Mario Bravi (CGIL) : «ecco il ‘progetto Spoleto’»

  • Letto 1294
  • L’intervento del Presidente IRES CGIL Umbria nel corso dell’incontro con Maurizio Landini a Villa Redenta

    (DMN) Spoleto – Nel corso dell’iniziativa con Maurizio Landini, tenutasi a Villa Redenta nei giorni scorsi, Mario Bravi, Presidente IRES CGIL Umbria, a nome della CGIL, ha presentato ai presenti una bozza per un  PROGETTO SPOLETO. Ecco l’intervento completo: 

    L’occasione di un incontro con Maurizio Landini segr gen CGIL è importante per fare il punto su un territorio che vive al tempo stesso la sfida della ricostruzione, di una crisi economica crescente e (non è un caso) di un andamento demografico negativo. Il primo tema, quello del sisma, ci dice che l’area umbra, costituita da 15 comuni, è stata duramente colpita e anche da noi finita la fase dell’emergenza la ricostruzione stenta a partire. Pensiamo che la logica della centralizzazione è sbagliata, anche se la frantumazione in tanti Comuni, alcuni con un solo dipendente come Poggiodomo, non aiutano ad affrontare la fase della ricostruzione in termini adeguati. Abbiamo, per fortuna, alle spalle l’esperienza importante e positiva della ricostruzione del 1997, dove abbiamo ricostruito presto e bene. Anche se presto significa, in casi come questi, almeno 10 anni. Il giudizio positivo che ci spinge a dire bene è relativo al come si è ricostruito, rispettando i territori, l’ambiente e soprattutto i DURC per congruità, che è una conquista che ora vorremmo non venisse vanificata con la logica devastante della liberalizzazione degli appalti e subappalti. Inoltre, abbiamo alle spalle professionalità ed esperienze importanti come l’Usr (Ufficio speciale per la ricostruzione), che anche in questa fase sta dimostrando professionalità e capacità, messe a dura prova dalle incertezze del Governo, dal fatto che in quella struttura pubblica confluiscono quattro o cinque tipologie contrattuali, tra cui molti precari, con professionalità elevata e che rischia di non dare respiro e futuro ad una struttura fondamentale che oggi esamina 700 pratiche l’anno rispetto all’area del cratere umbro che ne ha di fronte 9mila. Quindi quella struttura va potenziata e non smantellata per essere d’aiuto ai Comuni e agli altri Enti Locali. Nell’esperienza del ’97, positiva sulla qualità e sui tempi della ricostruzione, è mancato un elemento fondamentale che la Cgil sottolinea da anni: un piano economico e sociale che garantisse sviluppo e lavoro.

    E non è un caso oggi che il centro storico di Nocera Umbra, ricostruito bene, vede però un dettaglio fondamentale: l’assenza delle persone che lo abitino. E ricordo l’inizio della vertenza dell’Antonio Merloni, nei primi anni 2000, che ha visto sommarsi la crisi del sisma a quella economico-sociale. Ora nel 2019 non vorremmo che alle difficoltà della ricostruzione si aggiunga la persistenza di una crisi economica e sociale sempre più rilevante. Infatti, oggi a Spoleto, in questo territorio, sono esplose vertenze aziendali che ci fanno dire che la crisi iniziata nel 2008, qui non solo non si è mai conclusa ma conosce fenomeni, proprio nell’ultimo periodo di ulteriore incrudimento. Basta pensare alla vicenda della Maran, azienda di servizi dove abbiamo perso, nonostante un accordo difensivo, occupati e siamo costretti a navigare a vista, alla situazione drammatica della Ims (ex Pozzi) e della Cementir, di cui diranno gli interventi successivi. Inoltre, come se non bastasse, c’è una situazione di difficoltà che permane nell’azienda alimentare Novelli, tanto da farci dire che questa attualmente è una delle zone dell’Umbria più colpite dalla crisi. E Spoleto non può rinunciare ad una presenza industriale che è una delle caratteristiche di questo territorio.
    Le misure bandiera di questo Governo ed in particolare il cosiddetto “reddito di cittadinanza”, che non fa i conti con i problemi veri del territorio, rende la situazione ancora più difficile e precaria! Servono infatti investimenti e non promesse a distanza (100 e 250 km) difficilmente realizzabili! Lo spopolamento in atto in Valnerina richiede progetti che valorizzano il territorio. Ma ci sono possibilità di sviluppo nella valorizzazione delle risorse del territorio: per esempio le 3 più grandi aziende olearie nazionali (Farchioni, Monini e Costa d’Oro) hanno la sede centrale tra Spoleto e Bastardo (Comune di Giano) e fatturano complessivamente oltre il 30% del prodotto complessivo nazionale del settore e costituiscono un “assett” importante per guardare e costruire il futuro insieme evidentemente alla ricostruzione dell’area colpita dal sisma.

