Volti di Spoleto: Giovanni Tomassini, lo scrittore dei templari

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  • Misteri templari e storia “nascosta” direttamente dalla voce dello scrittore umbro Giovanni Tomassini

    di Alessio Cao

    Incontriamo oggi Giovanni Tomassini ingegnere e scrittore spoletino che ha trattato nelle sue opere molte tematiche a sfondo storico, in particolare collegate al mistero dei cavalieri Templari e alla loro presenza nel territorio regionale umbro.

    Giovanni è un piacere per noi conoscerla meglio ed approfondire con lei le sue avventurose indagini sui Cavalieri Templari. Ci racconti come nasce la sua passione per questa parte di storia densa di mistero.

    Buongiorno sono Giovanni Tomassini, nato a Spoleto da madre spoletina ma ho sempre vissuto altrove, prima per il lavoro di mio padre e poi per la mia attività. Ho lavorato come ingegnere elettronico fino a qualche tempo fa, dalla Lombardia alla Sicilia passando anche per l’estero e adesso sono in pensione. Ho sempre coltivato come hobby lo studio della storia, guardando non solo i testi ma soprattutto analizzando le opere, perché come disse Eileen Power, docente di storia medievale all’università di Cambridge: “È un errore grandissimo pensare che la storia sia necessariamente qualcosa di scritto: può risultare benissimo qualcosa di costruito e chiese, case, ponti e anfiteatri possono raccontare le loro vicende con la chiarezza di un libro stampato, se si hanno occhi per vedere”.

    Considera poi che noi Italiani, e noi Umbri non facciamo eccezione, siamo molto fortunati, in quanto viviamo dentro la storia: per noi passeggiare nelle nostre città è come camminare sul set del canale 54 “RAI Storia”.

    Nello studio della storia ho messo anche la mia cultura ingegneristica ed ho sempre analizzato la storia come una grande equazione differenziale, che varia nel tempo e nello spazio, una equazione differenziale non lineare purtroppo, in quanto sparizioni, omissioni, interessi, Damnatio Memoriae, incidenti, incendi, rivoluzioni etc, hanno fatto sì che tante cose siano andate perdute e/o sparite e quindi, a posteriori, mancasse la linearità nello sviluppo della stessa. Una soluzione per questo tipo di equazioni sono gli “Scenari” che meglio riescono ad approssimare le condizioni al contorno dettate, queste si, dai documenti ufficiali e dai monumenti che insistono nell’area. Per questo ho sempre esaminato le opere e ciò che mi circonda, soprattutto i segnali deboli di alcuni testi, ovvero le cose scritte tra le righe.

    Quali sono state le sue fonti di ispirazione per approfondire la conoscenza dell’Ordine del Tempio?
    Quali testi hanno maggiormente influenzato il suo percorso?

    Ho iniziato a studiare l’Ordine del Tempio, molti anni fa, i Templari mi hanno sempre interessato per quanto hanno saputo fare e per la ferocia con cui vennero combattuti. Avendo ricoperto ruoli importanti nell’azienda in cui ho lavorato, società con ramificazioni in tutto il mondo, so benissimo quanto sia difficile che in una grande struttura un ordine segreto rimanga tale per molto tempo. Mi riferisco al venerdì 13 ottobre 1307, quando l’ordine dell’arresto di tutti i templari, dato un mese prima, avrebbe dovuto essere eseguito. I Templari erano molto ricchi e avevano un servizio spionaggio molto efficiente, potevano pagare le loro spie meglio di tutti e sapevano cosa li aspettasse; quindi chi dette l’ordine del loro arresto e il sequestro dei loro beni: Filippo il Bello Re di Francia, trovò ben poco di quello che si aspettava. Da questa banale considerazione è partito il mio studio. Ho una biblioteca abbastanza grande con qualche migliaio di testi alcuni molto noti e copie uniche che conservo gelosamente. Nessun testo mi ha influenzato più degli altri, esiste invece una persona che mi ha colpito più degli altri: sto parlando del mio amico Tim Wallace Murphy. Per chi non lo conoscesse è stato il più grande conoscitore e scrittore sui Templari, e dico è stato in quanto purtroppo è venuto a mancare pochi mesi fa. Murphy fu il supporto scientifico di Dan Brown e quando giunse in Italia per studiare gli scenari di Inferno e di altri testi non ancora editi, mi è venuto a trovare un paio di volte, e con lui abbiamo studiato a fondo alcune zone di Ferentillo e di Città di Castello. Grazie a lui ho imparato ad analizzare in modo diverso i testi, i monumenti e dove focalizzare l’attenzione. Un giorno mi ha anche spiegato l’esame sonoro, cioè le risonanze che certi luoghi devono avere. Non a caso i miei due testi sui Templari, su sua specifica richiesta, sono stati scritti in Italiano e Inglese. La soddisfazione più grande per me, fu quando alla fine di uno di questi esami, a cena presso un ristorante ferentillese, mi chiese un piacere, risposi ovviamente di sì, e mi domandò una copia di un mio libro con la dedica. Ricordo che rimasi quasi senza parole e chiamai la proprietaria del ristorante per farmi una foto mentre eseguivo la firma, alla domanda di un amico sul perché volessi la foto, risposi: “perché altrimenti non ci crederebbe mai nessuno!”

