In una cripta sotterranea le mummie e le storie di quelli che furono gli abitanti del borgo
di Alessio Cao
Il Museo delle Mummie, luogo misterioso e fuori dal tempo, è ubicato all’interno della cripta romanica sopra la quale fu costruita, utilizzandone le strutture come fondamenta, la chiesa cinquecentesca di Santo Stefano, nel borgo di Precetto a Ferentillo. Proprio a seguito di questa nuova costruzione architettonica, la zona sottostante la chiesa cambiò nel tempo utilizzo e fu destinata ad accogliere le sepolture del borgo.
Con l’editto di Saint Claud, applicato in Italia a partire dal 1806, che vietava le sepolture all’interno delle mura cittadine, si iniziò un’opera di riesumazione delle salme sepolte nella cripta.
I lavoratori dell’epoca rimasero senza parole nello scoprire che una parte dei corpi era perfettamente intatta e aveva subito un processo di mummificazione naturale sorprendente. Capelli, barbe, pelle e denti sono ancora ben visibili nelle 24 mummie qui conservate, che osservano silenziose il visitatore che ha il coraggio di affrontare questo luogo tetro e misterioso, sicuramente unico nel suo genere.
La mummificazione, probabilmente dovuta alla particolare composizione chimica del suolo e al luogo di conservazione è sbalorditiva.
Oltre alle mummie sono conservati qui numerosi teschi, ossa e una bara ancora chiusa, tutti resti umani degli abitanti dell’epoca di Ferentillo. Sono custodite qui le loro vite, le loro storie, alcune ben raccontate dalle guide del museo, che forniscono uno spaccato molto interessante della vita dell’epoca.
Tra questi racconti spicca quello che riguarda una coppia di sposi, probabilmente cinesi, che raggiunsero il paese per il Giubileo del 1750. A seguito di una malattia morirono a Ferentillo e furono sepolti nella cripta. Ancora in parte visibili i loro abiti di fattura orientale.
Tante le storie che si presentano ad un attento visitatore, disposto ad ascoltare e ad osservare la storia di questi uomini e donne attraverso ciò che resta delle loro spoglie mortali, il tutto in un doveroso silenzio,forma di rispetto per ciò che furono.

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