Un mestiere antico, riscoperto da un giovane artigiano a Spoleto
di Alessio Cao
(DMN) Spoleto – Volti di Spoleto vi porta oggi alla riscoperta di un mestiere antico e prezioso: il calzolaio. Da tempo immemore questa figura di artigiano è apprezzata e diffusa nel mondo. Oggi, in questa società consumistica e commerciale, che tende a cambiare più che riparare, il calzolaio sembrava una professione destinata a scomparire, invece la troviamo più viva e attiva che mai, anche grazie a dei giovani artigiani ed imprenditori che hanno deciso di investire e di formarsi in questa antica arte.
Affrontiamo questo viaggio tra passato e presente con Diego Damiani, giovane calzolaio che opera a Spoleto, nella sua bottega “Il calzolaio Matto”.
Il calzolaio è un mestiere antico, che affonda le sue radici nella storia stessa dell’uomo e nel suo bisogno di proteggere i piedi. Oggi questa professione sta scomparendo ed è raro trovare dei giovani che decidano, coraggiosamente, di intraprendere questa strada. Ci racconti come è nata in lei questa idea.
L’idea è nata facendo niente. In quel periodo della mia vita non facevo nulla, lavorativamente parlando, cosicché sentendo in TV che stavano riemergendo questi antichi mestieri, ho voluto provare a capirne di più.
Una volta il mestiere si imparava sul campo, con la gavetta svolta nelle botteghe. Lei come si è formato? Esistono dei corsi per imparare?
Mi sono documentato sui corsi esistenti, ma i principali svolti a Firenze hanno prezzi molto alti, cosi mi sono recato al centro studi di Foligno e tramite la coordinatrice mi sono fatto creare il corso su misura per me. Poi ho imparato, come tutti, da chi ne sa più di me ed ho fatto la mia gavetta presso un altro calzolaio.
Cosa chiedono maggiormente i clienti oggi al calzolaio? Quali i lavori più frequenti e quali quelli più impegnativi?
Al calzolaio chiedono le cose più disparate, dalla semplice riparazione quale una cucitura, un bottone, un rivetto, al fare le scarpe su misura.
Differenze tra calzolaio oggi e calzolaio nel passato.
La differenza tra il calzolaio di ieri e quello di oggi è la tipologia delle riparazioni. Una volta le scarpe erano scarpe, fatte con cuoio e pelle vera, adesso è tutta “pseudo plastica”, cioè le suole, i tacchi sono di plastica e le pelli sono sintetiche.
Il calzolaio ripara. Un valore fondamentale ed importante il “riparare” invece del gettare e del cambiare, comportamenti che questa società commerciale e consumistica ci ha inculcato. La gente apprezza ancora il valore delle cose?
La gente non apprezza più il valore delle cose come una volta. Un oggetto più costa, più va di moda e più viene apprezzato, indipendentemente dalla fattura del bene stesso.
Consiglierebbe ai giovani che vogliano imparare un mestiere di seguire le sue impronte? Ci dica la sua previsione per il futuro di questo lavoro.
Da un lato lo consiglierei, dall’altro no. Sì perché continuerebbe la tradizione italiana dell’artigianato, troppo importante per perderla, no perché c’è troppa pressione fiscale che rende più complesso avere un’attività artigianale.
Bisogna sostanzialmente ampliare il lavoro, altrimenti con la singola riparazione non si può andare avanti.
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