Stagione di Prosa: al Teatro Nuovo va in scena ‘Il Berretto a Sonagli’. Lo spettacolo, tratto dall’opera di Pirandello, debutta in prima nazionale a Spoleto
Gabriele Lavia, uno dei più prolifici e celebri interpreti teatrali degli ultimi decenni, ha scelto il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto per allestire e debuttare in Prima nazionale con Il Berretto a Sonagli. Lo spettacolo, tratto dall’opera di Luigi Pirandello e in scena domenica 6 febbraio alle 17 nell’ambito della Stagione di Prosa 2021/2022, vede Lavia nella doppia veste di regista e interprete. Sul palco sarà insieme a Federica Di Martino, Francesco Bonomo, Matilde Piana, Maribella Piana, Mario Pietramala, Giovanna Guida e Beatrice Ceccherini.
Questa mattina Gabriele Lavia ha incontrato gli studenti di due classi terze del liceo classico e del liceo scientifico al Complesso Monumentale di San Nicolò, un’occasione per conoscere ed ascoltare la sua esperienza teatrale e il lavoro preparatorio che la compagnia sta effettuando in questi giorni al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti in vista dello spettacolo del 6 febbraio.
“Per Luigi Pirandello la vita è una soglia troppo affollata del nulla. E tutta la sua opera ruota attorno a questo nulla affollato di apparenze, di ombre che si agitano nel dolore e nella pazzia – spiega Lavia nelle note di regia – Solo i personaggi sono veri e vivi. Il Berretto a Sonagli è una tragedia della mente. Ma porta in faccia la maschera della farsa. Pirandello mette sulla scena un uomo vecchio uno di quegli uomini invisibili, senza importanza, schiacciato nella morsa della vita e, poiché́ è un niente di uomo è trattato come se fosse niente: ‘Oh che ero niente io?’ Questa domanda disperata nasconde la concezione di se stesso, torturata e orgogliosa, di un uomo dissolto nel nulla del mondo, un nulla affollato da fantocci, da pupi. Da fantasmi umani. Che spiano e che parlano. Parlano parole già parlate, consumate – continua il regista – E sul nostro palcoscenico, come trovati per caso: un vecchio fondale come fosse abbandonato e pochi elementi, come relitti di un salottino borghese, e per bene, dove viene rappresentato un banale pezzetto di vita di una famiglia perbene o di una ‘famigliaccia per bene’ che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere per gli altri, di fronte agli altri. Come se la propria vita fosse, per statuto, una recita per gli altri che sono gli spettatori ingiusti e feroci, della propria vita. Del proprio teatro. Vita di uomini che non sono altro che un segno che indica il nulla, fatto di apparenze, di fantasmi, di tutto quello che l’io è per gli altri. È l’essere-per-gli-altri a prendere il sopravvento perché l’essere-con-gli-altri è comunque il nostro essere ineludibile (…) Ciampa usa spranghe alle porte, catenacci, paletti per difendere il suo io. Ma non ci riesce. È costretto a uscire, a sporcarsi le mani, direbbe Sartre. Esistere. Ma esistere vuol dire mettere in gioco se stesso. E allora la corda civile e la corda seria non servono più. È la corda pazza che scatta. E scatta per tutti. Non si può difendere il proprio io dagli attacchi del mondo. Non è possibile uscire dal mondo, uscire da noi stessi. Se lo facciamo siamo morti viventi”.
Per accedere a teatro sono necessari Super Green Pass e mascherina di tipo ffp2. Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati un’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. È possibile acquistare i biglietti anche online sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it
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