Spoleto accoglie Borrometi: presentazione del libro “Un morto ogni tanto”

  • Letto 850
  • Giovedì 9 maggio ore 17, Palazzo Mauri

    È con lieto entusiasmo e volontà critica dell’attualità che presentiamo l’evento in oggetto, posticipato perché inizialmente atteso in marzo.
    Il fatto che anche l’Umbria e Spoleto in particolare, polo culturale ed inclusivo attento alle problematiche che affliggono la regione, non ultima quella prepotente della criminalità organizzata,
    si siano espresse a favore della possibilità di ospitare Paolo Borrometi, rende questo tipo di accoglienza un segnale importante: la scelta consapevole di una città e del suo primo cittadino, il Sindaco Umberto De Augustinis, di non voltarsi dall’altra parte ma anzi di voler affermare con decisione e solidarietà concreta un senso proprio di dovere civico nei confronti di una battaglia che, se non eroica e coraggiosa come è lo stesso autore del libro a evidenziare, presuppone un alto grado di fiducia nella Giustizia e nel prossimo.

    Paolo Borrometi, Giornalista autore del libro “Un morto ogni tanto” edito da Solferino nell’ottobre scorso, insieme ai suoi “angeli custodi”, la scorta che gli è stata imposta dallo Stato nel 2014 in seguito a un’aggressione fisica e a continue intimidazioni e che è volta a garantirgli l’incolumità a causa delle sue inchieste giornalistiche, sarà presente giovedì 9 maggio 2019 alle ore 17 presso Palazzo Mauri nella sala conferenze affrescata del primo piano. L’evento pubblico, libero e gratuito, organizzato da Valentina Tatti Tonni, direttrice di Informazione contro le mafie, in collaborazione con il presidio di Libera contro le mafie Spoleto “Angela Fiume” e con il patrocinio del Comune di Spoleto, vedrà ospite nel dibattito Franco Salcuni in qualità di formatore presso la sede nazionale di Legambiente, con letture dal testo a cura di Marina Antonini.
    La convinzione per nulla celata è quella di rispondere con determinazione e fierezza al monito più volte lanciato, come in gennaio durante il discorso di inizio dell’Anno Giudiziario dal procuratore generale di Perugia Fausto Cardella. Egli nonostante le evidenze di riconoscere quegli interessi economici che attirano inevitabilmente l’opera delle mafie nel territorio umbro, come la ricostruzione post-terremoto, lo smaltimento di rifiuti o il riciclaggio di denaro, poneva anche l’accento su una «vigilanza attenta e costante» che nel tempo ha consentito alle Forze dell’Ordine un più mirato intervento.
    Permettere dunque che un giornalista come Paolo Borrometi, impegnato nello svolgimento del proprio lavoro e per questo minacciato di morte, non resti isolato, riflette la volontà di cittadini coinvolti e interessati in un’azione prioritaria di resilienza.

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