    Lo sviluppo possibile e necessario passa anche per la difesa del futuro della Cementeria che non può essere oggetto di scambio in una logica deleteria tra multinazionali. Per questo tutti i cittadini e i lavoratori debbono stare accanto agli 81 lavoratori e difendere il futuro della Cementeria di Spoleto! Questo territorio ha enormi potenzialità da un punto di vista economico valorizzando la risorsa rappresentata dal territorio, dalla sua necessaria messa in sicurezza. Però per raggiungere questo obiettivo occorre affrontare il tema del declino demografico che colpisce quasi tutti i comuni del nostro territorio. Ragionando su un arco temporale ampio (2011-2019) emergono dati interessanti sull’andamento e sulle tendenze demografiche dello Spoletino e della Valnerina.
    Molto diversificata è però la situazione delle varie realtà. Nei 4 comuni dell’area territoriale di Spoleto, si registra una leggera riduzione degli abitanti, che passano dai 58.074 del 2011 agli attuali 57.481(-1,2%). Nel dettaglio la situazione è questa: Spoleto passa dai 38.429 abitanti del 2011 ai 37.964 del 2019(-1,2%). Castel Ritaldi dai 3.319 del 2011 agli attuali 3.245(-2,2%), Campello dai 2.500 del 2011 a 2.379 nel 2019(-4,8%). Ha una tendenza invece in aumento Giano dell’Umbria che passa dai 3.816 abitanti del 2011 agli attuali 3.893(+2,1%).

    Molto più pesante e anche preoccupante invece la situazione demografica della Valnerina.
    Qui si passa dai 12.448 abitanti del 2011 agli attuali 11.821(-5%).
    Nel dato complessivo manca Sellano (che fa parte della zona sociale di Foligno) e dove peraltro si registra una riduzione di abitanti, nel periodo considerato, superiore all’8%.
    Se poi analizziamo all’interno del dato complessivo della Valnerina i vari comuni emergono ulteriori differenze anche notevoli.
    Il comune di Norcia passa dai 4.925 abitanti del 2011 agli attuali 4.888(-2,2%),Cascia dai 3.257 del 2011 ai 3.108 di oggi(-4,5%),Sant’Anatolia di Narco da 592 abitanti del 2011 ai 557 di oggi(-6,1%),Monteleone di Spoleto da 640 abitanti del 2011 a 595 del 2019(-7,7%),Scheggino passa dai 484 del 2011 ai 452 di oggi(-8,5%),Cerreto di Spoleto da 1.149 abitanti del 2011 a 1.055 abitanti nel 2019,Preci da 778 nel 2011 a 704 oggi(-9,5%),Vallo di Nera da 407 abitanti nel 2011 a 360 nel 2019 e infine Poggiodomo che passa da 146 abitanti nel 2011 a 102 nel 2019.

    Siamo convinti che abbiamo un territorio ricco di presenze culturali ed artistiche, con un patrimonio unico. Basta pensare alle centinaia di opere d’arte custodite a Santo Chiodo e alla possibilità di mettere a valore le professionalità presenti nel campo del restauro. Esperienze di donne e uomini con capacità uniche di assoluto livello nazionale. I Fondi Europei vanno utilizzati in questa direzione, evitando l’erogazione a pioggia come è avvenuto nel sessennio 2014-2020. E cercando di affrontale il tema delle diseguaglianze crescenti, che è un tema di tutta l’Umbria, perché il dati del Mef ci dicono che le diseguaglianze crescono anche in Umbria.

    Infatti, mentre il 31% degli umbri si ritrova nell’area della no-tax, aumenta il numero degli importi dei redditi sopra ai 90mila euro fino a 300mila euro che in anno (2017-2018) passano da 6.207 a 6.458. Quindi una redistribuzione della ricchezza è necessaria più che mai anche in Umbria, così come è necessario che anche gli Enti Locali siano coerenti nel dire no alla flat-tax. Per questo abbiamo chiesto al sindaco di Spoleto e alla Regione l’attivazione di un tavolo che va in questa direzione. Un tavolo che riapra un ragionamento sul futuro, sulla ineludibile presenza industriale in questa realtà, sul necessario rilancio degli investimenti pubblici e privati. Il declino va contrastato rilanciando una politica economia alternativa con un moderno assetto infrastrutturale (3 Valli) viario, ferroviaria e delle nuove reti che faccia uscire Spoleto da un isolamento che non merita non solo per la sua storia ma per il futuro che può contribuire a costruire la città del Festival dei 2 mondi, la città che ha contribuito a far conoscere la lirica al nuovo mondo emergente, dando valore alle zone interne che costituiscono l’ossatura di un nuovo sviluppo per l’Umbria ma anche per l’Italia.

    Mario Bravi
    Presidente IRES CGIL Umbria

    Share

    Related Post

    Related Blogpost

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Commentiultimi pubblicati

    Carlo Neri 2024-04-23 07:23:14
    Liberazione da cosa? da chi? dallo "straniero" per cui è stato combattuto il Risorgimento e la prima guerra mondiale? In.....
    Alex 2024-04-20 21:19:21
    Dovreste invece ringraziare chi nell'aministrazione comunale si è attivato per rendere concreto questo strumento di partecipazione del quale se n'è.....
    Aurelio Fabiani 2024-04-05 21:43:38
    Delle vostre sceneggiate non ce ne frega niente. Ce lo ridate l' ospedale o no!
    Aurelio Fabiani 2024-03-30 00:34:34
    I cerotti non nascondono le amputazioni, neanche i campagna elettorale. La città di Spoleto vuole il ripristino di tutti reparti.....
    Aurelio Fabiani 2024-03-19 21:39:22
    TESEI E IL GOVERNO REGIONALE DI LEGA, FORZA ITALIA, FRATELLI D'ITALIA STANNO PER CONCLUDERE L' OPERA DI CANCELLAZIONE DEL SAN.....