    Nella sua opera “Gli ultimi custodi del tesoro templare”, edita da Atanor nel 2010, guida il lettore attraverso un viaggio sulle tracce dei Templari in Umbria, in particolare nelle zone di Ferentillo, Umbriano e San Mamiliano. In quest’ultimo paese dimostra anche il probabile passaggio se non anche la probabile permanenza di parte dell’inestimabile tesoro dell’Ordine.
    Quali sono i segnali più evidenti che ha colto? Il tesoro potrebbe ancora essere nascosto qui e perché?

    Questo testo e gli studi successivi sono iniziati per rispondere a due domande, partendo da una apparente leggenda francese.
    La prima domanda fu: perché Papa Bonifacio VIII pose Ferentillo sotto il diretto controllo del Papato, cioè senza Vescovi o Abati come intermediari, e questo stato di cose durò 550 anni? Che senso aveva?
    La seconda è: perché una delle più ricche e potenti famiglie del Rinascimento Italiano: i Cybo, vollero Ferentillo con una determinazione che ha dell’incredibile, pagando Ferentillo in cambio dei loro diritti su Porta San Giovanni in Laterano a Roma, in seguito lo elevarono a Stato e lo tennero per 250 anni, vale a dire fino a quando l’ultimo loro erede lo cedette. Apparentemente una pazzia!
    La leggenda francese dice questo: “1318: Plus de 3.000 Chevaliers du Temple (malgré son abolition par le pape) se réunirent à Spoleto (Ombrie, en Italie). Deux factions se dessinèrent: ceux qui voulaient venger le Temple et ceux qui voulaient perpétuer les secrets de la chevalerie. Ce fut la deuxième qui décida de l’avenir …”.
    Sopra ho scritto leggenda apparente, in quanto i riferimenti sono troppo chiari e precisi per poter parlare di una favola e in quanto la collina di San Giovanni, vicino a San Mamiliano, dove avvenne l’incontro, al tempo era sotto il Comune di Spoleto.
    Comunque non so quanto del Tesoro dei Templari sia passato a Ferentillo, ma che fine fece lo posso immaginare.
    La “coincidenza” più strana è che i Cybo erano anche i signori dell’Isola di Montecristo, dove c’era l’Abbazia di San Mamiliano con un bel tesoro, realizzato questo con gli ex voto dei marinai. La storia narra che la famiglia si appropriò di quel tesoro e successivamente per un incidente a carattere massonico finirono in una indagine della SS. Inquisizione. Questa documentazione era nell’archivio del Tribunale Ecclesiastico che fu trafugata da Napoleone e portata in Francia. Anni dopo uno scrittore francese lesse queste carte e scrisse il romanzo “Il Conte di Montecristo”, tanto che in una lettera ad un suo amico annotò: voi avete ben capito il segreto di Montecristo è l’Alchimia e la Massoneria con in mezzo un tesoro. Alessandro Dumas LDP

    Molto interessanti questi dettagli Giovanni. Alcune correnti di pensiero creano un legame tra la fine dei Templari e l’inizio della Massoneria. Secondo alcuni studiosi ed esperti del settore la seconda discenderebbe dalla prima. Cosa ne pensa? Ci sono dei punti di contatto tra le due realtà?

