(Re.Ber.) – “Vorrei lasciare un ricordo di mio figlio Roberto che rimanga nel tempo. Magari ristrutturando, per la seconda volta, il campo giochi della parrocchia di Santa Rita. Purtroppo, però, le mie risorse personali non sono più molte e quindi cerchiamo persone di buona volontà che mi aiutino in questa opera”. E’ stato questo l’appello di Mariano Cintio nel corso del memorial organizzato nella parrocchia di Santa Rita. Si sono ritrovate oltre un centinaio di persone per ricordare il giovane calciatore spoletino, a 27 anni dalla sua scomparsa, partecipando prima alla messa in suffragio e poi al successivo rinfresco. Un momento di commozione intensa nel lungo fil rouge dei ricordi. Accompagnato da una lunga serie di fotografie di Roberto: dall’infanzia, ai primi calci al pallone, all’adolescenza stroncata nel momento più bello; quello in cui i sogni si stagliano all’orizzonte per diventare, un giorno, realtà.
E Roberto di sogni ne aveva tanti: magari diventare un bravo giocatore, o un ottimo professionista nel lavoro. Perchè –,come ha ricordato il vostro cronista – in una società come quella di oggi in cui le pagine dei giornali ci raccontano di crimini efferati commessi da ragazzini, la figura di Roberto Cintio, bravo nello sport che più amava e studente modello, è una sorta di ancora di salvezza. Assente giustificato della serata, Alessandro Picotti, colpito dall’improvviso lutto della perdita della sorella Virginia, le cui esequie si sono svolte oggi, lunedì, nella basilica di San Gregorio Maggiore. L’ex calciatore dello Spoleto avrebbe dovuto leggere alcuni brani del libro “La voce del mio silenzio ”,scritto dal compianto fratello Giuseppe in memoria di Roberto. E’ stata comunque letta una struggente lettera di Virginia Virilli, nipote di Picotti ed amica intima di Roberto. Parole bellissime nel descrivere i sentimenti, che si celano dietro ad una semplice scampagnata con l’allora mitico “Ciao”.
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