Da Cascia, la Festa di Santa Rita si conclude nel nome del diritto alla salute e della carità

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  • La Madre Priora ha partecipato alla benedizione della prima pietra del nuovo ospedale, rappresentata da una targa commemorativa del monastero

     “Concludiamo oggi la Festa di Santa Rita, che è stato un rinnovato momento di fratellanza e preghiera per la famiglia della santa degli impossibili, facendo insieme il primo passo di uno dei più significativi traguardi per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016. La posa della prima pietra del nuovo ospedale, rappresentata dalla targa che si trovava nella vecchia struttura, per commemorarne l’edificazione da parte del monastero, racchiude una grande sfida, che non ci chiama solo alla ricostruzione dei muri ma anche a quella di una vera tutela della salute, in seguito alle gravi conseguenze della pandemia, che hanno messo in luce la crisi del sistema sanitario”.

     

    Queste le parole di Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, commentando i festeggiamenti solenni della taumaturga umbra e l’avvio dei lavori per il nuovo ospedale “Santa Rita da Cascia”, che si è svolto subito dopo il Solenne Pontificale, la Supplica e la Benedizione delle Rose, eventi in onda in diretta streaming sui canali Facebook, Instagram e Youtube del monastero, e che sarà possibile rivedere.

     

    “Già la Madre Fasce operò per assicurare il primo ospedale alla città – ha continuato la Madre Priora- Da lì ripartiamo come comunità monastica impegnata sempre più nella tutela del diritto alla salute. Diritto che sosterremo con progetti specifici, come la Casa di Santa Rita, per ospitare gratuitamente le famiglie dei pazienti ricoverati in ospedale, sempre in ascolto dei bisogni dei più fragili”.

     

    IL CARDINALE SEMERARO RICORDA LA CARITÀ E LA GIOIA RITIANA – Con la costruzione del primo ospedale a Cascia negli anni ‘60, le monache agostiniane hanno voluto continuare a testimoniare la carità ritiana, la stessa che è stata citata dal Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle cause dei Santi, nell’omelia del Solenne Pontificale, da lui presieduto presso la Sala della Pace: “L’amore di Dio della nostra Beata non era ozioso, ma operativo e modellato sulla carità di Gesù Cristo» (Positio super virtutibus, pag.105, ndr)”, così ha dichiarato il Cardinale, citando un passo del Vangelo odierno.

     

    “Dalla proclamazione del Vangelo abbiamo ascoltato pure un’altra parola: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»”, ha continuato il Cardinale, ricordando come il richiamo alla gioia per molto tempo sia stato tagliato fuori della predicazione cristiana, ripreso invece da San Paolo VI e dallo stesso Papa Francesco, fin dalla sua prima esortazione apostolica. E sottolineando come la gioia, nonostante l’aspra sofferenza provocatole dalla stigmatizzazione fu sempre presente in Rita.

     

     “Questa medesima gioia, per sua intercessione, noi oggi la invochiamo per noi, per le nostre famiglie, per questa Comunità diocesana e per tutta la Santa Chiesa”, ha così concluso l’omelia il Cardinale.

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