In occasione della “Giornata Nazionale del Teatro in carcere” in concomitanza con la 58° Giornata Mondiale del Teatro, si è svolta stamani, all’interno della casa di reclusione di Maiano, la rappresentazione teatrale del SIMPOSIO di Platone, interpretata dalla compagnia SINENOMINE e dagli studenti del LICEO CLASSICO dell’IIS SANSI LEONARDI VOLTA accompagnati dall’Arpa di RACHELE SPINGOLA
La rappresentazione è avvenuta alla presenza dei rappresentanti istituzionali degli ENTI aderenti al Polo interistituzionale dell’UMBRIA.
Nel pomeriggio si svolgerà la prima riunione del Polo Interistituzionale dell’Umbria – che ha la propria sede regionale all’interno della Casa di Reclusione di Maiano – e che opera per coordinare iniziative a favore dell’integrazione della popolazione detenuta, al diritto ad un percorso scolastico adeguato alle capacità effettive di ognuno, alla condivisione, scambio e circolazione delle esperienze in atto, della documentazione, dei materiali, delle ricerche di settore, all’istituzione di un canale diretto tra supporto scolastico, progetti per il ricongiungimento familiare e inserimento lavorativo dei detenuti.
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Questo progetto, che nasce a partire dalla celebrazione della V Giornata Nazionale del Teatro in Carcere e della 58′ Giornata Mondiale del Teatro va ben oltre l’evento celebrativo: nell’incontro tra ragazzi del Liceo Classico e studenti detenuti del Liceo Artistico, tra scuola “al-di-là” e scuola “al-di-qua” delle sbarre, tra luce e ombra, tra suoni e silenzi, tra possibilità e impossibilità, tra giovinezza e maturità, nasce il dialogo, nasce l’arte, nasce amore. Amore è figlio di Abbondanza e allo stesso tempo di Mancanza: nell’estrema opposizione degli elementi è nato qualcosa di unico, di prezioso e raro.
L’incontro tra opposti, tra ragazzi e detenuti, ha fatto sì che si potesse ancor più mostrare ciò che Platone ha dipinto nel SIMPOSIO: se Eros è la filosofia che si alimenta nella perenne ricerca della verità, così quest’incontro può creare la possibilità di scoprire nuove prospettive, di incontrarsi con l’altro, di continuare a conoscere e a ricercare, perché questa è l’essenza del nostro essere umani sia liberi che ristretti.
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