Dieci anni senza Franco Arcangeli, il ricordo del Bici Club Spoleto e del presidente Siro Castellani

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  • Il ricorso del tesserato e fotografo ufficiale del Club a 10 anni di distanza da quel triste 16 novembre

    “Una bella fotografia racconta una storia, rivela un luogo, un evento, uno stato d’animo, è più potente di pagine e pagine scritte”. Nel suo romanzo Ritratto in seppia Isabel Allende, tra le più fini autrici latinoamericane contemporanee, descrive così l’arte che Franco Arcangeli, con una passione incondizionata, ha saputo far apprezzare ad un’intera comunità. Queste semplici parole racchiudono forse l’intera essenza di una delle personalità più luminose che la “città del Festival” abbia mai conosciuto, tutt’altro che dimenticata, ad ormai 10 anni dalla sua scomparsa, anche dai componenti del Bici Club Spoleto.

    Più che un semplice fotografo Franco è stato infatti per tutti un compagno di viaggio, un narratore, nonché il custode di una memoria collettiva ancora viva nei suoi scatti. È per questo motivo che, nonostante di tempo ne sia passato da quel triste 16 novembre 2009, sembra ancora a molti di vederlo girare con il suo obiettivo tra le vie di Spoleto, pronto ad immortalare sorrisi e a regalarne di altrettanti. Grazie alla sua cordialità, al suo impegno sincero e alla sua capacità di scattare con il cuore Franco ha conquistato più di una generazione, catturando al meglio le storie degli altri ed offrendo così agli altri anche la sua di storia. Una storia condivisa a lungo anche con il Bici Club Spoleto, di cui è stato non solo fotografo ufficiale e tesserato, ma prima di tutto un vero sostenitore ed amico.

    Il ricordo più commosso è quello del patron Siro Castellani, che sin dall’inizio della sua presidenza ha riservato grande ammirazione sia per lo spirito con cui Franco seguiva le varie attività della società, che per la sua sensibilità unica nel comprendere ed ascoltare le persone. Un sentimento comune a tutti i veterani della squadra, che ancora oggi rivedono con affetto, pur tra un velo di inevitabile malinconia, le loro immagini in sella colte e partorite da quella macchinetta. Se il ciclismo è ancora emblema di quei valori di partecipazione, unità e generosità troppo spesso trascurati al giorno d’oggi, non fatichiamo certo ad affermare che Franco è stato, a suo modo, un campionissimo del pedale.

    Marco Bea

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