    Ovviamente si, su questa storia ho scritto molto e molti altri, prima di me lo hanno fatto, vedi la conferenza di Sir James Ramsay il 21 dicembre 1736 a Parigi. Tra gli affreschi della Chiesa di Santa Maria in Ferentillo, questa affermazione viene sostenuta anche dai Cybo con un affresco del 1540, in cui i sette attributi dei Cavalieri Templari e dei Massoni, sono riportati in maniera simbolica: forza, bellezza, sapienza, potenza, onore, gloria e divinità. Infine i Riti più importanti della Massoneria, cioè lo Scozzese e quello di York, contemplano tra i loro gradi quello di Templare, addirittura il Rito di York conferisce il grado di Cavaliere Templare come il massimo livello cui si possa raggiungere.

    Un’altra tematica interessante trattata da lei è quella di un Gesù diverso da come lo conosciamo, con apostoli donna e probabilmente la Maddalena come moglie. Ha affrontato questo spinoso problema religioso nel libro “Le donne di Gesù”. Secondo lei è plausibile? Quali tracce troviamo nella storia a suffragio di questa teoria?

    Questo argomento è spinoso ed è basato sull’interpretazione del Santo Graal letto nella forma Sang Real, cioè il sangue dei discendenti di Cristo. A parte l’affresco nella Chiesa di Santa Maria del Tempio a Città di Castello, che pone in chiaro questa storia, come tu sai in Francia a Rennes le Châteaux, l’Abbe Sauniére, nel 1880 mise sei statue di Santi in una determinata posizione, le iniziali dei nomi di questi Santi formano la parola “Santo GRAAL”. Nella Chiesa di Santa Maria in Ferentillo, che si trova sullo stesso parallelo di Rennes, i Cybo nel 1500, quindi tre secoli prima, fecero realizzare sei affreschi legati da un simbolo comune: Santo Sepolcro, Gesù Maestro, San Rocco, Sant’Antonio da Padova, Sant’Antonio Abbate e Santa Lucia, se anche qui consideriamo le iniziali dei nomi dei Santi abbiamo “Santo GRAAL”.

    Chiudiamo con un’ultima domanda appassionante per gli appassionati di storia e di misteri. Cosa nasconde ancora il nostro territorio? Possiamo seguire qualche pista o qualche altro segnale nella nostra Umbria?

    La storia come dicevo all’inizio è una equazione differenziale non lineare scritta sempre da chi ha vinto, quindi chi ha perso non ha mai avuto voce in capitolo e molto è andato smarrito o distrutto. Per quanto ho scritto sopra credo che la storia Umbra sia nota per le battaglie, le Signorie, le economie, etc, ma quando ci si addentra in alcuni temi la Storia diventi come un’arancia a cui noi non è dato scalfire neanche la buccia. Pensa che Achille Sansi nei suoi “Studi Storici”, non nomina mai i Cavalieri Templari, eppure questi cavalieri presidiavano i cammini dei pellegrini, sia per proteggerli dai pericoli che per l’amministrazione dei loro affari. In quell’epoca le “autostrade” principali italiane erano tre: la Via Francigena, la Via Romea/Flaminia e la Via Traiana/Appia … e Spoleto si trova sulla Flaminia!

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    Aurelio Fabiani 2024-04-05 21:43:38
    Delle vostre sceneggiate non ce ne frega niente. Ce lo ridate l' ospedale o no!
    Aurelio Fabiani 2024-03-30 00:34:34
    I cerotti non nascondono le amputazioni, neanche i campagna elettorale. La città di Spoleto vuole il ripristino di tutti reparti.....
    Aurelio Fabiani 2024-03-19 21:39:22
    TESEI E IL GOVERNO REGIONALE DI LEGA, FORZA ITALIA, FRATELLI D'ITALIA STANNO PER CONCLUDERE L' OPERA DI CANCELLAZIONE DEL SAN.....
    Aurelio Fabiani 2024-03-11 09:58:47
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