Consulta Comunale verso il ‘ritorno’, le considerazioni di Aldo Calvani

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  • Riceviamo e pubblichiamo dal Sig. Aldo Calvani:

    Finalmente ci siamo!
    Dopo anni di oblio, nonostante le sollecitazioni provenienti da più parti politiche, per altro inascoltate, dopo l’interpellanza presentata dal consigliere comunale Alessandro Cretoni e le sue da tre anni pressanti e reiterate sollecitazioni, l’Amministrazione comunale si è finalmente resa conto che esiste un organismo comunale chiamato Consulta, composto da sei membri sorteggiati tra quelli iscritti in un apposito albo e dodici nominati dalle Associazioni cittadine.
    Eppure la Consulta, che persegue la finalità di raccordo tra l’amministrazione e i cittadini in modo da giungere a scelte condivise e partecipate, è un organismo previsto dallo Statuto comunale (art. 23) nel quale è precisato (artt. 23/86) che il parere della consulta è obbligatorio con riferimento ai bilanci annuali e pluriennali, piani territoriali e urbanistici, piani commerciali e piani urbani del traffico, regolamenti comunali ecc. E’, quindi, uno strumento di partecipazione democratica che questa Amministrazione ha preferito evidentemente ignorare ritenendo che il rapporto con il tessuto sociale – che le Associazioni rappresentano – potesse essere sostituito con qualche visita o quattro chiacchiere in Piazza del mercato.
    E’ vero che anche la precedente Amministrazione aveva preferito “avvalersi” della vecchia Consulta senza (come avrebbe per dovere sollecitamente dovuto) avviare l’iter per la nomina del nuovo organismo ma, ciò nonostante, alla Consulta era sempre stato regolarmente richiesto, e ottenuto, il parere sulle varie pratiche di competenza.
    L’attuale Amministrazione poteva, correttamente e nel suo pieno diritto, considerare decaduta la Consulta e dare inizio alle pratiche per la formazione di un nuovo organo, così come poteva e forse potrebbe – anche se con una forzatura istituzionale – mantenerla in essere con una sorta di nuova tacita prorogatio dell’esistente. Certamente, però, non dispone della facoltà, a norma dello Statuto comunale e per onestà intellettuale, di ignorarla come invece sino ad ora ha fatto.
    Anche la posizione al riguardo espressa dal Segretario Generale – seppur, dal suo punto di vista, forse tecnicamente corretta – desta, a maggior ragione, qualche perplessità e non aiuta di certo a venire fuori dall’impasse. “Allo stato attuale non è stata ancora proposta una nuova disciplina del ruolo e del funzionamento della Consulta comunale, né è stato proposto di ricostituire la stessa in base alla vecchia regolamentazione. Con il passare del tempo le sedute della Consulta, pur venendo questo organo regolarmente convocato, in molteplici occasioni hanno registrato numerose assenze che non hanno consentito il raggiungimento del numero legale; pertanto questo organo solo sporadicamente è riuscito a riunirsi e a partecipare le proprie osservazioni in merito alle proposte di deliberazione sottoposte al suo esame …… A tutt’oggi la Consulta non può dirsi validamente costituita né la proroga in passato riconosciuta alla Consulta può dirsi efficace. Non vi sono pertanto le condizioni per richiedere pareri ad alcuna Consulta” (nota del Dott. Ruggeri del 16.08.2016 prot. N. 39607).
    Perché dunque, alla luce di una così netta e autorevole presa di posizione si è continuato a far finta di nulla? E tutte le deliberazioni adottate dal Consiglio comunale (laddove era ed è espressamente richiesto il parere della Consulta comunale) debbono essere ritenute – anche “trascurando” l’aspetto politico/istituzionale – giuridicamente valide e legittime?
    Alla luce di tutto ciò, siamo quindi piacevolmente sorpresi che, alla vigilia delle ferie estive, sia stata convocata per martedì 6 giugno la Conferenza dei Capigruppo con all’ordine del giorno un unico punto: Organizzazione lavori per la Consulta comunale. Meglio tardi che mai!
    Resta tuttavia una curiosità (almeno fino a martedì prossimo): perché mai è stato indicato un ordine del giorno così ambiguo e poco chiaro che, in ipotesi, può anche lasciare intendere la volontà di ricorrere ad una nuova proroga dell’organismo esistente?
    E se così non fosse (come sinceramente ci auguriamo visto che questo tipo di strumento di consultazione decade con la fine del mandato del Consiglio comunale!!!), perché non specificare nella lettera di convocazione semplicemente l’avvio dell’iter per la ricostituzione della Consulta comunale?
    In questo caso, se si vorranno veramente iniziare le pratiche per la ricostituzione della Consulta e non, forse, utilizzare questo escamotage per tentare di dare una parvenza di legittimità agli atti che dovranno essere assunti dal Consiglio comunale e, quindi, prendere ancora tempo, perché indugiare sino ad ora ben consapevoli delle lungaggini burocratiche e tecniche necessarie per ripristinare il nuovo organismo?
    E poi, le fibrillazioni in seno alla maggioranza permetteranno di raggiungere pienamente il traguardo prima della naturale conclusione del mandato amministrativo?
    Nonostante tutto, ma con molto ottimismo, spero e mi auguro proprio di sì.

    Aldo Calvani
    ex Presidente dell’ultima Consulta comunaleBANNER-DUE-MONDI

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    Carlo Neri 2024-04-23 07:23:14
    Liberazione da cosa? da chi? dallo "straniero" per cui è stato combattuto il Risorgimento e la prima guerra mondiale? In.....
    Alex 2024-04-20 21:19:21
    Dovreste invece ringraziare chi nell'aministrazione comunale si è attivato per rendere concreto questo strumento di partecipazione del quale se n'è.....
    Aurelio Fabiani 2024-04-05 21:43:38
    Delle vostre sceneggiate non ce ne frega niente. Ce lo ridate l' ospedale o no!
    Aurelio Fabiani 2024-03-30 00:34:34
    I cerotti non nascondono le amputazioni, neanche i campagna elettorale. La città di Spoleto vuole il ripristino di tutti reparti.....
    Aurelio Fabiani 2024-03-19 21:39:22
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