“Caso” Festival, le reazioni della politica

  • Letto 741
  • I comunicati stampa 

    Riceviamo e pubblichiamo integralmente secondo l’ordine di arrivo in redazione:

    “In relazione alle polemiche che hanno investito in questi giorni il Festival dei Due Mondi di Spoleto, ci chiediamo quale sia il ruolo delle professionalità, anche culturali e politiche, che Spoleto potrebbe mettere in campo rispetto alla costante e sistematica scelta di figure ‘terze’, lontane dalla città che ospita e ha dato il nome allo stesso Festival”.
    Così l’intervento del referente Lega Spoleto, Andrea Borgotti a nome di tutta la sezione.
    “Troppo spesso – sottolinea il leghista – anche in situazioni ed ambiti diversi, i ruoli vengono calati dall’alto, con logiche che non sempre tengono conto delle reali capacità professionali dei nostri concittadini, prefigurando una sorta di ‘colonizzazione’ del brand Spoleto.
    Non siamo contro nessuno e non abbiamo nulla contro nessuno, ma un vero e costruttivo confronto con la città, con le sue energie, con le sue forze e con le sue eccellenze, farebbe conoscere meglio le reali possibilità del tessuto spoletino e magari, darebbe la possibilità di investire su tanti giovani volenterosi e capaci, che Spoleto può mettere a disposizione”.
    “La nostra città – continua Borgotti – è viva, vivace, foriera di talenti in tanti campi, specialmente in quello dell’arte e della cultura, ed anche il Festival ha bisogno di queste energie positive. Spoleto è conosciuta nel mondo per realtà che si sono imposte in molteplici comparti e queste forze propulsive non devono essere assopite da scelte discutibili, che poco hanno a che fare con la valorizzazione delle nostre peculiarità e delle risorse umane del territorio. Chiediamo rispetto per i giovani di Spoleto, per gli spoletini e per il nostro Festival”.

    Lega Spoleto 

    La vicenda delle scelte artistiche e di collaborazione annunciate dalla Direttrice artistica del Festival dei Due Mondi Monique Veaute, portata alla ribalta dalla stampa locale e nazionale ci ha spiazzati. Avevamo infatti salutato con soddisfazione le affermazioni di madame Veaute sull’intenzione di ricalcare le orme del Maestro Gian Carlo Menotti che sulle scelte artistiche ha sempre agito in totale autonomia riservando ai propri amici – e di amici ne ha avuti tanti specialmente nei primi anni del Festival – il ruolo di mecenati finanziatori, lasciando i rapporti interpersonali nell’ambito della sua vita privata. Vogliamo quindi considerare l’annunciata consulenza artistica della senatrice Urbani una questione che rientra nella sfera privata anche alla luce del fatto che sul portale ufficiale del Festival non compare più il suo nome tra i consulenti. Vogliamo quindi valutarlo come un errore di inesperienza da parte della Veaute che, non ci fa meraviglia, sarà sicuramente tirata da tutte le parti. Sulla stessa linea, a parere del Pd di Spoleto, si colloca quindi il caso del figlio della Presidente del senato Casellati, Alvise che già nel 2016 avrebbe voluto esibirsi come direttore d’orchestra in piazza Duomo ricevendo un cordiale, ma deciso “no”. Per lui sarà l’occasione di dimostrare se vale come musicista, nel caso sarà per lui l’inizio di una carriera di successo, visto che il Festival è stato un trampolino per tanti talenti. Ma se non sarà all’altezza dell’ambiziosa performance di sicuro il pubblico, anche quello spoletino che è abituato e molto preparato all’ascolto e alla partecipazione agli spettacoli di musica classica grazie al Festival e Teatro Lirico Sperimentale, non sarà clemente con lui. Perché essere riconosciuto artista è un traguardo che si conquista. Nessuno può regalarlo. Auspichiamo piuttosto che proprio nel solco del Maestro Menotti, torni a Spoleto dal prossimo anno, l’opera lirica e con essa i laboratori di scenotecnica, la sartoria e le prove d’orchestra. Questo sì che sarebbe un contributo alla città che con amore, discrezione e rispetto accoglie gli artisti da sempre.

    Partito Democratico 

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