L’Arcivescovo Boccardo: «Rita è stata una donna coraggiosa che non ha fatto posto alle mezze misure, è stata donna del sì e non del sì però»
Sabato 25 e domenica 26 giugno a Roccaporena di Cascia è stata celebrata, nell’Anno Santo della Misericordia, la Festa della Rosa e delle Rite, evento pensato per celebrare la bontà di Dio che volle confortare Rita morente con il dono della rosa, fiorita proprio a Roccaporena in pieno inverno. Per la prima volta la festa fu celebrata il 15 giugno 1952. Anche quest’anno sono saliti nel piccolo borgo umbro che conserva i luoghi cari alla vita di Santa Rita prima del suo ingresso in monastero (la Casa natale, la Chiesa di S. Montano dove si è sposata e dove sono sepolti marito e figli, la Casa maritale, il Lazzaretto dove accudiva i lebbrosi, lo Scoglio della preghiera e l’Orto del miracolo) moltissimi pellegrini, i primi giunti addirittura alle 4.30 del mattino. I tre parcheggi dell’Opera erano completamente pieni di pullman. Ad ogni donna di nome Rita è stata consegnata una speciale pergamena, a tutti è stata invece donata una rosa. Dopo la veglia di preghiera del sabato sera presieduta dal vicario generale dell’Archidiocesi mons. Luigi Piccioli, l’altro momento centrale è stato la Messa della domenica presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, che per la prima volta si è tenuta sotto il portico dinanzi al centro congressi, alle pendici dello Scoglio della preghiera e non nella palestra. La liturgia è stata animata dalla corale di Cascia ed è stata trasmessa da MEP Radio. Con il presule hanno concelebrato: don Simone Maggi rettore del Santuario di Roccaporena; mons. Vincenzo Alimenti già rettore del Santuario; mons. Sante Quintiliani già amministratore dell’Opera; don Sem Fioretti, parroco di Cannaiola di Trevi e vicario episcopale per l’amministrazione; don Enrico Russo parroco di S. Maria Assunta in Valle di Avellino (comunità gemellata con Roccaporena nel periodo giugno 2015-giugno 2016); don Roberto Guida parroco di Santa Maria di Castellabate nel Cilento e già parroco di Agropoli, comunità che nel 2014-2015 si gemellò con Roccaporena. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi della Diocesi. Presenti il sindaco di Cascia Gino Emili, quello di Norcia Nicola Alemanno e quello di Vallo di Nera Agnese Benedetti.
Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato ai presenti che «il Signore bussa alla porta del nostro cuore chiedendoci accoglienza. A coloro che rifiutano, continua a bussare e a fare delle proposte: non si scoraggia dinanzi all’uomo che preferisce andare altrove. Poi, ci sono quelli che gli dicono di sì ma dopo aver fatto altro, dopo aver pensato a cose più importanti come ad esempio il conto in banca o altri interessi. Gesù, invece, ci chiede di saper distinguere le priorità. E in questo Santa Rita – ha proseguito l’Arcivescovo – è un modello da seguire: ella, infatti, non ha esitato nel perdonare senza esitazioni gli assassini del marito; senza tentennamenti ha chiesto al Signore di prendersi i figli piuttosto che vederli macchiati del sangue della vendetta del padre. Rita, dunque, è stata una donna coraggiosa che non ha fatto posto alle mezze misure; è stata una donna del sì e non del sì però; è sempre rimasta fedele alla verità, cioè a Cristo, senza compromessi e mescolanze come invece in molti fanno pur di rimanere a galla. A Rita – ha concluso mons. Boccardo – chiediamo la furbizia del Vangelo che vuol dire vivere bene e fare il bene». Al termine della Messa, c’è stato il passaggio della reliquia della Santa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Valle di Avellino alla zona pastorale di Tortona-Voghera (verrà prelevata nel mese di luglio, ndr).
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