Il Complesso della Rocca Albornoziana, uno dei simboli di Spoleto, celebrato monumento ed area archeologico-museale di grande pregio, sarà interessato da un complesso lavoro di recupero e di valorizzazione. È stato pubblicato oggi, in Gazzetta Ufficiale e alla sezione Bandi e Concorsi del sito istituzionale dell’Ente, un bando per finanziare gli interventi di recupero e di valorizzazione delle mura esterne, di riqualificazione di una porzione del parco, delle aree archeologiche e dell’impianto di illuminazione dell’intero parco. Nel dettaglio i lavori riguarderanno in particolar modo il restauro e la messa in sicurezza dell’ingente sistema di mura esterne del complesso, il potenziamento dell’illuminazione del parco della rocca e dell’area del Malborghetto, la sistemazione dei percorsi e dell’illuminazione per una migliore fruizione delle emergenze archeologiche e la riqualificazione delle facciate delle palazzine della Rocca. L’importo complessivo dell’appalto, su finanziamenti della Regione Umbria, è di circa 2 milioni e 403 mila euro. Il termine per la ricezione delle offerte è fissato per il 10 dicembre del 2015. Dalla data di consegna dei lavori il termine di esecuzione degli interventi è di quattrocentocinquanta giorni naturali e consecutivi.
“Si tratta di un progetto molto importante – ha spiegato l’Assessore ai lavori Pubblici Angelo Loretoni – vuoi perché ci consente una sistemazione e un miglioramento significativo della complesso della Rocca in termini di fruizione turistica vuoi perché rappresenta, vista la difficile congiuntura economica, un investimento rilevante e quindi una boccata di ossigeno significativa per l’intero territorio”.
La Rocca Albornoziana, un’imponente fortezza che sorge sul Colle Sant’Elia, è stata edificata a partire dal 1359. Per realizzare il suo progetto, il Papa Innocenzo VI inviò in Italia il Cardinale spagnolo Egidio Albornoz, dal quale la fortezza prende il nome, che affidò a Matteo di Giovannello da Gubbio detto “il Gattapone” la direzione dei lavori, protrattisi fino al 1370 circa. Divenuta negli anni anche residenza dei governatori della città, la Rocca si arricchì di decorazioni ed affreschi, molti dei quali andarono perduti quando la struttura venne trasformata in carcere (1817), funzione che mantenne fino al 1982. Il recente restauro consente oggi di visitare il castello, di forma rettangolare e difeso da sei imponenti torri, che consta all’interno di due cortili, uno originariamente sede della milizia armata (Cortile delle Armi), l’altro riservato agli amministratori e ai governatori (Cortile d’Onore). Notevoli sono poi gli ambienti che si affacciano sulla zona di rappresentanza, tra i quali spiccano il Salone d’Onore, l’ambiente più vasto della Rocca destinato ad ospitare cerimonie e banchetti, e la Camera Pinta, che conserva due bellissimi cicli ad affresco di genere profano databili tra XIV e XV secolo. All’interno di quindici ambienti della struttura è inoltre ospitato il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto. Nella Rocca hanno sede anche la Scuola Europea del Restauro del Libro e il Laboratorio di Diagnostica dei Beni Culturali.
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