di Ilaria Solazzo
Il comico e artista italiano racconta mezzo secolo di carriera tra satira, teatro e la libertà di far ridere senza censure.
Intervistare Martufello significa incontrare un pezzo autentico della storia dello spettacolo italiano. Non è solo un comico, ma un interprete popolare che ha attraversato TV, teatro e piazze portando la voce di un’Italia schietta, vicina alla terra e al cuore delle persone.
In un’epoca in cui la comicità sembra passare al vaglio del consenso e della correttezza formale, Martufello resta fedele alla sua ironia senza filtri. L’intervista che segue non è solo un racconto di carriera, ma una riflessione su cosa significhi, oggi, far ridere senza perdere verità e identità.
“Il burino nasce dalla vita vera”
Fabrizio, o dovrei dire Martufello! Cominciamo dall’inizio: come nasce il personaggio del “burino”?
Ah, bella domanda! Il “burino” nasce dalla vita vera. Vengo da Sezze, in provincia di Latina, dove la gente è genuina e diretta. Ho portato quella veracità sul palco, con ironia. Il pubblico si riconosceva, rideva… e ride ancora!
“Il Bagaglino? Una seconda casa”
Hai legato gran parte della tua carriera al Bagaglino. Che ricordi hai di quell’epoca?
“Il Bagaglino è stato la mia famiglia artistica. Pingitore, Pippo Franco, Bombolo… ognuno aveva un ruolo preciso. E poi i teatri pieni, la TV, i sabati sera con milioni di spettatori. Era un’altra Italia, forse più ingenua, ma anche più libera.
“La comicità oggi è troppo timorosa”
Oggi si parla molto di “politically correct”. Ti senti limitato rispetto a prima?
“ Tantissimo! Prima si poteva scherzare su tutto, con rispetto ma anche con coraggio. Oggi hai paura di offendere chiunque, anche solo con uno sguardo. La satira non può esistere con il freno a mano tirato. Il palco è casa mia”
Hai mai pensato di ritirarti?
“Ma no! Io sono come il vino: più invecchio, più faccio ridere. Certo, ora vado più piano, ma il palco è casa mia. Finché il pubblico mi applaude, io continuo”.
Una battuta “alla Martufello” per chiudere?
Eccola: “Mia suocera è come la RAI… la trovi sempre, pure quando non la cerchi! Il pubblico è cambiato, ma la risata vera c’è ancora”
Tu ha attraversato decenni di spettacolo. Cosa è cambiato nel pubblico italiano?
: Oggi il pubblico è più esigente e più distratto. Un tempo si seguivano gli spettacoli con attenzione, ora si guarda tutto con un dito sul cellulare. Ma chi cerca la risata vera, c’è ancora.
“Far ridere con verità”
Il linguaggio comico di oggi è molto diverso dal passato. Come ti sei adattato?
Martufello: Ho cercato di restare fedele alla mia identità, aggiornando però i riferimenti. Ma la base è sempre quella: far ridere con la verità. L’importante è non diventare una caricatura di sé stessi.
“Il Bagaglino ha dato voce a un’Italia che non c’è più”
Il Bagaglino ha fatto storia. Cosa pensi della sua eredità?
È stato un laboratorio unico di comicità e satira. Ha dato voce a un’Italia che oggi non c’è più. Forse, anche per questo, molti lo ricordano con nostalgia.
“La comicità nasce dalle radici”
Cosa diresti a un giovane comico che vuole iniziare?
“ Di fare tanta gavetta, di osservare la gente e di non avere paura di sbagliare. La risata nasce dal rischio, non dalla sicurezza”.
Quanto conta l’identità regionale nel tuo modo di fare comicità?
“Tantissimo. Il mio accento, le storie della mia terra… sono parte di me. La comicità autentica nasce dalle radici.
“Proietti e Vitali, maestri diversi”
C’è un personaggio pubblico che ti ha ispirato particolarmente?
“ Gigi Proietti è stato un riferimento umano e professionale. Ma anche Alvaro Vitali: ha saputo trasformare una maschera in una forza popolare”
Progetti per il futuro?
“ Sto lavorando a uno spettacolo che ripercorre i miei 50 anni di carriera. Un viaggio tra battute, ricordi e tanta musica. E poi mi piacerebbe tornare in TV, ma con libertà creativa.”
Una voce fuori dal coro…
In un’epoca in cui la comicità si muove tra autocensura e ricerca del consenso, Martufello rappresenta una rarità: un uomo di spettacolo che non ha mai smesso di essere se stesso. La sua risata, per alcuni “ruvida” ma autentica, nasce da un’Italia contadina, istintiva, capace di una lucidità disarmante.
In lui convivono l’artigiano della battuta e il testimone di una cultura popolare che oggi rischia l’estinzione, sacrificata sull’altare del “politicamente corretto”. Intervistarlo è come attraversare decenni di costume italiano, tra varietà televisiva, satira e un’umanità che non si vergogna delle proprie radici.
La sua ironia, spesso scambiata per semplicità, è invece uno specchio che riflette la società con sincerità. Martufello non edulcora, non modera: racconta. E forse è proprio questa la sua grandezza.
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