Intervista all’ex assessore e segretario comunale del PD
“L’unità qui non è un opzione, è un dovere. Dobbiamo lavorare compatti per combattere la pandemia ed aiutare le categorie economiche della città più colpite,a cominciare dai ristoratori e dagli operatori turistici. Invece, si preferiscono i giochi di palazzo per lasciare la città nelle mani di un commissario prefettizio in un momento in cui bisognerebbe produrre il massimo sforzo per difendere l’ospedale e dare risposte certe per la ricostruzione post sisma”.
Roberto Loretoni, già assessore comunale ai lavori pubblici, presidente dell’Ase, ed ex segretario comunale del Partito Democratico per una breve stagione nel 2015, è piuttosto netto nella sua posizione. Che non è affatto in sintonia con quella del Pd spoletino.
Loretoni che idea si è fatto di questa iniziativa che vede a braccetto il Pd e la destra più estrema?
“Prendo atto che ci sono sensibilità diverse sul piano politico -, è il pensiero di Loretoni -. Ma attaccare un Sindaco che sta semplicemente facendo il suo dovere istituzionale in questo momento di massima emergenza sanitaria, mentre andrebbe sostenuto perché rappresenta tutti gli spoletini, è quanto di più sbagliato possa esserci. Quella che doveva sembrare una dimostrazione di forza, a mio avviso, è una ammissione di debolezza politica. Altrimenti, la mozione si sarebbe discussa i primi della prossima settimana, mentre invece slitterà a marzo per fare in modo che si possa andare alle urne non questa primavera, ma addirittura in autunno o nei primi mesi del 2022. Segno che non si hanno proposte e uomini credibili per affrontare la sfida elettorale. La politica è fatta di scelte. Rimandarle per tirare a campare significa non essere pronti per amministrare questa città. Abbiamo di fronte cinque emergenze: quella sanitaria al primo posto. E poi quella sociale, economica, educativa e culturale. Si dovrebbe lavorare insieme pur provenendo da storie ed esperienze diverse per affrontare questa fase difficile, ed invece si sta offrendo alla città uno spettacolo indecoroso”.
La mozione è stata firmata anche da due medici. Non trova che sia anomalo che due dipendenti della Asl si schierino contro il Sindaco che ha aperto un contenzioso giudiziario (ricorso al Tar ndr) nei confronti della stessa azienda sanitaria?
“Bisognerebbe chiederlo a loro – afferma Loretoni -. I medici dovrebbero dare un contributo per combattere la pandemia, non per andare contro il Sindaco che, come ufficiale di governo e responsabile della salute pubblica, si è assunto l’onere di difendere l’ospedale dallo smantellamento totale e di portare le istanze della città nella formazione del nuovo Piano sanitario regionale. Non può certo sfuggire ad alcuno come ci sia una situazione di conflitto di interessi tra il ruolo di medici dipendenti della Asl e quello di consiglieri comunali. Buon senso vorrebbe che un rappresentante delle istituzioni che si trova in questa situazione, non solo dovrebbe astenersi all’atto della votazione, ma neppure firmare una mozione del genere”.
Come crede finirà questa crisi?
“Non ho la sfera di cristallo – conclude Loretoni -, ma credo che chi vuol fare cadere questo Sindaco si debba assumere le proprie responsabilità. L’economia soffre, serve un impatto culturale e sociale ed uno sforzo comune per portare avanti il piano vaccinale e progettare una città più forte e all’altezza delle sfide nel contesto endo-regionale, grazie anche alle risorse che arriveranno con il Recovery Fund. Di sicuro, la politica non si fa nei palazzi ducali e con i Rolex d’oro al polso”.
R.Be.







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