La lettera di una mamma che vorrebbe portare il proprio figlio ai giardinetti di una frazione spoletina ma trova vetri rotti, cartacce, giochi distrutti, e tanta sporcizia di ogni genere
(DMN) Spoleto – per la nostra rubrica “Denuncia civica”, vi proponiamo la lettera inviata in redazione, da parte di una mamma, che descrive lo stato in cui versano gli spazi per bambini nella popolosa frazione di San Martino in Trignano.
Racconto di una storia comune: una madre accompagna il proprio figlio a un parco giochi per passare un po’ di tempo all’aria aperta e giocare insieme. Epilogo: repentino e deludente cambio di programma dovuto a vetri rotti, cartacce, bottiglie di plastica, pezzi di sedie rotte, altalene distrutte e tanta sporcizia di ogni genere.
Dove? Il giardinetto è quello di San Martino in Trignano, che si trova vicino alla scuola elementare e alla palestra. Un luogo abbandonato, che invece di essere uno spazio d’ incontro, di gioco e socializzazione (per i più piccoli, ma anche per i grandi che li accompagnano) è semplicemente diventato un immondezzaio. E quindi un luogo da non frequentare.
Chi dovrebbe prendersene cura? La domanda è certamente scomoda, ma la risposta lo è altrettanto. Non può che essere una …. tutti. Tutti dovrebbero partecipare a tenere l’unico spazio dedicato ai giochi della frazione in ordine e pulito. E invece a giudicare dallo stato di abbandono non c’è nessuno che se ne occupi e da tempo.
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Una riflessione. Le frazioni non sono per fortuna (non ancora?) i luoghi dove la qualità della vita è inferiore a quella delle città di piccole e medie dimensioni di cui fanno parte a pieno titolo. Sono piccole comunità dove ci si conosce (quasi) ancora per nome, dove ci si saluta incontrandosi per strada, dove è ancora forte il senso d’identità e appartenenza. Le frazioni contribuiscono a rendere le città ancora più belle e vivibili. Preservano e promuovono le tradizioni locali (basta pensare alle sagre) e anche turisticamente hanno un ruolo importante: ampliano l’offerta delle cose da fare e vedere. E allora perché permettere al degrado e alla noncuranza di danneggiare queste comunità?
Purtroppo come le periferie delle grandi città dimostrano quotidianamente è facile sporcare, rovinare e girarsi dall’altra parte. Ed è comune cedere al sentimento di rassegnazione e d’impotenza del singolo che da solo crede di non poter fare la differenza. Ma allora chi può cambiare le cose? E qui si ritorna alla risposta scomoda data in precedenza: tutti. Nel caso di San Martino è facile: seve un falegname o una persona che sappia fare dei lavori manuali per rimettere a posto le altalene, serve un vetraio per sostituire i vetri rotti e qualcuno disposto a raccogliere l’immondizia (qualche sacco è stato raccolto, ma in molti, si spera, dovrebbero essere pronti a rifarlo anche in futuro). Ma poi serve anche qualcuno che, come succede per i giardinetti di Spoleto, se ne prenda cura regolarmente e chi, vivendo nei pressi, si faccia avanti anche rimproverando le persone che sporcano.
E poi infine ci sono le scuole (dell’infanzia ed elementare) che potrebbero avere un ruolo importante, anche per disporre di un ampio spazio per far giocare i bambini… l’ideale per progetti educativi e per pause all’aperto.
Probabilmente anche altre frazioni hanno luoghi come questo di San Martino (o simili): l’invito è a non abbandonarli perché la salubrità e la bellezza di un territorio si vedono anche da un giardinetto.
Lettera firmata
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