Il settore, decisivo per l’economia regionale, deve ripartire, ma la ricostruzione post terremoto è ancora ferma
Dopo quasi dieci anni di crisi profonda e destrutturazione del settore, il mondo delle costruzioni ha bisogno di una “scossa”, che, a partire dalla ricostruzione post-terremoto – di fatto ancora non avviata a due anni dal sisma – rilanci il settore, l’occupazione e, di conseguenza, l’economia del territorio umbro. È questo il messaggio che la Fillea Cgil dell’Umbria ha lanciato stamattina aprendo il suo II congresso regionale, che si svolgerà fino a domani a Spoleto, il Comune più grande del cratere sismico umbro, e che è stata aperta dalla relazione del segretario generale uscente Augusto Paolucci. “Edilizia e costruzioni sono un settore strategico per l’Umbria – ha detto il segretario della Fillea – che pesano per oltre l’8% del Pil, e possono ricreare lavoro, lavoro vero, che è quello che serve alla nostra regione e al nostro paese. Non a caso – ha aggiunto Paolucci – abbiamo scelto di parlare di ‘scossa’ necessaria alla ricostruzione, affinché questa parta davvero, si superino i tanti ostacoli burocratici e si aprano finalmente i cantieri”.
Le problematiche e i ritardi della ricostruzione sono stati anche il tema al centro della tavola rotonda organizzata dalla Fillea e che ha visto confrontarsi sindacati (Fillea, Filca, Feneal e Cgil dell’Umbria), associazioni datoriali (Ance, Cna, Confartigianato e consorzio Integra Legacoop) e Regione (era presente l’assessora Fernanda Cecchini, in sostituzione della presidente Marini) ed è stata conclusa da Antonio Di Franco, segretario della Fillea Cgil nazionale. Tutti gli interlocutori hanno concordato sulla assoluta necessità di lavorare assieme, sindacato e imprese, affinché si esca dallo stallo in cui è bloccato il settore, inserendo la ricostruzione in un progetto più ampio di sviluppo e rilancio dell’Umbria, a partire dalla sue aree interne.
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Al centro del congresso della Fillea Cgil non poteva mancare una riflessione e una forte denuncia sul tema della sicurezza sul lavoro. Sono già 15 i morti nel 2018, un numero inaccettabile, una “mattanza”, come l’ha definita Augusto Paolucci: “All’origine di questo dramma c’è la precarietà dilagante del lavoro e la mancanza di formazione vera e di investimenti in sicurezza”. Di qui la battaglia che la Cgil e la Fillea intendono portare avanti per “l’inclusione dei lavoratori più deboli (appalti, partite Iva, lavoro grigio e nero) rilanciando la contrattazione antidumping e restituendo centralità alla funzione sociale del lavoro”.
I lavori congressuali proseguiranno nella giornata di domani, 19 ottobre, e saranno conclusi dalle operazioni di voto per l’elezione del nuovo direttivo e del segretario generale della Fillea Cgil Umbria.
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