Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
Il populismo giustizialista è un mostro che mangia anche i propri figli.
Come spiegare altrimenti il harakiri dei 5 stelle a Spoleto.
Ricordo, all’apparire dei 5 stelle sulla scena parlamentare un Grillo comiziante a Bologna che faceva l’elenco dei parlamentari da cacciare, colpevoli perché condannati dalla legge. Me lo ricordo elencare come si fa con la spesa al supermercato i parlamentari che avevano leso “sua maestà” la legge, mettendo assieme il politico mafioso e quello (Farina del Centro sociale Leoncavallo) che era stato colpito dalla “giustizia” per esserssi difeso da una aggressione fascista.
Il giustizialismo populista è qualcosa di terribilmente reazionario e lo posso dire con cognizione di causa avendo una conoscenza scientifica di un fenomeno politico ch ho studiato a fondo, fin dalla mia tesi di laurea sul peronismo, 38 anni fa.
Quando viene meno la cultura politica, rimane solo l’idea dell’ordine e dello stato di polizia.
Eppure sono secoli che coloro che hanno analizzato concretamente la realtà politica hanno reso palese che la legge non è la verità ma solo uno strumento di governo delle classi dominanti. Pensate al povero Giuseppe Mazzini, oggi ricordato in tutte le piazze del paese, morto in clandestinità a Pisa perché per lo Stato italiano era un terrorista.
La vicenda di Tommaso Biondi ha qualcosa di tragicomico. Di tragico ha l’aspetto tracotante dei censori grillini che eliminano il loro candidato a sindaco di Spoleto e con esso tutti i candidati 5 stelle della città perché colpevole del “delitto” di satira. Di comico c’è che il partito creato dal comico genovese e dalla Casaleggio associati che con la satira e l’attacco feroce ha ingrassato il portafoglio del fondatore e ha fatto le fortune politiche del “Movimento”, manda al patibolo il comico (nel senso dell’arte della comicità) Tommaso Biondi.
Come il Conte Ugolino che mangia i suoi cuccioli, i probiviri “romani” si sono mangiati Tommaso Biondi e tutti i cucciolotti spoletini.
Eppure Tommaso Biondi che è anche uomo d’arte, doveva conoscere la canzone di De Gregori la dove dice: “cercava la giustizia e incontrò la legge”, la legge grillina naturalmente.
La legge grillina però non è uguale per tutti, mentre manda a “morte” Tommaso Biondi, assolve Salvatore Caiata parlamentare 5 stelle, padrone del Potenza calcio, accusato di riciclaggio, come perdona Dessì Emanuele, frequentatore degli Spada di Ostia, “picchiatore” di rumeni e affittuario di casa popolare a 7 euro al mese. Lo stesso M5 stelle che oggi di fronte alla riabilitazione di Berlusconi è più muto di un abitante di Cinisi, cissà perché, chissà perché.
Aurelio Fabiani
Associazione culturale CASA ROSSA Spoleto
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