(DMN) Spoleto – Con l’incontro di riflessione teologica dal titolo “Terremoto: castigo di Dio?”, tenutosi ieri sera, alle 21:00, nella palestra dell’Oratorio del Sacro Cuore, si sono ufficialmente aperte le celebrazioni per la Festa di San Ponziano Martire, Patrono della città e di tutta l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, che secondo la secolare tradizione protegge Spoleto dal terremoto. Il sisma è appunto l’argomento su cui si snodano incontri del triduo di preparazione alla Festa, momenti di preghiera e di riflessione, che si stanno tenendo alla presenza della reliquia del Protomartire . Il relatore, ieri sera, è stato mons. Rino Fisichella, Arcivescovo e teologo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Ha aperto l’incontro l’Arcivescovo diocesano mons. Renato Boccardo, che prima di cedere la parola a mons. Fisichella, ha spiegato le ragioni per cui ha voluto incentrare il triduo di preparazione su tre argomenti diversi ma inerenti al grande e duro tema del teremoto. ‘Anche questi eventi, difficili, tragici -ha detto mons. Boccardo – non soltanto ci sorprendono ma, forse ci dicono qualcosa, noi dobbiamo provare a leggere che cosa c’è dentro a questi avvenimenti, è come trarne un insegnamento per la nostra vita’.
‘Vogliamo essere testimoni di consolazione – ha detto mons. Fisichella nella prima parte della sua relazione – l’Arcivescovo (Boccardo ndr) mi aveva dato un titolo, che risuona con un profondo punto di domanda: il terremoto castigo di Dio?, no. Dio non castiga, il Dio in cui noi crediamo non è un Dio che castiga, il Dio in cui noi crediamo certamente è un Dio che mette alla prova e se un giorno ha castigato lo ha fatto al figlio. Questa è l’unica risposta che la nostra fede ci da, che la teologia ci fornisce e chi dice che, Dio castiga, sbaglia, chi lo dice, non conosce l’insegnamento del Nuovo Testamento’. Successivamente mons. Fisichella, citando la lettera di conclusione del Giubileo di Papa Francesco, ha spiegato come in questi casi c’è grande bisogno di testimoni di speranza e di consolazione e che questa è la grande missione di tutti i credenti, portare speranza e consolazione a chi sta soffrendo. ‘Chi ha speranza vive diversamente – ha ribadito mons. Fisichella in conclusione – perché gli viene data una vita nuova, la consolazione ci dice che dobbiamo essere capaci di guardare al futuro con la speranza, che non è una chimera, la speranza cristiana è la certezza che ciò che il Signore ci ha promesso viene realmente mantenuto, consolare vuol dire incoraggiare’. ‘Nel Nuovo Testamento – ha tenuto a ribadire – non c’è nessuna forma di condanna, l’annuncio che ci viene dato è quello del conforto, della fiducia e della speranza, scompare ogni forma di giudizio e di paura perché quanto Dio doveva compiere lo ha fatto sulla pelle del figlio, lo ha vissuto su di se, ecco perché non posso accettare il fatto di metterlo come una battuta, Dio non castiga, Dio ama’.
Questa sera avrà luogo il secondo incontro di riflessione teologica che sarà tenuto da mons. Francesco Cavina, vescovo di Carpi (MO) che ha affrontato il sisma in Emilia Romagna nel 2012. Il Presule romagnolo parlerà di “Terremoto: revisione di vita”. L’appuntamento è sempre alle ore 21:00 nella palestra dell’Oratorio del Sacro Cuore (viale Marconi).
F.G.
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