Denunciato per detenzione abusiva di munizioni e violazioni delle prescrizioni previste con l’applicazione della misura cautelare
Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Spoleto, – si legge in una nota stampa della Questura – a seguito di chiamata al Numero Unico di Emergenza Europeo, sono intervenuti presso l’abitazione di un uomo che, poco prima, violando le prescrizioni dell’Autorità Giudiziaria, aveva contattato l’ex compagna per chiederle di tornare insieme, minacciando un gesto estremo in caso di rifiuto.
La donna, spaventata, aveva immediatamente richiesto l’intervento dei poliziotti che, dopo averla raggiunta, hanno acquisito tutte le informazioni utili.
Gli agenti hanno appreso dalla richiedente che, finito il rapporto con l’ex compagno, per via di alcuni suoi comportamenti, l’uomo era stato raggiunto da una misura cautelare che, oltre al divieto di avvicinamento, gli vietava di contattarla con qualsiasi mezzo.
La donna ha raccontato agli operatori che per indurla a tornare insieme, le aveva inviato un messaggio con delle foto riproducenti una pistola e delle cartucce, seguite dalla minaccia di un gesto estremo qualora avesse rifiutato.
I poliziotti, a quel punto, verificato che l’ex compagno non risultava detentore di armi, si sono portati presso l’abitazione dell’uomo dove, dopo essersi accertati delle sue condizioni di salute, hanno effettuato una perquisizione personale e all’abitazione per la ricerca delle armi.
Nel corso dei controlli, gli operatori hanno rinvenuto la pistola di cui le aveva inviato la foto – poi risultata essere di libera vendita – e delle cartucce detenute senza alcun titolo di polizia.
Gli agenti hanno quindi accompagnato l’uomo presso gli uffici Commissariato del Commissariato di Spoleto dove, dopo l’identificazione e gli accertamenti di rito, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per detenzione abusiva di munizioni e violazioni delle prescrizioni previste con l’applicazione della misura cautelare.
Si rappresenta che –conclude la nota – l’indagato deve considerarsi innocente fino a sentenza definitiva di condanna.
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