Domenica 13 marzo 2016 con il pellegrinaggio nella Cattedrale di Spoleto dei fedeli dei Vicariati Urbano ed Extraurbano sono terminate le stazioni quaresimali nell’Anno Santo della Misericordia. Il programma è stato lo stesso dei precedenti incontri (domenica 21 febbraio Vicariati della Valnerina e Ternano e domenica 6 marzo Vicariato del Clitunno): ritrovo nella chiesa S. Filippo Neri e liturgia penitenziale; processione verso il Duomo; passaggio della Porta Santa e celebrazione eucaristica. Tutti i momenti sono stati presieduti dall’Arcivescovo e animati nel canto dai cori riuniti delle parrocchie. Tantissimi i fedeli che sono giunti dalle parrocchie che ricadono in questi due Vicariati, i più popolati dell’Archidiocesi: quelle del Comune di Spoleto, di Campello sul Clitunno, di Castel Ritaldi, della Val Serra e di Cecalocco e Battiferro nel Comune di Terni. Molte le famiglie con bambini e i giovani.
Nell’omelia mons. Boccardo ha spiegato il significato dell’indulgenza, che ogni fedele presente ha potuto ricevere: «Il peccato anche se perdonato – ha detto – lascia in noi un’impronta negativa. Solo l’indulgenza riesce a cancellare ogni residuo di peccato». Poi, la riflessione sul Vangelo proposto dalla liturgia nella V domenica di Quaresima, quello della donna adultera: «Da tutti è condannata per il suo atteggiamento e questa etichetta non si può cancellare. Gesù viene provocato, gli viene chiesto di schierarsi con lei o contro di lei. Ma lui tace, si china per terra e scrive sulla sabbia. Poi, dice: chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra contro di lei. Tutti se ne vanno, rimangono solo Gesù e la donna, la misera e la misericordia direbbe S. Agostino. Questo incontro – ha detto Boccardo – è la celebrazione del perdono che crea nel cuore dell’adultera l’inizio di una nuova possibilità. Col sacramento della penitenza, allora, la forza creatrice di Dio si rinnova, ridona la bellezza originaria e la ricchezza interiore. La misericordia del Padre – ha concluso il Vescovo – è sempre più grande delle nostre povertà e del nostro peccato».
fonte: www.spoletonorcia.it
Lascia un commento