Giovedì 8 agosto, ore 18
Giovedì 8 agosto al Museo nazionale del Ducato di Spoleto – Rocca Albornoz concerto del gruppo Cantoria Mevaniae intitolato “Donna, per qual virtude” e dedicato all’amore sacro e a quello profano nel Medioevo. Fin dagli albori della civiltà, fino al Rinascimento, non è mai esistito un chiaro confine tra sacro e profano, cioè tra le pratiche ecclesiastiche e quelle popolari, anzi è assai frequente lo sconfinamento nel dominio dell’altro. Lo sviluppo della musica sacra, che coincide perfettamente con le vicende della Chiesa cattolica, subì delle modificazioni importanti già dalla fine dell’Impero Romano, mutamenti che diventarono definitivi con i movimenti penitenziali e francescani e la lingua volgare come mezzo di comunicazione più rapido e incisivo. I riti e le cerimonie ecclesiastiche uscirono dalle chiese e dai conventi per aprirsi alla comprensione del popolo, sviluppando nuove idee di pittura, di letteratura e di musica. E’ la grande rivoluzione umanistica del medioevo. Le confraternite e i movimenti laicali, insieme ai pellegrinaggi e ai grandi fenomeni di devozione popolare, divennero il luogo ideale per elaborare le nuove forme di arte. Accanto alle pitture con grandi temi elaborati dalla Bibbia e dai Vangeli apocrifi, divenne piuttosto diffusa, in musica, la pratica del camuffamento consistente nel sostituire il testo di una composizione profana con un testo sacro, o viceversa, mantenendo la stessa melodia, cosa che da nessuno veniva considerata blasfema, quantunque a noi, oggi, possa sembrare tale.
Comune era anche l’utilizzo di temi profani nelle grandi composizioni sacre, come le messe. Si sviluppano forme di canto popolare paraliturgico con al centro la figura di Maria Madre di Gesù, idealizzata come la creatura perfetta, capace di farsi capire in cielo come in terra. Non da meno è l’utilizzo, nelle corti e nelle cappelle musicali, di melodie popolari e sacre per cantare l’Amor cortese per la Donna ideale. Nascono proprio in questo periodo le grandi tradizioni paraliturgiche che ancora oggi sono vive nelle popolazioni più conservative, nelle quali tutt’ora il confine tra sacro e profano è davvero labile. Cantoria Mevaniae è composta da Lorenzo Lolli, canto, salterio, organo portativo, percussioni, e Mario Lolli, liuto, ud, chitarrino, canto. Dirigerà Elga Ciancaleoni.
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