Carla Erbaioli : “una culla salvavita al San Matteo degli Infermi”

  • Letto 4960
  • BANNER-DUE-MONDI-NEWS-SPOLETORiceviamo e pubblichiamo integralmente:

    I fatti drammatici avvenuti pochi giorni fa in una città limitrofa ci devono far riflettere su quanto sia importante attivare una culla salvavita e di quanto sia fondamentale una informazione capillare della legge DPR 396/2000, art. 30, comma 2, che consente alla madre di partorire in anonimato in Ospedale in piena sicurezza, di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nel nosocomio dove è nato affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. L’ultima indagine avviata dalla società italiana di Neonatologi ci consegna un quadro chiaro ed un profilo davvero fragile e disagiato delle persone coinvolte. La presenza di una culla salvavita, per le mamme che escludono il parto in anonimato in Ospedale, permetterebbe di ridurre drasticamente, se non escludere del tutto, la mortalità da abbandono neonatale.
    Le culle salvavita, presenti in Umbria solo a Perugia e Città di Castello, sono una versione moderna e tecnologicamente avanzata della Ruota degli Esposti, molto diffusa in passato nei nostri conventi religiosi. Sono strutture concepite appositamente per permettere di lasciare, totalmente protetti, i neonati da parte di madri in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita. La culla salvavita deve essere ubicata in un luogo facilmente raggiungibile, deve garantire l’anonimato della madre ed essere dotata di una serie di dispositivi quali riscaldamento, chiusura in sicurezza, presidio di controllo h24 e rete con il servizio di soccorso medico, che permettano un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del neonato. Fondamentale sarà la capillarizzazione dell’informazione sia della legge sul parto in anonimato che della presenza in città della culla salvavita. Quando si tratta di vite umane, in modo particolare di quella dei bambini, non dobbiamo soffermarci all’incidenza dei casi, è necessario trascurare le mere percentuali a favore dell’altissimo e nobile scopo: se la culla salvavita riuscisse a salvare anche un solo neonato, ne sarà valsa la pena, se al contrario anche un solo caso di morte si verificasse sarebbe un dramma incommensurabile ed una sconfitta per tutti noi.

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    Di seguito il testo della mozione:

    OGGETTO: INSERIMENTO E ATTIVAZIONE DELLA “CULLA SALVAVITA” PRESSO L’OSPEDALE DI SPOLETO SAN MATTEO DEGLI INFERMI

    PREMESSO

    Che purtroppo il recente drammatico fatto in una città limitrofa ci conferma come ancora si verifichino casi di infanti abbandonati e che questo può causare la morte del neonato se non c’è un pronto intervento da parte delle strutture sanitarie preposte. L’ultima indagine effettuata nel 2014 presentata presso il Ministero della Salute, condotta nell’ambito del progetto “Ninna ho”, Fondazione Rava e KPMG, in collaborazione con la Società Italiana di Neonatologia, su un campione nazionale di 100 Centri nascita ci fornisce i seguenti dati: in un anno sono stati 56 i neonati non riconosciuti su 80.060 bambini nati. La maggior parte dei bambini non riconosciuti sono nati negli ospedali dell’Italia Centrale e Settentrionale. Rispetto all’età delle madri colpisce che nel periodo rilevato c’è un’alta presenza di donne giovani nella fascia d’età 18-30 (48,2%), seguita da quella oltre i 30 anni (32,2%) e infine con il 12,5% troviamo le donne che hanno meno di 18 anni. Il 48,2% delle donne è nubile, mentre il 25% risulta coniugata o convivente. Il 42,9% delle mamme è disoccupato. Il 32,2% delle madri ha una scolarità medio-bassa (licenza elementare o di scuola media inferiore), il 19,6% ha un diploma di scuola media superiore, mentre l’1,8% è laureata. Il 58,9% delle madri ha fissa dimora, ma la maggior parte di esse ha partorito in una città diversa dalla propria residenza (ben l’84%).
    Nella maggior parte dei casi non sono state rilevate informazioni sul padre (60,7%), ma può essere considerato significativo che il 3,6% sia in carcere o abbia lasciato la donna durante la gravidanza e che un’analoga percentuale riguardi uomini disoccupati.
    I motivi che spingono le donne a non riconoscere i loro figli e a scegliere di partorire nell’anonimato sono purtroppo tanti e dolorosi: al primo posto troviamo il disagio psichico e sociale (37,5%), seguito dalla paura di perdere il lavoro o più in generale dai problemi economici (19,6%). Il 12,5% ha come causa scatenante la paura di essere espulsa o di dover crescere un figlio da sole in un Paese straniero e riguarda, quindi, donne immigrate; segue la coercizione per il 7,1%; la giovane età (5,4%); la solitudine (5,4%) e la violenza (1,8%). Per quanto riguarda le culle salvavita, solo il 10,7% delle donne è a conoscenza della loro presenza in Italia.
    I dati sopra riportati ci consegnano con ogni evidenza un profilo davvero fragile e disagiato delle persone coinvolte.

