Mercoledì 30 gennaio al San Nicolò
In occasione del ciclo di iniziative culturali che l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Spoleto ha organizzato per celebrare il Giorno della Memoria, Mercoledì 30 gennaio al complesso monumentale di San Nicolò, alle ore 10, è in programma una conferenza, dal titolo “Shoah. I figli dei sopravvissuti”, alla presenza di Vivi Salomon, figlia di sopravvissuti all’Olocausto.
L’apertura dei lavori è affidata al sindaco di Spoleto Umberto de Augustinis e al Dirigente scolastico dell’Alberghiero Fiorella Segrestani. Alle ore 10.30 Dino Renato Nardelli, della Sezione didattica Isuc, introduce e presenta la testimone. Il racconto di Vivi Salomon è inframmezzato da letture e brani musicali a cura degli studenti dell’Alberghiero. La conferenza è organizzata grazie alla collaborazione con l’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea e dell’Istituto Professionale di Stato per l’Enogastronomia, l’Ospitalità Alberghiera e per i Servizi Commerciali per il turismo “Giancarlo De Carolis” di Spoleto.
Nata a Trieste nel 1956, Vivi Salomon è cresciuta in una famiglia, originaria dell’Europa dell’Est, con una forte identità ebraica. I genitori arrivarono a Trieste all’inizio degli anni Cinquanta. Il padre, Raoul, fu deportato nella zona di Transnistria. Allo stremo delle forze, riuscì a fuggire dopo 10 mesi e riunirsi alla sua famiglia. Fu liberato con l’arrivo dei russi, nel marzo 1944. La madre Klara, dopo una permanenza di 2 mesi nel ghetto di Oradea, fu deportata ad Auschwitz nel maggio 1944 all’età di soli 13 anni, con sua sorella Agi, la sua madre Ilonka e altri familiari. Ilonka, che avrà avuto circa 42 anni, fu subito selezionata per la camera a gas. Le due sorelle riuscirono a rimanere insieme nel campo di Birkenau sino all’ottobre 1944 quando Agi fu trasferita da Auschwitz, e più tardi, uccisa. La madre di Vivi, rimasta sola, fu trasferita nel campo di lavoro Ravensbruck, in Germania, e da lì, alla fine della guerra, i tedeschi la avviarono alla “Marcia della morte”, durante la quale, il 25 aprile 1945, fu finalmente liberata dai russi. Aveva 14 anni e pesava 26 chili.
Vivi racconterà la storia di sua madre che fu deportata ad Auschwitz e la sua esperienza come figlia di sopravvissuti, parlando anche dell’impatto che la Shoah ha avuto sul popolo ebraico e soprattutto sulle nuove generazioni dello Stato di Israele.
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