Martedì 25 maggio si terrà il nono incontro con i registi italiani all’interno della rassegna Visioni d’Autore organizzata dal Comune di Spoleto in collaborazione con Maia Associazione Culturale, leader in Europa nel network dell’audiovisivo, e Cinéma Sala Pegasus e che ha portato a Spoleto alcune tra le voci più interessante del panorama cinematografico contemporaneo tra cui Michele Vannucci, Irene Dionisio, Fabio Bobbio, Martina Parenti, Fabio Mollo, Daniele Vicari, Roberto De Paolis, Fabio Grassedonia e Antonio Piazza.
Martedì sarà la volta di Alessandro Comodin che alle ore 21:30 sarà ospite in sala per un incontro con il pubblico della città per la presentazione del suo ultimo film “I tempi felici verranno presto”, evento speciale alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes 2016. Friulano classe 1982, Alessandro Comdin torna alla regia dopo L’estate di Giacomo, il film che rivelò al pubblico il suo talento, e lo fa con un film che ci trasporta in una terra di nessuno, dentro una foresta ideale dove si avanza tra storia e fiaba. Se, come diceva Buñuel, la visione di un film è sempre un’avventura psicologica individuale, ben venga chi riesce a farci entrare nel suo sogno comunicandocene le emozioni e il mistero, invitandoci a interpretarlo ognuno a suo modo (Goffredo Fofi, Internazionale). L’evento è in collaborazione con il cinema Postmodernissimo: Spoleto e Perugia saranno tra le pochissime città in Italia dove sarà possibile vedere in film in anteprima.
SINOSSI
Prima Tommaso e Arturo, poi Ariane. Tre ragazzi diversi, due epoche diverse, due conflitti diversi, ma l’urgenza è sempre la stessa: fuggire. Lasciarsi alle spalle il mondo, spezzare le regole, tentare di ribellarsi allo stato delle cose. I tempi felici verranno presto, declinando le sfumature della parola “fuga” e immergendole totalmente nella natura, ci racconta una favola. Una favola buia, dove sogno e verità si confondono, dove storia e metafora si rincorrono, dove incontriamo boschi e lupi, bellezza e morte, guerre collettive e guerre individuali, evasioni e prigioni. Tommaso e Arturo, alla fine, riusciranno a scappare? E Ariane, che si avvicina troppo alla foresta, riuscirà a tagliare tutti i fili da cui vuole divincolarsi? La grammatica del fantasy e del documentario, sotto lo sguardo attento e libero di Alessandro Comodin, non generano un corto circuito ma una surreale poetica degli opposti, coinvolgendo il pubblico “in un’esperienza profondamente sensoriale”.
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