    CONSIDERATO
    Che uno degli obiettivi principale di una comunità debba essere la tutela della vita umana in modo particolare per le fasce più deboli della società, la politica ha l’obbligo morale di prevenire con ogni mezzo l’abbandono neonatale che spesso è anche causa del decesso del neonato.

    TENUTO CONTO CHE
    1) Al neonato non riconosciuto devono essere assicurati specifici interventi, secondo precisi obblighi normativi, per garantirgli la dovuta protezione, nell’attuazione dei suoi diritti fondamentali e che, lasciato tempestivamente alle cure dei sanitari e all’assistenza dello Stato, potrebbe trovare in tempi brevi una famiglia pronta ad accoglierlo (La legge DPR 396/2000, art. 30, comma 2, infatti, consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’Ospedale dove è nato affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica).
    2) La presenza di una culla salvavita, per le mamme che escludono il parto in anonimato nella struttura ospedaliera, permetterebbe di ridurre drasticamente, se non escludere del tutto, la mortalità da abbandono neonatale.
    3) Nella regione Umbria per ora le culle salvavita sono presenti solo in due città: Perugia e Città di Castello. Il SUD della nostra regione ne è sprovvisto. c

    SI IMPEGNANO SINDACO E GIUNTA
    A predisporre una culla salvavita a Spoleto, possibilmente presso la struttura ospedaliera San Matteo degli Infermi e darne diffusa e capillare informazione. Le culle salvavita sono una versione moderna e tecnologicamente avanzata della Ruota degli Esposti, molto diffusa in passato nei nostri conventi religiosi. Sono strutture concepite appositamente per permettere di lasciare, totalmente protetti, i neonati da parte di donne in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita. Devono essere ubicate in luoghi facilmente raggiungibili, devono garantire l’anonimato della persona che vuole lasciare il bambino ed essere dotate di una serie di dispositivi quali riscaldamento, chiusura in sicurezza, presidio di controllo h24 e rete con il servizio di soccorso medico, che permettano un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del neonato.
    Maggiormente efficace per la tutela della salute delle donne e dei nascituri sarebbe l’inserimento di Spoleto in un progetto (anche nazionale come ad esempio il progetto Ninna oh) dove è prevista una rete di protezione ed informazione capillare, anche con strutture sociali locali, come sostegno a chi intenda usare la culla salvavita.
    Quando si tratta di vite umane, in modo particolare di neonati, non dobbiamo fermarci a considerare unicamente l’incidenza dei casi, è necessario trascurare le mere percentuali a favore dell’altissimo e nobile scopo: se la culla salvavita riuscisse a salvare anche un solo neonato, ne sarà valsa la pena, se al contrario anche un solo caso di morte si verificasse sarebbe un dramma incommensurabile ed una sconfitta per tutti noi.

    Carla Erbaioli, per conto del Gruppo Consiliare PD

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    Aurelio Fabiani 2024-04-05 21:43:38
    Delle vostre sceneggiate non ce ne frega niente. Ce lo ridate l' ospedale o no!
    Aurelio Fabiani 2024-03-30 00:34:34
    I cerotti non nascondono le amputazioni, neanche i campagna elettorale. La città di Spoleto vuole il ripristino di tutti reparti.....
    Aurelio Fabiani 2024-03-19 21:39:22
    TESEI E IL GOVERNO REGIONALE DI LEGA, FORZA ITALIA, FRATELLI D'ITALIA STANNO PER CONCLUDERE L' OPERA DI CANCELLAZIONE DEL SAN.....
    Aurelio Fabiani 2024-03-11 09:58:47
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