Volti di Spoleto: vi presento GiuMont

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  • Il cantautore spoletino all’esordio con il suo primo album , “Across the River”, si racconta

    di Alessio Cao

    (DMN) Spoleto – Volti di Spoleto incontra oggi GiuMont, un cantautore originario della nostra città, artista da poco esploso sulla scena con il suo primo album “Across the River”

    Come nasce l’artista GiuMont? Qual è il suo percorso musicale?
    Il mio viaggio nella musica comincia da ragazzino, quando con curiosità iniziai a strimpellare una chitarra regalatami per Natale. Fu amore a prima vista e da allora non ci siamo più separati. Mi appassionai subito al classic rock americano e nei primi anni cominciai a suonare in vari gruppi della zona, mantenendo però anche la passione per un certo tipo di musica italiana, in particolare Lucio Battisti.
    Inizialmente mi interessavo solo alla chitarra studiando da autodidatta, poi grazie ad alcuni insegnanti della zona mi appassionai anche alla scrittura delle canzoni e poco più avanti al canto. Decisi poi di intraprendere un percorso più serio quando mi iscrissi al Saint Louis College of Music di Roma, dove studiai per tre anni armonia e composizione Jazz, il Blues e la musica Folk.
    Furono tre anni molto importanti dove studiavo come un matto, suonavo tanto e frequentavo tanti bravi musicisti che ampliarono molto i miei orizzonti musicali.
    In seguito ho suonato in varie formazioni ed ho lavorato come compositore per alcuni spettacoli teatrali, continuando comunque a scrivere le mie canzoni.
    E’ nel 2018 che nasce ufficialmente GiuMont (che viene da Giuliano Montori, il mio nome), quando ho voluto dedicarmi esclusivamente al mio progetto solista ed ho iniziato a lavorare al primo album “Across the River”, uscito lo scorso 18 ottobre.

    Oggi possiamo inquadrati come un artista folk-rock e indie? Quali sono le tue fonti di ispirazione e influenze musicali?

    Non è semplice rispondere, spesso etichettarsi con un solo genere rischia di essere limitante…
    Posso dire che la mia musica in questo momento affonda le sue radici nel folk-rock (quello americano) e nel blues, ma mantiene sempre un occhio di riguardo per la melodia.
    Le mie tante influenze in qualche modo contribuiscono al risultato finale.
    A livello melodico puoi ritrovarci i Beatles cosi come Lucio Battisti; puoi sentirci la malinconia degli Smashing Pumpkins, la chitarra blues di Robert Johnson, lo spirito di Johnny Cash ed il folk-pop dei Lumineers, ma potrei continuare a lungo.
    Insomma un connubio molto variegato che ha influenzato il mio modo di scrivere, dando vita però a qualcosa di molto personale… almeno lo spero!

    Parlaci del tuo album di esordio. Dove e come prende vita?

    Il mio album d’esordio nasce soprattutto grazie all’etichetta indipendente Ars Spoletium che ha creduto nel progetto, lo ha co-prodotto e pubblicato.
    Stavo lavorando da diverso tempo alle mie canzoni e l’incontro con la casa discografica mi ha permesso di concretizzare il lavoro.
    Molte delle mie canzoni erano scritte in lingua inglese e vista la volontà di continuare su questo binario, ho avuto anche il piacere di conoscere e lavorare con John Kruth (un’artista Folk Americano prodotto anche lui dalla Ars Spoletium), che ha collaborato con me alla stesura di alcuni dei testi dell’album.

    Di cosa parla all’ascoltatore?
    “Across the River” parla della sofferenza e della rinascita… e lo fa lasciando all’ascoltatore l’idea che “al dila’ del fiume” ci sia un futuro migliore da costruire. L’album affronta questi temi anche con canzoni ironiche che si alternano a momenti più seri ed introspettivi.

    Qual è il tuo brano preferito?
    Come dico sempre è impossibile per me scegliere, sono affezionato a tutte le canzoni… ma se proprio dovessi dare una preferenza allora direi Someone Somewhere, perché è stato il brano che ha dato il via a tutto e Across the River, perché rispecchia in pieno il messaggio dell’album.

    Spoleto e la musica. Cosa puoi dirci di questo connubio?
    Non vivo più in centro da un po’ di anni, ma Spoleto è una città che amo e a cui sono molto legato. E’ una città piena di ottimi musicisti, ma purtroppo con pochissimi locali dove poter suonare dal vivo. Attualmente in tutta la zona spoletina ne conto appena uno… e la cosa è abbastanza degradante. Non so bene da cosa dipenda, ma guardando le città limitrofe, salvo qualche rara eccezione, la situazione non è molto diversa.

    Oggi la scena musicale nazionale è densa di nuovi e giovani artisti, specialmente a Roma e Milano, cosa vuol dire fare musica venendo dalla provincia?

    Credo che parlare di musica di provincia attualmente non abbia più molto senso: con i mezzi tecnologici e la rete oggi puoi arrivare a farti sentire ovunque, anche vivendo in un paese sperduto della siberia.
    L’unica grande differenza, e qui torniamo al discorso di prima, sono le possibilità di poter suonare dal vivo; nelle grandi città ovviamente hai molte più occasioni di esibirti e di farti conoscere e questo non è cosa da poco conto.

    Progetti per il futuro?
    Promuovere il mio album e la mia musica, suonando il più possibile dal vivo.
    Da Luglio di quest’anno ho iniziato a suonare nei festival e nei locali e sto trovando un ottimo riscontro. Per il resto ci sarà sicuramente un altro album in futuro, magari con qualche canzone anche in italiano.

    Ti ringraziamo per questo spaccato di vita, è stato un piacere conoscere l’uomo e l’artista GiuMont. Salutiamo insieme Spoleto con tre aggettivi con cui la definirebbe.

     

    Complicata, Bellissima, Unica.

    Per  ascoltare la musica di GiuMont basta cliccare su  questo link: https://smarturl.it/AcrossTheRiver
    facebook: https://www.facebook.com/giumontmusic/
    instagram: https://www.instagram.com/giumont_

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    One Comment For "Volti di Spoleto: vi presento GiuMont"

    1. Carlo Alberto Bussoni
      Novembre 19, 2019

      Bravo. Complimenti. Non lo conoscevo prima di questo articolo (grazie Fabio!) e merita di essere conosciuto da una più ampia platea. In bocca al lupo.

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