Nell’ambito della sessantasettesima edizione del Festival dei Due Mondi, mercoledì 3 luglio 2024, alle ore 9.30, nella sede della Sezione di Archivio di Stato di Spoleto, è stata inaugurata con grande presenza di pubblico una mostra, presentato un volume e si è svolta una conferenza sul tema Spoleto 1964. La settima edizione del Festival dei Due Mondi.
L’iniziativa è stata promossa dall’Archivio di Stato di Perugia – Sezione di Spoleto, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e con il patrocinio del Comune di Spoleto, della Fondazione Festival dei Due Mondi, di Rai Umbria, dell’Associazione Amici di Spoleto e dell’Ordine degli architetti P.P.C. della provincia di Perugia.
Alla conferenza dal titolo “Nelle pagine della cultura: il Festival dei Due Mondi, la città e il mondo dell’informazione”, hanno portano i saluti istituzionali Cinzia Rutili, direttrice dell’Archivio di Stato di Perugia, Andrea Sisti, sindaco di Spoleto, Monique Veaute, direttrice artistica del Festival dei Due Mondi di Spoleto, Giovanni Parapini, direttore Rai Umbria, Bruno Gori in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Perugia; Riccardo Regi, Ordine Giornalisti Umbria e Francesca Valentini, Soprintendente dei beni archivistici per l’Umbria; sono quindi intervenuti gli autori del volume: Moreno Cerquetelli, Giornalista; Marco Rambaldi Giornalista; Antonella Manni Storico dell’arte e Giornalista; Giuliano Macchia, Architetto; Paolo Bianchi, Responsabile Sezione Archivio Di Stato di Spoleto.
“Con questa iniziativa – ha spiegato Cinzia Rutili, direttrice dell’Archivio di Stato di Perugia – la Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto prosegue la ricerca sulle origini del Festival dei Due Mondi. Per proseguire però dovremo aspettare che il Comune di Spoleto depositi altra documentazione dal suo archivio storico dagli anni 1965 in poi. Intanto, per il prossimo anno prefiguriamo di presentare durante il Festival dei Due Mondi i risultati di una ricerca che ha intrapreso l’Università di Tor Vergata sempre sulla manifestazione”. Per quanto riguarda il tema della valorizzazione della storia del Festival: “L’obiettivo della Fondazione Festival – ha spiegato il sindaco Andrea Sisti – è quello di recuperare tutti questi archivi e riunirlo in un centro di documentazione: credo che il festival debba investire nella propria storia”. Così anche la direttrice artistica Monique Veaute: “Appena arrivata a Spoleto, la mia prospettiva è stata subito di curiosità verso la storia di questa manifestazione che è molto radicata nella città: ci sono diversi soggetti che hanno materiale e nessuno vuole cederlo e questo dimostra che tutti ci tengono molto: forse la cosa più giusta potrebbe essere quella di fare un centro di documentazione diffuso per la città, ci vuole un progetto, è un lavoro che va fatto, anche se al momento il Festival ha finanziamenti solo per lo spettacolo dal vivo, ma con degli sponsor forse si potrebbe cominciare a fare”. Bruno Gori ha poi sottolineato la collaborazione “essenziale dell’ordine degli architetti con gli archivi per dare scientificità al lavoro dei professionisti”; Giovanni Parapini ha ribadito la funzione del servizio pubblico della RAI nel sostenere la cultura: “Questa iniziativa è un’operazione nobile e coraggiosa – ha detto – perché mette al centro i temi dell’identità e delle radici e quindi dell’anima, che è uno spazio interiore ma anche un luogo fisico come Spoleto che ha saputo esprimere bellezza, armonia e incanto, elementi sempre più rari in questi tempi”. Riccardo Regi: “Il fatto di voler creare un centro di documentazione – ha detto – ci fa piacere anche per l’ordine professionale che rappresento che ha bisogno di documentazione storica per dare prospettiva all’oggi”.
Il volume “Spoleto 1964, il settimo Festival dei Due Mondi”, pubblicato grazie al contributo di Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini” e con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, si avvale di una prefazione di Camillo Corsetti Antonini, presidente della Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini”, della presentazione di Cinzia Rutili, direttore dell’Archivio di Stato di Perugia, e si articola in cinque capitoli: Festival dei Due Mondi 1964. Protagonisti e spettacoli di Moreno Cerquetelli; Spoleto ’64 raccontato dal NY Times e dalla stampa straniera di Marco Rambaldi; Spoleto 1964, la città e il Festival di Antonella Cristina Manni; un intervento dell’architetto Giuliano Macchia sul rapporto tra Festival e Centro Storico dal titolo Giuseppe Nicolosi. Architettura e città; Il Festival del 1964 nei documenti della Sezione di Archivio di Stato di Spoleto di Paolo Bianchi.
La mostra “Spoleto 1964, il settimo Festival dei Due Mondi”, a cura della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto, è allestita nei locali dell’istituzione archivistica (Largo G. Ermini, 1), visitabile dal 3 luglio 2024 fino al 30 settembre 2024 (lunedì, ore 9-13:30 e 15-17; martedì ore 9-13:30; mercoledì ore 9-13:30; giovedì ore 9-13:30 e 15-17; venerdì 9-13:30).
SINOSSI DEL VOLUME “Spoleto 1964, il settimo Festival dei Due Mondi. Polemiche su “Bella Ciao”, Louis Malle regista di “Der Rosenkavalier” diretto da Schippers. Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn, Paul Taylor e Twyla Tharp.Prime riflessioni su Festival e centro storico.
Il 1964 per il Festival è un’edizione di svolta, con il più alto numero di rappresentazioni e di presenze rispetto agli anni precedenti, segnata dal successo dell’opera Der Rosenkavalier di Von Hofmannsthal-Strauss per la regia di Louis Malle, diretta da Thomas Schippers. Alla prima, al Teatro Nuovo, sono presenti Aldo Moro e l’allora ministro dello spettacolo Achille Corona. All’inizio dell’anno si era registrata la grave perdita della direttrice generale Anna Venturini, scomparsa per un improvviso malore. Mentre, in una persistente carenza di risorse, a minacciare di nuovo il trasferimento del Festival in un’altra città, arriva l’allettante proposta di Bergamo che offre a Menotti 200 milioni di Lire. Per la danza, grandi star come Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn sono protagonisti di Raymonda: prima del debutto la Fonteyn viene richiamata a Londra al capezzale del marito ferito gravemente, sostituita da Doreen Wells, tornerà a sorpresa solo per l’ultima rappresentazione. Nel 1964 torna al Festival il coreografo Paul Taylor con i suoi ballerini, tra cui una giovane e ancora sconosciuta Twyla Tharp. La settima edizione del Festival nell’immaginario collettivo si ricorda anche per le polemiche suscitate dallo spettacolo Bella Ciao messo in scena al Teatro Caio Melisso da Filippo Crivelli e Roberto Leydi: la canzone Gorizia cantata da Michele Straniero provoca indignazione, causerà denunce e interrogazioni parlamentari. Nell’ambito degli eventi collaterali si incastona un primo convegno che centra l’attenzione sul ruolo del Festival dei Due Mondi nello sviluppo del centro storico con interventi, tra gli altri, del critico e storico dell’arte Giovanni Carandente e dell’architetto Giuseppe Nicolosi.
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