ad un massimo di 5.000,00. Anche qui è necessario fare domanda, presentare la relativa documentazione e un’apposita Commissione vaglierà le richieste.  Info presso la Caritas diocesana: 0743 220485; 353 4058960.

    Don Edoardo Rossi direttore della Caritas diocesana. «La nostra Chiesa diocesana esprime gratitudine a Caritas Italiana e a quella di Bolzano-Bressanone: è grazie alla loro vicinanza e a quanto hanno raccolto a favore delle nostre popolazioni terremotate se possiamo tendere ancora una mano di prossimità a quanti portano il peso del post sisma 2016. Attraverso la carità, poi, nascono dei profondi legami di amicizia, meglio di vera comunione tra Chiese particolari e tra queste e la Chiesa che è in Italia. Come Caritas impegnata nella zona del cratere – prosegue don Rossi – cercheremo di mettere sempre di più al centro della nostra azione la ri-edificazione della comunità, morale e materiale, per avviare quei segni di riscatto e speranza tanto desiderati dalle persone e troppo affossati dalla burocrazia. Il Covid-19, poi, ha aggravato la già precaria situazione dei terremotati e, purtroppo, ha reso precaria anche quella dei non terremotati. E lo abbiamo sperimentato durante il confinamento con il progetto che ho coordinato “Siamo tutti sulla stessa barca”. Come Chiesa, come Caritas, ci siamo, non ci tiriamo indietro. Dio – ci ha ricordato papa Francesco – ci dà la sua salvezza camminando con noi, avvicinandosi a noi in Gesù: “Non si può fare l’aiuto dalla distanza. Bisogna toccare, toccare le piaghe; sono le piaghe di Gesù”. Questo vuole essere il leitmotive del mio servizio in Caritas: tra i terremotati, nelle Opere Segno, nell’ascolto delle persone e finanche nel lavoro burocratico che sta dietro alla carità. Ai volontari e ai dipendenti della Caritas non proporrò dunque un progetto articolato, ma a ciascuno chiederò di non stancarsi di “essere la carezza misericordiosa del Signore”».

     

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